due chiacchiere

Un’Europa egoista

Più leggo le recenti notizie sullo scompiglio “economico” che si sta vivendo in Europa, più mi sento fregato dai governanti che c’avevano detto, una decina d’anni fa, che l’euro sarebbe stato la salvezza del Vecchio Continente. Uno scudo contro l’intrinseca debolezza delle monete nazionali, ci hanno detto. E poi finalmente non bisognerà scambiare lire con marchi o franchi, quando si va all’estero, precisavano. Tutte cavolate: l’effetto principale dell’introduzione della moneta unica è stato l’aumento dei prezzi, non c’è dubbio. Insomma, la comodità di pagare in euro in giro per il continente c’è costata un po’ troppo, secondo me. Ma la vera ironia è che quando finalmente è arrivato il momento di dimostrare che l’unione fa la forza, quando c’è qualcuno che soffre ed ha bisogno d’aiuto, i padroni del cucuzzaro che fanno? S’irrigidiscono e stringono i cordoni del borsello. Allora qualcuno mi spiega che cavolo c’hanno rifilato a fare queste false speranze negli ultimi dieci anni?

Faccio una doverosa precisazione: non sono un esperto di economia, non ho studiato la materia se non in modo superficiale in qualche corso “facoltativo” durante gli anni dell’università, quindi è probabile che stia solo sparando baggianate. Però il mio dubbio permane: in un momento in cui Grecia e Portogallo annaspano, la Germania che fa? Dice no agli aiuti, di fatto rischiando di far crollare l’intero sistema euro, o comunque di aprire una falla nella sua robustezza. Posso capire che i greci hanno davvero fatto i discoli negli ultimi anni, con una finanza “allegra” e spensierata. Ma questa è un’occasione per testare sul campo il meccanismo tanto lodato in questo decennio, non per egoismi e rigidità. Ecco, qui si riassume la sostanziale differenza tra vecchio e nuovo continente: l’Europa troppo rigida e lenta nel reagire, l’America a volte un po’ frivola ma rapida nel rialzarsi.

Commenti

  1. Fabio ha scritto:

    La Germania si sta opponendo agli aiuti per motivi tecnicamente difficili, ma concettualmente abbastanza ovvi. A differenza delle altre monete statali europee il Marco era molto forte ed ha avuto benefici nel cambio potendo imporre, così come faceva prima, una linea economica per l’area euro. Quelli che vengono erroneamente definiti “aiuti” per la Grecia non sono altro che indebitamenti con il Fondo Monetario Internazionale: loro introducono liquidità per decine di miliardi di euro e gli stati che ne usufruiscono diventano de facto debitori. Quindi i piani di rientro saranno molto lunghi e spesso dispendiosi. Ma il FMI – che è come dire USA che detiene il 16.79 della percentuale voti – quando fornisce “aiuti” non ha come scopo quello di far rientrare i capitali con gli interessi aggiunti, ma di poter dettare le regole politiche che gli stati debitori devono seguire. Tutto definito da statuto. Consentire un’intrusione così forte dell’FMI significherebbe anche minare le regole di autonomia dell’intera area euro. E’ per questo che si sta cercando di trovare strade di ristrutturazione anziché di “aiuto”. (ci sarebbe da spiegare molto di più, ma i commenti sono quello che sono).

    p.s. ti leggo da molto e vorrei chiederti una cortesia: potresti evitare di scrivere “c’hanno” “m’hanno” “c’ha” “m’ha”. Sono errori e costrutti sintattici molto brutti da leggersi – nel significato che gli dai tu – a differenza di quello che succede nel parlato. Nel fiorentino “c’ha” in realtà sarebbe “che ha” e non “ci ha”. Grazie e scusami per la petulanza, ma ho capito che sei molto attento a queste cose 😉

  2. Francesco ha scritto:

    Camu,

    appoggio in pieno la tua considerazione, i grandi piani studiati a tavolino per drenare denaro e ledere la dignità delle persone avranno pure belle vetrine, ma poi?
    E perchè si dà scarsa considerazione, dal vertice e dalla base attiva e militante, a questo effetto nefasto di impoverimento generale?

    Fabio,

    avresti fatto bene a limitarti alla tua precisazione, utile per quanto riguarda la parlata fiorentina se vuoi, ma non mi pare il caso di interferire nella linea di espressione di momenti creativi come la comunicazione informale su blog.

    Un saluto

    Francesco

  3. Andrea Pinti ha scritto:

    Hey Camu, scusa ma questa volta la pensiamo diversamente.
    Innanzitutto, aiutare la Grecia con troppa facilità porterebbe ad un precedente non indifferente, da cui qualsiasi paese potrà decidere di gestire la propria economia in modo più “largo”, sicuro degli eventuali aiuti in caso di difficoltà. Questa è una cosa che va assolutamente evitata.

    In secondo luogo, nonostante sia un dato di fatto che i prezzi siano aumentati negli anni subito dopo l’introduzione dell’euro, la stabilità monetaria che ne ha conseguito non puo’ che rafforzare l’Europa in ambito internazionale.

  4. camu ha scritto:

    @Fabio: parto dalla fine, chiedendo venia per quelle abbreviazioni poco “italiane”. Hai ragione, sono in genere abbastanza pignolo su queste cose, e come avrai visto cerco sempre di mantenere un italiano corretto e pulito. A volte, lo ammetto, mi lascio andare con qualche licenza poetica, ma la tua osservazione mi richiama all’ordine 🙂 In merito agli aiuti alla Grecia, capisco il tuo punto di vista e quello di Andrea nel commento sotto, ma pensavo che per entrare nell’unione bisognasse dimostrare di saper fare le cose in un certo modo, di avere i bilanci apposto e di gestire l’economia secondo regole chiare e più o meno pulite. Non è forse questo il motivo per cui si sta ritardando l’ingresso in Europa di altri Paesi dell’est? Perché la Grecia si e gli altri no?
    @Andrea Pinti: non mi è chiaro dove sia il rafforzamento dell’Europa, l’euro è colato a picco in pochi giorni, per via di quello che sta succedendo. Non è forte affatto, anzi la gente ha ancora paura… Sull’aiutare la Grecia, non dico che d’ora in poi bisogna essere di manica larga e lasciar fare agli stati quello che vogliono, anzi… proprio i trattati economici dovrebbero essere usati in quest’occasione per richiamare i governi ai propri doveri nei confronti della comunità europea. Ma allo stesso tempo, non si può lasciare uno stato allo sbando, solo perché un altro stato ha le elezioni fra due settimane 🙂
    @Francesco: grazie per l’appoggio, sono contento di non essere l’unico a pensarla così. In merito alla precisazione di Fabio, un po’ ha ragione… vedrò di stare più attento! In fondo comunque dipende dal contesto: se l’argomento non è frivolo (come in questo caso) allora è bene evitare certi gergalismi.

  5. Caigo ha scritto:

    L’economia ha sempre una sua logica ed alla fine ti presenta il conto. I problemi di Grecia, Portogallo e Spagna erano annunciati. Mi è venuto quasi da ridere (se ci fosse da ridere su queste cose) quando in un telegiornale ho sentito la frase “per fortuna che il premier Greco si accorto….” Ma accorto di cosa? I conti non vanno nel pallone in due mesi, è l’effetto di anni e anni di “lavoro”.
    L’economia creativa crea di questi problemi e per questo sono preoccupato anche per i conti dell’Italia. Noi siamo quelli che abbiamo inventato la cartolarizzazione con i beni dello stato, insomma…debiti su debiti…speriamo in bene.

  6. Fabio ha scritto:

    Mi sono scusato in anticipo sulla precisazione linguistica proprio perché magari è solo una mia pignoleria. Mi piace molto la scrittura elegante e confidenziale di Camu, quelle piccole forme gergali secondo me ne “inceppano” un po’ la lettura 😉

    Per quanto riguarda l’argomento – più serio – del post v’è da dire che hai pienamente ragione sulla questione posta da te nel commento. Per deformazione professionale cerco di guardare prima al generale, però la posizione della Merkel e della Germania (quella iniziale perlomeno, ora hanno dovuto cedere alla concessione degli aiuti per forza di cose) è condivisibile proprio per il punto da te toccato: per entrare in Europa bisogna(va) avere un’economia virtuosa in grado di rientrare negli standard ed in grado di abbattere il deficit/debito pubblico. La Germania da questo punto di vista ha ragione perché la Grecia, ai tempi dell’entrata in Euro, presentò dei conti falsati. Purtroppo non è stata avviata nessuna sanzione concreta ed i risultati sono questi. In linea di principio la Germania ha ragione per questo, poi nell’atto pratico non si può rinunciare a concedere gli aiuti alla Grecia. La moneta unica lega tutti gli stati Europei ad un unico filo, se crolla uno crollano tutti. Lo si è visto nella reazione delle Borse.
    Un saluto a tutti

  7. camu ha scritto:

    @Fabio: nessun problema sulla puntualizzazione del c’hanno 😉 Anzi sono contento quando chi legge i miei rantoli ci tiene a farmi notare questi dettagli, sinceramente. Riguardo all’argomento del mio articolo, alla fine la Germania ha dovuto cedere, ma condivido il tuo punto di vista (I see your point, come direbbero qui in America). La colpa però, in questi casi, è un po’ di tutti. Di chi non ha vigilato in maniera indipendente (possibile che l’Europa si fidi ciecamente degli istituti nazionali di statistica? I dipendenti di Eurostat che fanno? Rubano solo lo stipendio?), di chi non ha governato seriamente, di chi ha scritto le regole economiche senza prevedere che una cosa del genere potesse succedere. Come sempre, quello che mi stupisce è il fatto che i capoccioni che guidano il Vecchio Continente sembrano cascare dalle nuvole, e non sanno che pesci pigliare. Un po’ poco, non trovi? E’ pur vero che ammetto la riluttanza della Germania ad aprire il borsello, perché loro già sanno che questo è solo un assaggio, e che di soldi per rimettere in sesto la Grecia ne servono almeno 10 volte tanto. E poi, come è stato detto qui sopra, c’è il rischio che anche Spagna e Portogallo inizino a batter cassa. Ma allora, non si fa prima a far uscire questi Paesi dall’Europa, dato che non stanno rispettando i trattati? La regola non dovrebbe essere uguale per tutti? (vedi quelli che non vengono fatti entrare proprio per lo stesso motivo)

  8. lurebu ha scritto:

    @camu:
    la cosa è veramente molto complicata. Intanto la Germania, no, non ha scelta. Deve pagare come tutti. E non è un fatto meramente economico ma politico. In sostanza il problema è di un entità spaventosa. Il vero problema non è la Grecia, che come dice giustamente Caigo, la cui sorte era conosciuta da anni. Il vero problema è l’assalto a una Comunità Europea debole.
    Lascio ad altri “scoprire” da chi e perchè.
    Debole perchè, sostanzialmente, il processo di Europeizzazione non solo non è mai stato completato, ma è già stato sull’orlo di fallire totalmente in più di una occasione.
    In modo semplicistico .. puoi avere una moneta unica, ma non hai ne Le Leggi, ne la possibilità alcuna di farne rispettare le regole. Oggi, più che ieri, si vede fallire anche l’unica minaccia applicabile, che sarebbe quella di far Uscire dall’Euro il birichino. Una minaccia inutile nella realtà dei fatti.
    In parole semplici, il Parlamento Europeo non è più un Opzione. Senza la possibilità di intervenire sulle singole legislature, (Come negli States un governo centrale interviene globalmente, e per le questioni di carattere nazionale, sulla legislazione locale) l’euro non solo è inutile, ma non ha nessun modo (Questo viene oggi messo in assoluta evidenza) di far applicare le proprie regole, oltretutto discusse democraticamente.
    E ci sarebbe da dire molto altro, ma ripeto, il problema qui è serio e non è la Grecia o l’Euro, ma qualcosa di molto più importante.
    Infine, ricordo che la Grecia è affogata dalla corruzione .. a tutti i livelli. E non è che abbia solo barato sui bilanci. In sostanza .. si, come dice la Merkel .. so soldi buttati 🙂 Ma non se ne può fare a meno.

  9. camu ha scritto:

    @lurebu: grazie per le spiegazioni dettagliate. Quello che non capisco, comunque, è perché non si è deciso di guidare la Grecia verso un “fallimento pilotato” come fanno per le grandi aziende americane. Sarebbe costato molto di meno e si sarebbe fatta piazza pulita di tutte le storture del governo ellenico.

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