due chiacchiere

Vincono due repubblicani, e allora?

Ieri giornata elettorale nello stato in cui risiedo e zone limitrofe: si votava per il governatore (una specie del presidente della regione, volendo fare il paragone con l’Italia) nel New Jersey ed in Virginia, e per il sindaco di New York. Apro i siti dei giornali italiani e cosa leggo? Primo allarme per Obama, oppure ancora I repubblicani riprendono il controllo di due stati chiave, o cose del genere. Bullshit, direbbero qui i miei vicini di casa. Perché non c’è nessun pericolo per la stabilità del Governo e della poltrona di Obama: le amministrative, in Italia come in America, esprimono un parere sulla coalizione a livello locale, non una critica a quello che sta facendo l’abbronzato. Qui in New Jersey, la gente non ne poteva più del Democratico, che in 8 anni ha aumentato l’ICI, ha tolto troppi soldi ai ricchi (che in New Jersey sono un bel po’) e non ha creato un terreno fertile per l’economia dello Stato. Tant’è che durante la crisi abbiamo sofferto più di tanti altri.

Io ovviamente non ho votato, non essendo (ancora per poco) cittadino, ma se ne avessi avuto l’occasione, avrei dato la mia preferenza al Repubblicano, a prescindere dal colore politico del Governo Nazionale. E non perché io sia di destra o di sinistra: qui l’ideologia conta poco, specialmente quando si esce dalla crisi più brutta dal dopoguerra. E la gente guarda a cosa ha combinato il governatore per attraversarla: poco, veramente poco. La promessa di estendere l’indennità di disoccupazione non è stata mantenuta, lasciando molti disoccupati a bocca asciutta. La promessa di estendere il tempo per il congedo di maternità non è stata mantenuta, costringendo le mamme a tornare  presto al lavoro. La promessa di rimodernare il sistema di trasporti dello Stato è stata solo parzialmente mantenuta. Insomma, basta fare la somma, ed il risultato è presto ottenuto 🙂

Questo è quello che non dicono i giornali italiani, quando titolano a caratteri cubitali che Obama deve cominciare a tremare. E poi non bisogna dimenticare di guardare nel dettaglio anche le elezioni dei consigli comunali e dei sindaci che si sono tenute sempre ieri: non si vede assolutamente una schiacciante vittoria repubblicana, o lo spodestamento di sindaci e consiglieri, come si vorrebbe far credere. Insomma, Obama sta lavorando, zitto zitto, per il bene del Paese, ed il fatto che la ripresa già s’inizia a vedere all’orizzonte è tutto merito suo. Tutti si rendono conto, Repubblicani in testa, che se avessimo avuto ancora Bush, saremmo diventati peggio dell’Argentina o altre nazioni che hanno passato l’incubo del fallimento. E persino McCain s’è sbilanciato in un paio d’occasioni, apprezzando il lavoro del Presidente. Perché qui non conta se sei bianco o nero, nano o pelato, conta che tu sappia fare il tuo lavoro.

Commenti

  1. Sanghino
    ha scritto:

    Ciao,
    la tua critica al “Sistema Italia” inteso come informazione è più che legittimo. Visto che vivi negli States mi puoi togliere una curiosità: da quelle parti come si accede alla carriera giornalistica ? Esiste “L’Ordine”, o qualcosa di simile, come qui in Italia ?
    Sai perchè ti chiedo queste cose ? Perchè ho sempre più netta l’impressione che il livello giornalistico italiano sia estremamente basso … e quando dico estremamente mi limito … Questo sommato anche al “pilotaggio politico” determina un deserto informativo senza eguali. Cosa ne pensi tu ?

    Ciao

  2. camu
    ha scritto:

    @Sanghino: ovviamente no, non esiste nessun “ordine” a cui appartenere per essere giornalista in America. Qui ci si laurea in Giornalismo (e non in Filosofia o Lettere Classiche e poi si prende il patentino, come accade in Italia) ed appena esci dal college sei sul mercato: se sai dimostrare di essere un bravo giornalista, sei assunto. Niente caste, niente potere… certo, la politica a volte influenza i giornali anche qui. Ma tutto funziona alla fine, e nascono realtà come l’Huffington Post.

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