due chiacchiere

Il violino magico di Lindsey Stirling

Dopo aver guardato per la prima volta dopo tanti anni la trasmissione Amici di Maria De Filippi, mi sono reso conto di come questi talent show siano molto più utili (per coloro che vi partecipano) dei programmi blasonati come Sanremo, dove lo spettacolo ed il pettegolezzo finiscono sempre per farla da padrone, rubando la scena agli artisti sul palco. Per esempio, qui in America c’è una trasmissione vagamente simile che si chiama America’s Got Talent (mi pare sia stata importata anche nel Belpaese), che nel lontano 2010 ha visto tra i concorrenti una giovane Lindsey Stirling. I giudici non la portarono in finale, reputando il suo talento ancora acerbo, eppure subito dopo la sua ultima esibizione, fu contattata da registi e produttori per partecipare ad altre trasmissioni, lanciando di fatto la sua carriera musicale, che ancora oggi persiste e raccoglie un discreto numero di fan, tra cui il sottoscritto.

Che il violino mi piaccia come strumento musicale non è un segreto. Già nel lontano 2009 confessavo la mia passione per il tango (sebbene non abbia mai imparato a ballarlo). Forse sarà perché da piccolo ricordo vagamente di mia nonna che suonava il suo violino per noi nipotini, e m’incantava ascoltarla in quell’atmosfera quasi magica. Così un giorno, mentre ascoltavo un po’ di musica unz unz di sottofondo (che, incredibile ma vero, mi aiuta a concentrarmi durante le mie sessioni intense di programmazione), misero un brano di quest’artista, e come puoi immaginare, colse immediatamente la mia attenzione. Iniziai a fare qualche ricerca, e scoprii che si trattava di questa giovane artista californiana che faceva parlare il suo violino in un modo originale ed accattivante. In particolare, il brano che mi fa venire ancora oggi i brividi, è quello che ti propongo qui sotto. Lo uso come arma segreta ogni volta che ho bisogno di una carica speciale prima di una presentazione o riunione importante con qualche pezzo grosso dell’università 😉 L’energia che sprigiona, devo ammettere, funziona sempre.

PS: forse è per questo che mi piacciono anche le colonne sonore del telefilm Rocco Schiavone?

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