due chiacchiere

Doc, Nelle tue mani: terza stagione

Un paio d’anni fa scoprivo, grazie a RaiPlay, la serie televisiva Doc, Nelle tue mani. Una bella rivisitazione tutta italiana del Dottor House che così tanto apprezzai all’epoca. Da poco è disponibile sulla piattaforma digitale la terza stagione di Doc, in cui ritroviamo il dottor Fanti e la sua (nuova) equipe dopo le peripezie del Covid. Approfittando del mio periodico appuntamento con la montagna di panni da stirare, ho iniziato a guardarlo in questi uggiosi fine settimana invernali. In questa stagione, gli autori sembrano volersi concentrare sulla possibilità che Andrea, il protagonista, possa riacquistare pezzi della sua memoria. Creando una situazione scomoda per la ex moglie Agnese (Sara Lazzaro), che invece sembra voler far di tutto per nascondere il motivo per il quale lei ed Andrea abbiano finito per separarsi. Tutti avevamo creduto finora che fosse per la morte del figlio, ma potrebbe non essere così.

Prima di continuare, il doveroso avviso ai naviganti: qui nel seguito parlerò di dettagli della terza stagione, quindi se non vuoi rovinarti la sorpresa, per oggi puoi anche fermarti qui. Ti confesso che mi dispiace non aver ritrovato gli altri medici che ci avevano fatto compagnia nelle prime due stagioni: io sono un abitudinario per natura, e tendo ad affezionarmi ai personaggi. Tant’è che, guardando il primo episodio di questa nuova stagione, mi chiedevo se gli autori della serie TV stessero seguendo più o meno alla lettera il romanzo da cui hanno tratto ispirazione, o se avessero deciso di ovviare a problemi di casting inventandosi storie diverse. Un po’ come è successo con Il Racconto dell’Ancella, la cui trasposizione televisiva va ben oltre il libro da cui ha tratto ispirazione. Mi sa che è arrivato il momento di usare uno dei miei crediti su Audible per rispondere alla mia domanda 🙂

Storia a parte, quello che mi è piaciuto di questa terza stagione è lo stile narrativo utilizzato, ed i salti tra passato e presente che allargano la visuale dello spettatore un tassello alla volta. Lo stile ha quasi un sapore americano, e più guardo i vari episodi, più vedo i richiami all’approccio narrativo del Dottor House (ma non è una critica, anzi!). Ad esempio, l’episodio in cui capita un terremoto, ed Andrea rimane bloccato in ascensore, è un chiaro riferimento al ventiduesimo episodio della sesta stagione, dove il dottore più scorbutico della televisione si trova a dover curare una paziente bloccata tra le macerie di un edificio crollato a seguito di un’esplosione. Devo ammettere che gli autori ed il regista hanno fatto un buon lavoro a rendere quel senso di angoscia e tensione che si prova ad essere intrappolati in un ascensore con una partoriente. Compreso il finale in cui il dottore smemorato cerca di strapparla dall’abbraccio della morte.

E che dire dell’episodio dove si tocca il tema dell’intelligenza artificiale in medicina, tanto caro al sottoscritto? Per me è stata una piacevole sorpresa vedere che una serie tv decidesse di affrontare un tema così attuale e pieno di interrogativi. D’altro canto non è una novità che agli autori di Doc piaccia raccontare la quotidianità: l’intera seconda stagione è stata incentrata su come il Covid fosse vissuto in corsia, con tutti i suoi drammi e le paure dovute all’incertezza di un virus pandemico. Certo, mi sarebbe piaciuto che il finale di quell’episodio traesse una conclusione diversa, invece di dichiarare l’uomo vincitore sulla macchina. Mi sarebbe piaciuto sentire che questi due mondi dovrebbero in effetti collaborare invece di gareggiare a chi arriva primo alla soluzione. Perché la diagnostica di un computer può essere molto più efficace di quella di un uomo con le sue limitate conoscenze.

Ora mancano solo poche puntate alla conclusione di questa stagione, vedremo come andrà a finire. E speriamo che rinnovino la serie per ancora qualche altro anno, perché secondo me è davvero una bella produzione.

P.S.: ho visto che tutti parlano di Mare Fuori, disponibile anch’essa su RaiPlay. Che ne dici, ne vale la pena?

Commenti

  1. Trap
    ha scritto:

    Anche noi stiamo seguendo la serie, ci sta piacendo, poi le scene in cui Doc recupera spezzoni di memoria sono memorabili 🙂

    Invece per quanto riguarda Good Doctor, secondo me è naufragato dalla terza stagione in poi: un errore grave è stato quello di far morire il dottor Melendez (dopo il terremoto), questo dottore era molto “amato” dalle donne 🙂 e inoltre non si vedono più le analisi mentali del dottor Shaun come nelle prime stagioni.

    p.s. anche noi abbiamo sentito di Mare fuori, ma ancora non abbiamo avuto l’occasione di provarla

    Risposte al commento di Trap

    1. ha scritto:

      Beh e poi Luca Argentero è un gran pezzo di figliolo, senza nulla togliere al resto del cast 😀

      Concordo sulla serie The Good Doctor: io ho seguito le prime due stagioni, poi però ho notato che stava perdendo colpi, e che le malattie diventavano molto ripetitive e non c’era più quella creatività che gli autori avevano mostrato all’inizio, così ho smesso di guardarla.

      Risposte al commento di camu

      1. Trap
        ha scritto:

        Esattamente come accadde ad Heroes, anch’esso calante dalla terza stagione…

        Risposte al commento di Trap
        1. ha scritto:

          Speriamo non succeda lo stesso a Doc!

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