Le donne italiane oggi si vedono oggetto di attenzioni particolari, ricoperte di mimose e cioccolatini per la loro “festa”. Qui in America non è una tradizione altrettanto radicata, e molti neppure sanno che oggi si celebra la giornata internazionale della donna. D’altro canto, non sarebbe meglio celebrarle tutti i giorni? Ed in questo mondo dove la distinzione tra sessi diventa sempre più sbiadita, ha ancora senso mantenere questa ricorrenza? Viviamo in un’epoca in cui ogni orientamento sessuale erige fiero la sua bandiera per distinguersi dal resto e proclamare la propria indipendenza dagli stereotipi antiquati, e sono convinto che le donne che oggi escono con le amiche per andarsi a godere uno spogliarellista sul palco, sono complici di questo clima di divisione. Nell’era dell’ultra-individualismo da Covid, non ce n’è proprio bisogno.
Che San Valentino, la giornata delle donne, Halloween e persino il Natale siano soltanto consolidate feste commerciali non è una novità. Subdoli manager del marketing promuovono queste occasioni come qualcosa di speciale, per cui vale la pena comprare cioccolatini e spendere soldi senza motivo. Manager che ci propinano giornate preconfezionate, disseminate di mimose ed altri bouquet, condite da maratone tv di film sdolcinati. Peccato che, come l’entusiasmo e la consapevolezza dei problemi che molte donne affrontano 365 giorni all’anno, anche quei graziosi fiorellini gialli iniziano ad appassire già il giorno dopo. Se qualcuno crede che l’8 marzo serva davvero a qualcosa, è ingenuo o in malafede.
Perché da domani all’8 marzo dell’anno prossimo, poco o niente cambierà per quelle donne schiacciate da questa crisi e da questa guerra, poco o niente verrà fatto per quelle mamme che devono scegliere tra lavoro e famiglia. Certo, oggi il capo ufficio regala alle dipendenti il rametto di mimosa, ma quello stesso capoufficio non avrà problemi a scocciarsi quando il bimbo di una di quelle dipendenti avrà la febbre e dovrà concedere un permesso speciale alla mamma per andarlo ad accudire. Quello stesso capoufficio chiederà alle dipendenti che potrebbero benissimo lavorare da casa, di essere in ufficio, perché l’affitto del palazzo è stipulato per i prossimi dieci anni, e mica lo si può tenere vuoto. Forse invece che la commedietta sdolcinata, stasera dovremmo tutti guardare Scusate se esisto e Gli ultimi saranno gli ultimi, per capire la realtà delle donne che oggi festeggiamo da ipocriti.