due chiacchiere

Il primo lavoro non si scorda mai

Parafrasando un noto detto che ammonisce sull’importanza del primo amore, ho scelto questo titolo per riflettere a voce alta, spaparanzato sul divano del salotto virtuale di questa dimora, su quanto misterioso possa essere il nostro cervello. Oggi pomeriggio sono tornato, dopo qualche tempo, a trovare i colleghi con cui ho lavorato fianco a fianco qualche anno fa. Era il mio primo, vero, genuino lavoro, con tanto di busta paga (esigua) a fine mese, e problemi di vita quotidiana d’ufficio.

In questi anni, di lavori ne ho cambiati diversi: spero prima o poi di trovare una mia stabilità interiore. Li ho cambiati non tanto perché mi licenziavano (anzi, che tragedia convincerli che volevo andar via), e neppure perché mi ci trovavo male. Ogni volta però, mi si presentava alla porta una occasione migliore, o semplicemente “diversa” . Così, tentato dal richiamo della novità, ho sempre accettato. Per pormi nuove sfide, e non fossilizzarmi sulla stessa cosa per secoli. E poi dicono che non ci vuole la flessibilità contrattuale!

Comunque, salendo le scale del palazzo che per circa due anni mi ha visto come fisso inquilino, sentivo gli “odori”, guardavo gli oggetti, ascoltavo le voci delle segretarie e degli uscieri. Un miliardo di miliardi di ricordi mi sono passati davanti agli occhi. Le sfide nel lavoro, le risate con i colleghi, i dolcetti che qualcuno portava quando era il suo compleanno. Mi sono sentito come a casa mia. Non che gli altri lavori che sono venuti dopo siano stati peggiori, ma forse è proprio vero il titolo: il primo lavoro non si scorda mai.

Sarà perché il gruppo è composto da persone giovani, intorno ai 30 di media, o forse per il modo in cui il “capo” ha saputo organizzare l’ambiente ed i rapporti: ma si sta davvero bene in quell’ufficio. Ok, non voglio fare la parte malinconica di colui che ha rimpianti: io non ne ho, e se dovessi rifare le scelte che ho fatto, le rifarei tutte. Ma permettimi di dare un’occhiatina al passato, e di essere compiaciuto di aver trovato persone con le quali ancora ho un ottimo rapporto.

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