due chiacchiere

Un racconto nato da un sogno

L’altra notte ho sognato un nuovo capitolo di un racconto che il mio cervello sembra aver costruito in maniera del tutto indipendente ed autonoma. Già, mi sta capitando ultimamente di essere spettatore di una storia messa in scena, a puntate, dalla mia mente. A differenza dei telefilm, non mi è dato sapere quando il mio alter ego decide di mandare in onda una nuova puntata, quindi è sempre una piacevole sorpresa, specialmente se le immagini riescono ad imprimersi quel tanto che basta a poterle ricordare anche dopo aver aperto gli occhi. Così ho deciso di trascrivere questi spezzoni qui sul blog, attaccando le parti oniriche con una colla razionale, ricostruendo i pezzi mancanti e, come cantava qualcuno, cercando di dare un senso a questa storia. Anche se un senso, forse, questa storia non ce l’ha. Le “puntate” non avranno un ordine sequenziale e neppure una cadenza specifica, per preservare quel retrogusto onirico da cui tutto ha avuto origine. Buona lettura.

We don’t waste no precious time

Allo scoccare delle sette in punto, la radiosveglia s’accese come tutte le mattine, diffondendo nell’aria le ultime notizie del giornale radio. Nel letto le lenzuola si mossero leggermente, mentre Enrico emise una specie di mugugno-grugnito, evidente manifestazione del proprio disappunto nel doversi già svegliare. Il silenzio, la temperatura perfetta e la penombra invogliavano di certo a rimanere avvolti in quello stato di pace e quiete. Ma per fortuna il profumo del caffè appena fatto e di cornetti croccanti sfornati al momento, aiutavano il ritorno dal regno di Morfeo. Di là in cucina Laura canticchiava un motivetto mentre sistemava i piatti della sera prima. Perché, diciamo la verità, la sera è fatta per spaparanzarsi sul divano a guardare un po’ di televisione, con le gambe di lei accavallate su quelle di lui. “Prima o poi compreremo il divano con l’appoggia gambe”, continuava a prometterle Enrico, “appena il capo si convince a darmi l’aumento, è la prima cosa che farò”. Anche se, sotto sotto, era molto legato a quel pezzo d’arredamento, comprato con il suo primo stipendio qualche anno prima.

Laura era entrata in camera da letto, si sdraiò lentamente accanto a lui e lo accarezzò sul collo. Lui si voltò stropicciandosi gli occhi e vide che gli porgeva un pezzetto di cornetto direttamente dalla sua bocca. Senza esitare le si avvicinò lentamente e fece suo il piccolo regalo, soffermandosi poi sulle sue labbra. “Dai, giù dal letto pigrone, vai a farti una doccia e vieni a fare colazione” sussurrò divincolandosi dalle sue braccia. Alzò la tapparella ed aprì la finestra. Un’aria frizzantina s’infilò nella stanza, fino a solleticare i piedi scoperti di Enrico. Fuori c’era un po’ di nebbia, che faceva sembrare i campi erbosi del paesaggio come uno di quei quadri espressionisti dove tutto si confonde e si mescola. Abitare sulle colline intorno alla città aveva  i suoi pregi: aria buona, affitto basso e la soddisfazione di mangiare le proprie verdure. Infilò le ciabatte e, un po’ barcollante, si diresse verso il bagno.

Commenti

  1. ha scritto:

    Mi piace… anche se *immagino* molto di te nel racconto. 😛
    Ciao,
    Emanuele

  2. camu
    ha scritto:

    @Emanuele: beh, almeno così non puoi più dire che sto diventando monòtono a parlare sempre e solo di America, ricette e WordPress 😀

  3. ha scritto:

    Eheh, l’ho pensato subito, sai? 😀
    Ciao,
    Emanuele

  4. Simona
    ha scritto:

    e pensare che credevo di essere strana a farmi dei film durante la notte….per fortuna non sono l’unica ^_^

  5. camu
    ha scritto:

    @Simona: allora che aspetti a raccontarceli? 🙂 Sai, stavo pensando ad un esperimento in stile “collettivo” per il mio racconto, ovvero dare la possibilità a chi lo legge di integrarlo, aggiungere capitoli ecc… una cosa scritta a più mani insomma. Chissà che ne verrebbe fuori…

  6. Simona
    ha scritto:

    allora mi trovi favorevolissima (fra l’altro sto cercando di portare a termine un mio ‘romanzo’ XD)

  7. Simona
    ha scritto:

    Ma posso ranccontare un mio sogno qui?
    Stavo sognando come al solito un ‘film’, si perchè i miei sogni sono tutti film lunghi con trame e a puntate!!!
    Dunque nel sogno ero coricata a letto e, attraverso i buchi della serranda, che nel sogno erano enormi (nei sogni è tutto assurdo-.-) intravedevo un’astronave aliena…così mi sono alzata e sono uscita fuori per vedere, tutta eccitata perchè finalmente avevo visto un ufo (perchè devi sapere che nella realtà ho visto qualcosa di ‘strano’ nel cielo e non era nemmeno tanto lontano, ma questa è un’altra storia…)
    Una volta uscita fuori, ovviamente, mi sono accorta di essere in un luogo diverso da quello in cui avrei dovuto essere: c’era un enorme piazzale, con tre edifici bassi (un luogo che cmq esiste e in cui sono stata parecchie volte).
    Questo ufo ad un certo punto inizia l’atterraggio proprio vicino l’edificio in cui dormivo io e la mia famiglia, così tutta affannata e spaventata inizio a correre verso ‘casa’ entro e mi rimetto a letto…inizio ad avere un senso di agitazione incredibile, perchè sentivo dei rumori e avevo paura per mi figlio che dormiva nella sua cameretta…
    mi sveglio…ho gli occhi pesanti…e…vedo una testa sporgere dalla porta della stanza da letto…io ho cercato di chiamare mio marito ma non mi uscivano le parole di bocca…
    insomma forse ancora dormivo, anzi sicuramente dormivo, ma mi sono cagata addosso lo stesso!!!!

  8. camu
    ha scritto:

    @Simona: questo mi ricorda un mio sogno di tanti anni fa, che ancora ricordo come fosse praticamente ieri. In quel caso si trattava di un terremoto, io non riuscivo ad aprire bocca, poi mi sono svegliato tutto agitato e sudato 🙂 Comunque, se ti va di scrivere un pezzo della storia qui sopra, mandami pure le tue bozze eheh

  9. ha scritto:

    Per anni ho sognato lo stesso sogno con sviluppi di varia natura di sonno in sonno.
    E non ci crederai ma nel sogno ero insieme a Cristoforo Colombo mentre navigava verso le americhe.
    Poi ho smesso e nelle americhe non ci sono mai arrivata.

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