due chiacchiere

Un esperimento sociale su scala mondiale

Più o meno dieci anni fa citavo un passaggio dal bellissimo film Quinto Potere del 1976, di cui avevo scoperto l’esistenza grazie a Sebastiano Barisoni del Sole 24 Ore, che ascoltavo religiosamente ogni giorno sull’autobus mentre tornavo a casa. Mi pare che le cose non siano cambiate poi tanto in tutto questo tempo, anzi casomai sono persino peggiorate. Così ho trovato un altro passaggio che mi sembra alquanto attuale. E mi è venuta voglia di guardare questo film per la terza volta.

Attualmente, c’è da noi un’intera generazione che non ha mai saputo niente che non fosse trasmesso alla TV. La TV è la loro Bibbia, la suprema rivelazione. La TV può creare o distruggere presidenti, papi, primi ministri. La TV è la più spaventosa, maledettissima forza di questo mondo senza Dio, e poveri noi, se cadesse nelle mani degli uomini sbagliati [..] e quando una fra le più grandi corporazioni del mondo controlla la più efficiente macchina per una propaganda fasulla e vuota, in questo mondo senza Dio, io non so quali altre cavolate verranno spacciate per verità, qui. Quindi ascoltatemi. Ascoltatemi! La televisione non è la verità! La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni e giocatori di calcio! Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere.

Noi commerciamo illusioni, niente di tutto questo è vero, ma voi tutti ve ne state seduti là, giorno dopo giorno, notte dopo notte, di ogni età, razza, fede… conoscete soltanto noi! Già cominciate a credere alle illusioni che fabbrichiamo qui, cominciate a credere che la TV è la realtà e che le vostre vite sono irreali. Voi fate tutto quello che la TV vi dice: vi vestite come in TV, mangiate come in TV, tirate su bambini come in TV, persino pensate come in TV. Questa è pazzia di massa, siete tutti matti! In nome di Dio, siete voialtri la realtà: noi siamo le illusioni! Quindi spegnete i vostri televisori, spegneteli ora, spegneteli immediatamente, spegneteli e lasciateli spenti, spegnete i televisori proprio a metà della frase che vi sto dicendo adesso, spegneteli subito!

Sono convinto che queste parole saranno sempre attuali, specialmente nella nuova società che sta emergendo da questa pandemia e che ora si ritrova a dare un senso ad una guerra che un senso non ce l’ha (per parafrasare Vasco Rossi). Ancora è troppo presto per capire chi saranno vincitori e vinti di questo esperimento sociale su scala mondiale. La ricerca sta iniziando a muovere i primi passi in tal senso, e le ramificazioni di quello che stiamo attraversando andranno ben oltre ciò che possiamo immaginare oggi: dalla scuola alla medicina, dal lavoro ai trasporti, la rivoluzione è appena cominciata.

Con un denominatore comune che rimane invariabile: i media. Mentre negli anni ’70 era la televisione a farci il lavaggio del cervello, come dice il signor Beale qui sopra, adesso vi abbiamo aggiunto la rete, i social, le app e tutte le diavolerie che tengono la nostra mente distratta mentre nelle stanze dei piani alti, i potenti concretizzano le macchinazioni più inquietanti. Ed oggi siamo più vulnerabili che mai: la rapidità degli ultimi eventi mondiali (la pandemia prima e la guerra adesso) ci ha colti del tutto impreparati, costringendoci a confrontarci con la nostra fragilità come individui e come società.

Come crescerà, e con quali consapevolezze e quali paure, la generazione post-Covid-19 degli influencer, dei ragazzi che passano le giornate su TikTok e Instagram? Quanti rischiano di restare indietro, con quanto danno sociale ed economico? Avendo figli, queste domande a volte non mi fanno dormire la notte.

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