due chiacchiere

D’amore e di rabbia

Qualche mese fa, una mia amica mi ha suggerito la lettura di un romanzo ambientato nella Sicilia degli anni 20, D’amore e di rabbia, di Giusy Sciacca. In cui si racconta la storia di Amelia Di Stefano, donna catanese trasferita a Lentini come punizione per un errore commesso da giovane. Una storia in cui amore e politica s’intrecciano formando un qualcosa di delicato e piacevole, ed il ruolo della protagonista si dipana tra sotterfugi ed odio viscerale nei confronti di una situazione che la tiene prigioniera. “Che madre sarebbe stata lei. Se lo era chiesto più volte. Se lo domandava ogni volta che il ventre di una donna la turbava, perseguitandola quasi. Forse era anche per questo che nella disperazione aveva scelto di cimentarsi come maestra a Catania. Magari era solo un modo per redimersi, per perdonarsi e ritrovare negli occhi dei figli degli altri quelli che lei aveva messo al mondo”.

Un racconto che, per tanti versi, mi ha ricordato un altro libro che lessi tempo fa, La portalettere. Due donne forti costrette a vivere in un tempo ed una mentalità troppo stretta per i loro canoni. Come ci ricorda l’autrice (spiegando il titolo del libro), “un uccello in gabbia non canta per amore ma per rabbia.” E noi siciliani quella rabbia e quell’amore per la nostra terra li conosciamo fin troppo bene. Quelli sono i sentimenti che provo ogni volta che metto piede su quest’isola così piena di contraddizioni. Le lotte di classe raccontate da Giusy Sciacca sono ispirate a fatti veri, e per questo hanno un sapore più genuino ed appassionante.

La trama quasi viscerale si muove tra i chiaroscuri di una Sicilia e di un’Italia attraversate da un tumulto emotivo che vede fronteggiarsi proprietari terrieri e sindacalisti. I personaggi che incontriamo tra i vari capitoli del libro sono tutti rinchiusi, a modo proprio, in una gabbia dorata, fatta di notti di passione e giorni di prigionia dei sentimenti, di rispetto imposto e di gratitudine che ha il sapore amaro della dipendenza. Santina, Rosario, Enza, Carmela e Mariano ci presentano un quadro di umanità e di lotta che racconta il lento sgretolamento dell’aristocrazia e il risveglio delle coscienze popolari. Un quadro che anch’io fascista incallito ho saputo apprezzare 😅🫣.

Insomma, D’amore e di Rabbia non è solo un romanzo storico: è un viaggio nell’animo umano, nella forza delle donne e nella rabbia di chi, pur ferito, non smette di cercare la libertà. Che è quello che, a mio parere, si vede ancora oggi negli occhi e nei cuori dei siciliani che incontro ogni volta che vado in Sicilia.

Commenti

  1. Interessante questa recensione, mi piacciono i libri che uniscono romanzo e storia. Me lo segno
    massimolegnani

    Risposte al commento di Carlo Calati (massimolegnani)

    1. camu ha scritto:

      Beh allora non puoi perderti I leoni di Sicilia 🙂 Fammi sapere cosa ne pensi…

Lascia un commento

Torna in cima alla pagina