due chiacchiere

Oggi l’America volta pagina

Il grande giorno dell’inaugurazione di Donald Trump è finalmente arrivato, ed a dirla tutta non vedo l’ora che questi quattro anni passino in fretta, sempre che si arrivi alla fine del suo mandato. In queste ultime settimane in cui i riflettori hanno definitivamente abbandonato sia Biden che Harris, il duo Trump – Musk (ma il vice presidente non era Vance?) ha catturato l’attenzione del mondo con le loro uscite sempre più fantasiose e prive di un apparente filo logico, di un’agenda di base. In Italia i partiti che si presentano alle elezioni presentano un programma agli elettori, un programma che rappresenta anche un punto di partenza dal quale costruire le alleanze con altri partiti. In America, con Donald Trump, il programma si chiama “come mi son svegliato stamattina”: proprio questa imprevedibilità è la grande incognita del suo mandato, eppure gli elettori lo hanno votato lo stesso, dandogli carta bianca a partire dal momento in cui poggerà la mano su quella Bibbia che suggellerà il suo ruolo di Presidente degli Stati Uniti d’America.

Una mappa di Canada e Stati Uniti colorati con la bandiera americana

Un esempio lampante di questo approccio improvvisato senza né capo né coda è stata la sua sparata di qualche settimana fa, in cui ha pubblicato una mappa di Stati Uniti e Canada senza confini, colorate con la bandiera a stelle e strisce. Oppure l’idea secondo cui il canale di Panama dovrebbe tornare in mano agli Stati Uniti, o ancora che la Groenlandia dovrebbe essere ceduta dalla Danimarca, per la sua posizione strategica. Ora, io mi chiedo soltanto una cosa: quando queste sparate le fa Donald, allora tutti sorridiamo con la gocciolina di sudore 😅, mentre se la stessa cosa l’avesse detta Putin, apriti cielo. Si, lo so, Trump al momento è solo chiacchiere e distintivo, mentre Putin è tre anni che martella l’Ucraina a suon di bombe e droni. Allora guardiamo a Cina e Taiwan: Xi Jinping non ha ancora fatto nulla di concreto, eppure la comunità internazionale si sta bagnando prima che piova, e l’America già manda carrettate di armi all’isola asiatica. Ti sei mai chiesto cosa succederebbe se la Cina mandasse carrettate di armi a Cuba?

Questa cosa dei due pesi e due misure mette a nudo la propaganda che abbiamo subito in questi decenni da parte degli Stati Uniti. Svela una visione distorta della realtà in cui la legge non è uguale per tutti. Basta guardare a ciò che succede a Gaza: un genocidio che i potenti del mondo stanno comodamente ignorando, semplicemente perché nessuno vuol fare arrabbiare lo zio Sam, mettendosi di traverso sulla loro politica di difesa degli interessi economici nella zona. Una presa per i fondelli di proporzioni colossali, ma che tutti facciamo finta di non vedere. Si, qualche gruppetto di studenti protesta qua e là, ma si tratta di manifestazioni sporadiche che vengono silenziate rapidamente, e non fanno neppure in tempo ad arrivare sui giornali mainstream.

Intanto ecco un piccolo estratto da uno dei podcast che ascolto, in cui il prof. Manlio Graziano, esprime un parere molto simile al mio.

Si può vedere in due maniere: uno appunto che si tratta di boutade, si tratta del fatto che quando lui comincia a parlare poi non la smette più, dice la prima cosa che gli viene in mente, va avanti così. Il fatto è che in realtà queste boutade, chiamiamole così, sono in qualche maniera state concertate, o comunque i suoi collaboratori più stretti, e quelli che girano intorno agli ambienti del Dipartimento di Stato, sono stati avvisati. Quindi in qualche maniera qui si sta annunciando una svolta politica abbastanza importante, molto importante direi. E che è secondo me il segno della debolezza degli Stati Uniti, nel senso che gli Stati Uniti perché hanno bisogno, o almeno per il momento buttano lì l’idea, poi vedremo come e quando se si realizzerà, ma comunque perché hanno bisogno del Canada, della Groenlandia e del Canale di Panama? Perché sentono il fiato della Cina sul collo, e quindi fanno quello che hanno fatto, sostanzialmente quello che hanno fatto prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Che hanno occupato la Groenlandia e l’Islanda come misura preventiva dopo che la Danimarca era stato occupata dai tedeschi. Quindi ovviamente non siamo nello stesso scenario, però diciamo che la tendenza potrebbe essere questa.

Abbiamo un segno della debolezza degli Stati Uniti Sul loro stesso continente. Dopodiché può diventare un’operazione politica, nel senso che è innanzitutto politica, poi ovviamente quando si fanno queste operazioni se si dovesse prendere quei territori, si prenderebbe tutto: il petrolio del Canada, le terre rare, la Groenlandia e il canale a Panama. Ovviamente tutto fa. Però essenzialmente io direi mettere in avanti sempre la questione geo-strategica: sono delle posizioni assolutamente strategiche per gli Stati Uniti. Trump ha parlato di necessità di difesa Nazionale. Ovviamente questo vuol dire tutto e nulla, però guardando la carta geografica si vede chiaramente così. Perché nel 1940 gli Stati Uniti occuparono la Groenlandia e l’Islanda? Perché da un punto di vista strategico se i tedeschi arrivavano a mettere le mani sull’Islanda e sulla Groenlandia, sono a due passi dagli Stati Uniti, ed esercitano una pressione sugli Stati Uniti.

Insomma, quello che mi preoccupa non è tanto l’imprevedibilità di Donald, di quella ce ne faremo una ragione, ma piuttosto questo sbilanciamento nei rapporti di forza e nella percezione di come dovrebbe andare il mondo, a favore di un’America in declino che ha paura (altrimenti perché tirare fuori Panama e Groenlandia?). Ha paura dei progressi fatti in questi anni dai BRICS, a livello economico, tecnologico e di rapporti internazionali. Mentre il Paese a stelle e strisce è sempre più isolato sullo scacchiere internazionale, ed i partner si preparano ad aver paura di Trump, piuttosto che vedere in lui un alleato di cui potersi fidare, uno zio burbero che non è per nulla divertente al cenone di capodanno, dall’altra parte vediamo sempre più nazioni unirsi ai BRICS, un gruppo considerato sempre più affidabile e solido.

Commenti

  1. Katrina Uragano ha scritto:

    Di Vance non si sente parlare mai, praticamente.
    Solo Musk Musk Musk. Ne ho le scatole piene di quell’uomo, mi fa venire l’orticaria questa presenza eccessiva sempre e comunque. basta!

    Risposte al commento di Katrina Uragano

    1. camu ha scritto:

      Sono perfettamente d’accordo. E te lo dice uno che all’inizio stimava Musk come un genio maledetto in grado di lanciare compagnie che davvero facessero la differenza nel mondo, da Tesla a SpaceX (le missioni spaziali oggi si svolgono grazie al loro Falcon 9, invece che chiedere ai russi come accadeva fino a qualche anno fa). Poi gli deve essere saltata qualche rotella in testa, ed oggi è quello che è. Però allo stesso tempo, finalmente ci rendiamo conto di cosa sia un’oligarchia. Tutti abbiamo criticato gli oligarchi russi, ma ora che scendono in campo gli oligarchi americani, molti fanno finta di avere i prosciutti sugli occhi. Molto triste, non c’è che dire…

  2. La Banalità ha scritto:

    Ho Letto.
    Complimenti bel post.

    Risposte al commento di La Banalità

    1. camu ha scritto:

      Grazie, sarebbe bello se tutti avessimo più un approccio critico nei confronti di queste cose, invece che subirle supinamente in base all’indignazione telecomandata.

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