due chiacchiere

Il killer e la bambina

Uno dei miei film preferiti, e lo danno proprio in questi giorni in tv: Leon. Non perché sia amante del genere un po’ “noir” in cui succedono cose al limite del raccapricciante. Però secondo me è uno dei film in cui Jean Reno, qui uno spietato killer che si guadagna “onestamente” da vivere in questo modo, riesce a dare il meglio di se. Un altro è Wasabi (a proposito, prima o poi devo parlare di una ricetta a base di Wasabi, nell’angolo cucina), in cui scopre di essere padre di una giapponesina tutto pepe.

Lo guarderò, ancora una volta, con piacere e con il patema d’animo di arrivare al finale, che già conosco. E che mi piacerebbe cambiare, riscrivere, modificare. Perché nei film di Luc Besson, il protagonista non è mai il vittorioso americano alla Bruce Willis, che arriva al limite della sopportazione fisica, ma alla fine trionfa sul male. No, si tratta di un eroe diverso, con uno spessore molto maggiore, ed un carattere ben più complesso di “togli la spoletta alla bomba e corri” , che oggi siamo abituati a vedere.

Commenti

  1. Danila
    ha scritto:

    Guardacaso, io ho quel film registrato ancora in vhs, e nei pomeriggi di caldo asfissiante, era un piacere guardarlo. Io adoro la parte di Jean reno, adoro la storia ma non accetto il finale. La bambina ne ha viste di brutte, e di sicuro la perdita di Leon non ha fatto altro che alimentare il suo malessere verso la vita, peraltro legata ad una piccola piantina che lei si portava dietro, che in qualche modo ne simboleggia l’anima. Piantando quella piantina, lei ha ridato un senso alla morte di Leon, ed è questa la cosa più importante del film, Leon muore ma sarà ricordato da qualcuno.

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