due chiacchiere

Ma cosa è successo a Pisa?

Da giorni leggo notizie, commenti, critiche e polemiche su un fatto increscioso avvenuto a Pisa. La cosa ha attratto la mia attenzione in modo particolare dato che, in quella ridente cittadina toscana, io ho vissuto per circa 15 anni, come studente universitario prima, e con i miei primi lavori nell’informatica poi. Lì è dove sono diventato adulto (sebbene alla soglia dei cinquant’anni non mi senta proprio degno di quell’appellativo, ma questa è un’altra storia) ed ho conosciuto molti dei miei amici, lì è dove ho incontrato Sunshine e dove mi sono sposato. Ecco perché mi si drizzano le antenne ogni volta che questo luogo a cui sono particolarmente affezionato spunta sui giornali. E se già pensavi “ecco, camu dice dice, ma poi quando si tratta di parlare di qualcosa che possa rappresentare una critica al suo governo tanto amato, fa finta di nulla”, non hai capito di che pasta sono fatto. Se qualcuno ha sbagliato, non m’importa che sia di destra o di sinistra, dovrà pagarla. Voglio sperare che il governo non preferirà insabbiare la cosa e proteggere anche le mele marce, perché finirebbe solo per danneggiare la polizia stessa.

Alcune scene dall'episodio di violenza a Pisa

A dirla tutta, ancora non mi è chiara la dinamica dei fatti: alcuni dicono che i manifestanti sono stati un po’ violenti, ed è questo che ha scatenato la reazione (eccessiva?) della polizia; altri invece dicono che si sia trattato di un evento pacifico e spontaneo, e che le manganellate siano state completamente fuori luogo. Comunque non mi pare sia stata una situazione paragonabile, ad esempio, ai famigerati eventi del G8 di Genova del 2001 in cui morì Carlo Giuliani. Una cosa è certa: ci lamentiamo spesso, io per primo, di vedere questi giovani d’oggi sempre appiccicati al cellulare, a fare balletti stupidi su TikTok ed a condividere fantastilioni di selfie ogni giorno su Snapchat, ma poi, quando si organizzano per protestare, li trattiamo in questo modo? Dovremmo anzi incoraggiarli ad assumere un impegno civile più attivo, più coinvolto, più attento al futuro incerto che li attende, reso tale dai tanti errori commessi dalle generazioni che ci hanno preceduto. Certo, i genitori dovrebbero insegnar loro a non sputare addosso a nessuno, neppure alla polizia. Io pagherei per vedere le mie figlie, ed i giovani dei tranquilli sobborghi americani in generale, così appassionati da mettersi in gioco in prima linea, anziché essere inebetiti davanti ad uno schermo. Persino Leonardo Manera è d’accordo:

Ma volevo dire una cosa, posso? Alle persone che dicono “tenete i figli a casa”, ma… porca miseria, forse si è dimenticato o si dimentica, concentrati sul manganello, perché quei ragazzi erano lì a manifestare. Erano lì a manifestare perché ogni giorno in Palestina muoiono decine, per non dire centinaia, di persone. Lasciamo stare il termine genocidio / non genocidio, c’è chi può pensarla così oppure no. Ma vogliamo immaginare che nei ragazzi questa cosa abbia un effetto maggiore che sulle vecchie menti imbolsite di noi cinquantenni? Nel senso che, porca miseria, ma lì stan morendo, e per una volta che dei ragazzi giovani veramente si prendono a cuore sto fatto, perché probabilmente a loro fa impressione, io ci credo che a loro faccia impressione che ogni giorno là muoiano decine e decine di persone, di civili. Ma cavoli, ma ben vengano questi che ancora un po’ vengono mossi da queste morti vere, che ci sono tutti i santi giorni. Non possiamo dire “tenetele a casa”, ma che ca**o di ragionamento è? Ma porca miseria, continuano a morire persone e probabilmente a noi non fa più effetto, perché noi siamo dei vecchi rincoglioniti, che pensano probabilmente solo al padel, ai soldi, a quant’altro, andare a giocare a padel. Ma siccome probabilmente sui ragazzi giovani questa cosa ha, ancora un po’, grazie a Dio, di effetto, ma porca miseria ben venga che vadano in piazza a manifestare!

Poi, a dirla tutta, sono solo in parte d’accordo con Salvini che dice “giù le mani dalla polizia”: sebbene non debba essere facile essere un poliziotto in prima linea, questo non giustifica che qualche testa calda debba ricorrere all’uso della violenza appena può. Comunque mi auguro che l’Italia non cominci a copiare l’America anche in questo. Qui nessuno si fida della polizia, specialmente le persone di colore, perché di aggressioni ce ne sono state fin troppe. Sia chiaro, questo non giustifica quelli che qui gridano Defund the police! (togliete i fondi alla polizia), perché, ripeto, non bisogna far ricadere le colpe di poche mele marce sulla categoria nel suo complesso. Io conosco poliziotti che hanno saputo sempre fare il proprio mestiere con calma, dedizione e nervi saldi, facendosi un culo così per proteggerci quando ce n’è bisogno. Non si deve cadere nel facile errore di fare di tutta l’erba un fascio (la battura mi è stata servita su un piatto d’argento), e strumentalizzare questi eventi per scopi completamente diversi.

Commenti

  1. ha scritto:

    Argomento insidioso. Coraggioso a dire la tua. Io non riesco a farmi un’idea nonostante anche altri video che sono sbucati qua e là. Ma se devo dire la mia… qui il 50/50 ci sta.
    Ora so che posso sembrare di parte che appoggi il governo, visto la mia appartenenza politica. Ma qui mi baso su le mie esperienze passate prima come studente e poi anche per un’unica e spaventosa esperienza dietro gli scudi. È un racconto che credo passerà sul mio podcast personale ma qui racchiudo in una testimonianza: che tu sia davanti agli scudi o dietro devi essere consapevole e presente. Quell’evento (il blocco alla manifestazione) è una velina di eventi che possono tramutarsi in pura violenza (da entrambe le parti). Sono d’accordo con te, e dalle notizie credo che questi fatti saranno vagliati e arriveranno provvedimenti.

    Un’altra cosa, visto che sono stato dalla parte dei “cattivi”, vorrei che non pensiate che i poliziotti o le forze dell’ordine in genere cerchino queste situazioni. Anzi… ci sarebbero mille argomenti: ma qui abbiamo fallito su entrambe le sponde.

    Risposte al commento di Daniele

    1. ha scritto:

      Parto da una considerazione sull’apertura del tuo commento: che ci voglia coraggio per esprimere la propria opinione di questi tempi, è una cosa che mi rattrista parecchio. Come diceva Davide in un altro commento, è il segno che il dibattito è proprio morto.

      Riguardo allo specifico, sono d’accordo con te: non bisogna cadere nell’errore di demonizzare l’intero corpo della polizia per una situzione incresciosa che abbia coinvolto una manciata di persone. A Pisa ci sono tanti anarchici annidati nelle facoltà umanistiche, o almeno c’erano ai tempi in cui abitavo lì. Ragazzi che che fanno dell’odio per le forze dell’ordine una missione di vita. Poi però quando crescono, capiscono che la società funziona anche grazie al rispetto delle regole, e che l’anarchia non è poi questa manna dal cielo in cui avevano riposto tutte le loro fiducie. Quindi immagino che la situazione in quella ridente cittadina sia già tesa di suo, e non solo in questo specifico frangente.

      Ma il problema è che si fa presto ad affibbiare etichette di buoni e cattivi seguendo le logiche perbeniste estreme dei tempi in cui viviamo. Ma perché deve sempre ridursi tutto ad una concezione manichea del mondo, dove c’è solo il bianco ed il nero? Perché non possiamo analizzare i fatti e capire che le generalizzazioni strumentalizzate non fanno bene a nessuno? La polizia e le forze dell’ordine servono, non c’è dubbio, e questi eventi non devono essere la scusa per portare avanti un’agenda di destabilizzazione sociale, come già fanno quelli della cancel culture che tolgono la parola “grasso” dal libro di Willy Wonka. Un mondo sterile e privo di sentimenti è solo un mondo triste.

  2. ha scritto:

    Io direi che sono dalla parte opposta alla vostra. Politicamente dico, o meglio … a livello ideologico. È chiaro che la Polizia serve, che tutti i poliziotti non sono dei pestatori di minori e così via. Ho trovato il commento di Salvini come al solito inutile e fuorviante. Anche di proposito direi, perché questo è un’altro episodio di scontri violenti come glu ultimi negli ultimi mesi.

    Bisogna far chiarezza su quanto successo. E qui la cosa di fa più grave perché, come nei due principali conflitti, l’uomo della strada non ha più certezza di quel che gli viene mostrato raccontato. Perché se. sento un TG dire che a Gaza ieri si è sparato per disperdere la folla, mi chiedo perchè andassero disperse persone che cercavano aiuti? Non è più verosimile che abbiano sparato all’impazzata?

    I poliziotti hanno davvero coscientemente chiuso i ragazzi per menarli?

    La mancanza di un dato oggettivo è quello che mi spaventa. Se l’avessimo potremmo sbilanciarci in commenti e valutazioni. Che questi siano letti secondo una visione del mondo e delle cose lo ammetto, che non si sia sicuri di cosa si stia leggendo mi preoccupa molto, invece.

    Risposte al commento di Nicola

    1. ha scritto:

      Pur essendo ideologicamente opposti, questo non vuol dire che non si può essere d’accordo in situazioni come quella di Pisa. Anzi, ti do perfettamente ragione sulla parte che mancano dati oggettivi oramai su qualsiasi cosa. In fondo è proprio riassunto nel titolo del mio post. Secondo me, il modo migliore è lasciar lavorare la giustizia, sperando che agisca nel modo più imparziare ed apolitico possibile. Riguardo a Gaza, sfondi una porta aperta: da mesi ripeto che ci stanno solo raccontando quello che gli fa comodo, e lo dipingono in maniera da influenzare la nostra percezione della realtà. Un caso da manuale di agenda setting, un fenomeno che oramai ha raggiunto livelli sconcertanti. E poi però ci lamentiamo della censura cinese: noi in occidente, con l’agenda setting, non siamo certo messi molto meglio, anche se non ce vogliamo accorgere.

  3. Trap
    ha scritto:

    A proposito di agenda setting, questa lettura è interessante (parla degli accordi di Minsk di cui sono passati 10 anni , ma ho trovato ave una somiglianza con le “violenze della polizia”).

    Risposte al commento di Trap

    1. ha scritto:

      Non ricordavo per nulla quei fatti, ho dovuto rinfrescarmi la memoria su Wikipedia. Interrogativi interessanti, quelli che pone l’articolo che hai segnalato.

  4. Aldo
    ha scritto:

    Io, come sai, sono di parte, non per appartenenza politica, ma perché l’ambiente delle forze dell’ordine lo conosco bene.

    Come dici, la maggior parte dei giovani hanno tutt’altri pensieri per la testa, tanto da non sapere nemmeno come si chiama il presidente della Repubblica, figuriamoci su cosa sta accadendo a Gaza.

    Di conseguenza, quando ci sono temi politici di mezzo le piazze sono gremite di gente che hanno già una propria appartenenza politica. Tipo, racconto un episodio buffo avvenuto nella seconda manifestazione: alcuni ragazzi hanno imbrattato di vernice un poliziotto e hanno beccato anche Sartori (quello del movimento delle sardine che ora sta nel PD), dicendo che lui lì non doveva esserci. E lui ha detto che lì c’erano persone di uno schieramento politico chiamato “Potere al popolo”.

    Tornando alla prima manifestazione, quando ne organizzi una bisogna informare le forze dell’ordine perché devono sapere cosa vuoi fare e dove vuoi andare. Se ti organizzi senza dire nulla e vuoi andare dappertutto, è ovvio che succede il casino.

    Ovvio che se provi a forzare un posto di blocco della polizia prendi le manganellate. Non credo si abbia bene la percezione di essere un poliziotto e avere davanti centinaia di persone che ti vengono addosso. Non è solo l’insulto, lo sputo. E’ proprio la massa che ti viene addosso e tu devi fermarla se no, scudo o non scudo, ci resti secco.

    Sono adolescenti? Gli adolescenti di oggi sono dei colossi. Un 16enne di oggi è il doppio di un poliziotto (che ha un’età media di 50 anni).

    Poi, dai fatti di cronaca, è ormai noto che ci sono le baby gang di 13enni, gli adolescenti che violentano, quelli che picchiano gli insegnanti, ecc. Non è che siccome uno è adolescente è automaticamente un santo spinto da motivazioni nobili e gli è automaticamente permesso fare qualsiasi cosa ad una manifestazione. In mezzo alla folla ci puoi trovare qualsiasi cosa (il delinquente, il criminale).

    Nelle forze dell’ordine ci sono teste calde? Assolutamente sì e per svariate ragioni. Per lo stress continuo che si vive facendo quel lavoro, ma anche perché semplicemente, come purtroppo accade negli impieghi pubblici, ci sono i raccomandati che non solo non dovrebbero assolutamente fare quel lavoro, ma dovrebbero proprio stare in galera.

    Ciò non toglie che se vai davanti a un gruppo poliziotti che hanno bloccato una strada con un furgone e vuoi forzarlo, testa calda o meno, adolescente o adulto, stai andando contro la legge e e devi essere fermato.

    Risposte al commento di Aldo

    1. ha scritto:

      Ecco, molte delle cose che dici non le ho lette in nessuno degli articoli che ho trovato sull’argomento. Le baby gang di cui ho letto negli ultimi mesi mi preoccupano davvero tanto. Specialmente quando arrivano a stuprare una ragazza inerme e lo postano sui loro profili social. Quando leggo quelle cose, mi rendo conto di quanto danno abbiamo fatto nel non educare e dare disciplina ai nostri figli, cercando di essere solo loro amici e quindi perdendo ogni autorevolezza nei loro confronti. Gli insegnanti picchiati a scuola poi mi fanno davvero rabbrividire.

      Risposte al commento di camu

      1. Aldo
        ha scritto:

        Ho trovato qualche giorno fa questo articolo scritto da Rampini.

        Cosa ne pensi? E’ davvero così?

        Risposte al commento di Aldo
        1. ha scritto:

          Interessante. Mi hai dato l’idea per un post. Si, sfortunatamente le cose stanno messe davvero così. Io ad esempio ho avuto problemi all’università dove lavoravo prima per essermi azzardato a difendere Cristoforo Colombo, che stando a molti miei colleghi invece andrebbe cancellato dalla faccia della Terra.

        2. Aldo
          ha scritto:

          Viene da pensare che la gente più studia e più diventa scema…

        3. ha scritto:

          Me ne sto accorgendo anch’io. Tant’è che in questi mesi c’è un gran dibattito sulle università americane che sembrano essere troppo come l’ambiente descritto nell’articolo che hai segnalato. La gente si sta stufando del politically correct estremo.

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