due chiacchiere

L’intelligenza artificiale è già tra noi

Bellissima la serie di articoli pubblicati su Wired lo scorso mese, per analizzare le varie incarnazioni dell’intelligenza artificiale nella quale viviamo immersi. Quando si parla di questo tema, la mente corre subito ai film di Kubrick e Spielberg oppure ai giganteschi computer in grado di battere i più raffinati giocatori di scacchi. Molti sono convinti che il giorno in cui le macchine comanderanno il mondo in cui viviamo sia ancora ben lontano, e che la Skynet di Terminator sia soltanto un rigurgito della fantascienza più spregiudicata. Ed è qui che casca l’asino, direbbe qualcuno: come Wired dimostra nei suoi contributi, tutti i settori chiave del società moderna sono in mano ai computer, agli algoritmi, all’intelligenza artificiale. Si pensi alla finanza ad esempio: nel 2010 abbiamo assistito, in un paio di occasioni, ad inspiegabili crolli del mercato nel giro di 20 minuti, senza alcun apparente giustificato motivo. Un’indagine della commissione americana, mesi dopo, ha fatto luce sul mistero: particolari combinazioni di dati hanno fatto scattare le sentinelle elettroniche che oramai hanno sostituito i venditori urlanti di Piazza Affari. Algoritmi che hanno deciso di iniziare a vendere azioni. Altre “sentinelle”, accorgendosi di quest’inatteso comportamento, hanno sentito puzza di bruciato, ed hanno reagito di conseguenza vendendo anche loro, e così via. L’effetto a catena è stato fulmineo ed inarrestabile. Ora, pare, gli ordini saranno annullati e tutto ritornerà alla normalità.

Ma quest’incidente è da considerarsi un campanello d’allarme per l’intero sistema finanziario, sul quale l’amministrazione Obama sta cercando di porre più controlli. Anche sullo specifico aspetto degli algoritmi: dovranno essere più lenti, per dar tempo agli umani di reagire, ed in casi speciali dovranno richiedere l’autorizzazione ad agire da parte di un controllore in carne ed ossa. Ma lo stato dell’arte è probabilmente già troppo avanti per essere fermato, conseguenza logica dell’ingordigia di chi gioca queste grosse partite: il fiutare le mosse degli altri, eventualmente anticipandole per trarre un guadagno. E fiutarle in fretta, prima che gli avversari se ne rendano conto. Si tratta di una battaglia giocata su due fronti: nascondere le proprie intenzioni da un lato, e scoprire quelle degli avversari dall’altro. Il trucco? Immense quantità di dati, che gli algoritmi scandiscono alla velocità della luce per trovare dei pattern o delle similitudini. Che non sempre però corrispondono alla realtà dei fatti, e che possono far giungere gli algoritmi alle conclusioni sbagliate. E questo è solo l’inizio.

Commenti

  1. CyberAngel
    ha scritto:

    E intanto la mia intelligenza non artificiale stacca la spina e si prende una settimanina di riposo più che meritato! Dichiaro terminati gli esami per questo semestre… Yuppi Doooo

  2. Trap
    ha scritto:

    Avete visto il film Wall-E? Un futuro “comandato da robot” non mi piace proprio per niente…

    Risposte al commento di Trap

    1. camu
      ha scritto:

      @Trap: non ci rimane che rassegnarci, la direzione è quella e non c’è scampo secondo me. In molti settori anzi è già realtà, vedi appunto borse e mercati 🙂 Beh tu dovresti esserne fiero, visto che sul data mining (sul quale molti di questi algoritmi si basano) c’hai fatto la tesi eheh

  3. Francesco
    ha scritto:

    E’ stato osservato che le scimmiette che pigiano i pulsanti a caso ottengono risultati equivalenti a quelli degli analisti di borsa.
    Rimango convinto del fatto che le menti che governano gli andamenti delle borse e delle politiche internazionali siano attente e vigili, considerata l’importante delega che hanno.

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