Caro Dio, [..] ti penso spesso e sono sincero lo faccio di più quando son giù di morale rispetto a quando gli ingranaggi ruotano gioiosi. [..] Dio volevo dirti che nel complesso hai fallito. Sei stato un padre/madre che ci ha abbandonato senza un buon motivo, solo troppe scuse e giustificazioni. Ma una cosa di buono secondo me l’hai fatta [..] hai creato l’amore. Non è perfetto ma giustifica qualcosa, vale la pena pretenderlo, cercarlo e starci male quando è troppo dentro.
Comincia così la tredicesima lastra del libro Radiografie all’anima di Hermansji .:., nome d’arte dell’avvocato Hermans Joseph Iezzoni. La scorsa estate me ne ha mandato una copia cartacea fin qui in America, con tanto di dedica ed autografo (mica noccioline!). Da mesi mi ripromettevo di scriverne una recensione, ma neppure il Cinar che bevo tutte le sere, aiuta contro il logorio della vita moderna. E così non riuscivo a trovare un attimo di tempo per trasformare in bit le mie impressioni su questa piccola scatola piena di perle preziose. Se non altro per ringraziare Hermans che mi ha virtualmente accompagnato per un paio di settimane nel mio viaggio quotidiano per andare al lavoro.
Devo ammetterlo: il linguaggio è un po’ ostico, e certi capitoli ho dovuto rileggerli un paio di volte per provare a gustarne meglio il significato. D’altro canto, lui stesso mette le mani avanti nella prefazione:
Io ed il lettore non andremo mai d’accordo, perché ci odieremo e ci ameremo a vicenda. In definitiva lo scopo di un libro, senza pretese o che mente avendone troppe, è quello di mescolare i pensieri di chi scrive e di chi legge [..] Forse è un libro da odiare prima che da amare, fatto di una diagnosi con un linguaggio tutto suo. Un romanzo dove tutto è scontato, eppure se il lettore abbassa la guardia rischia di venir travolto dalle sue pagine.
Tutto vero, posso confermarlo. La storia si snoda lungo un percorso accidentato, fatto di sofferenza, di incomprensioni, di sesso e di abbandono. Il monologo di un uomo ferito nel cuore dalla crudeltà ed insicurezza di una ragazza che non lo capisce. Una tappa obbligata nel cammino di molte coppie, quando dopo aver fatto l’amore, lei si volta dall’altro lato immergendosi in tanti pensieri, forse troppi.
Il lettore finisce per fare le radiografie alla propria anima, attraverso il romanzo che diventa un mero strumento che stampa le lastre, una ad una. Quel “venir travolto dalle sue pagine” di cui parla Hermans, succede sul serio. Forse anche per colpa della scrittura oleosa, quasi priva di punteggiatura, che l’autore usa per dar vita ai suoi pensieri. Uno stile che non lascia certo indifferenti, che non passa inosservato. Ed io mi ritengo fortunato a conoscere (anche solo virtualmente) persone capaci di tutto questo.
Commenti
Grazie!
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Bellissimo incipit, complimenti hermansji. Lo aggiungo alla mia wishlist… magari prima o poi arriva! 😉
Ciao,
Emanuele
Emiliano grazie!
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Emiliano?!? 😐
Ciao,
Emanuele
Risposte al commento di Emanuele
@Emanuele: beh, forse sarebbe ora di cambiare nome in effetti 🙂
ops, Emanuele scusa !!
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Ehehe, un caso di persona brava a scrivere ma non a leggere! 😛
Ciao,
Emanuele
😀
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