due chiacchiere

Arresti nei campus americani

Ultimamente ho altri pensieri per la testa, quindi non seguo nel dettaglio ogni notizia che appare sui giornali. Però quella degli arresti effettuati negli scorsi giorni nei campus americani mi ha chiaramente incuriosito, se non altro perché io lavoro per uno degli atenei coinvolti, l’Università della California, campus di Los Angeles. Dove, tra l’altro, è stato girato il video qui di seguito (disponibile anche nella versione integrale di 5 ore). Quello che non mi è chiaro è quale sia la giustificazione per arrestare questi manifestanti? Non mi pare siano violenti, non mi pare stiano invadendo nessuna istituzione in maniera aggressiva, come qualcuno invece ha fatto qualche anno fa durante la concitata transizione di potere tra Trump e Biden. Ed allora come mai quando in Cina ed in Russia si arrestano quelli che protestano, siamo tutti pronti a scandalizzarci, ma quando sono gli americani a sopprimere una protesta del tutto legittima, oppure ad incaprettare anche un italiano che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato, allora si fan spallucce e si pensa “eh, sò ragazzi…”. Mi sa che Chomsky, nel suo libro La fabbrica del consenso, che sto leggendo in questi giorni, ci aveva visto giusto.

Commenti

  1. ha scritto:

    Ho sempre avuto l’impressione che il disaccordo va bene solo se è in accordo con qualcuno, altrimenti viene stigmatizzato e contrastato.
    Gli americani non mi sono mai sembrati veramente democratici, non razzisti e aperti a tutti, mi è sempre sembrata una facciata per pulirsi la coscienza.

    Risposte al commento di Piero_TM_R

    1. ha scritto:

      Eh già, ed io me ne sono reso conto troppo tardi. O forse speravo che le cose sarebbero migliorate negli anni. Ed invece si va solo di male in peggio…

  2. Trap
    ha scritto:

    Sto seguendo da qualche tempo alcuni youtuber italiani che vivono (o lavorano) negli USA e mostrano dei video alquanto inquietanti del cosiddetto “lato nascosto degli Stati Uniti”. Ad esempio la situazione a Philadelphia è abbastanza tragica come da altre parti (per via della terribile fentanyl). Mi piacerebbe almeno sapere se, politicamente, si sta cercando di uscire da queste situazioni

    Risposte al commento di Trap

    1. ha scritto:

      Filadelfia è da anni peggio di Scampia e Secondigliano a Napoli, in termini di criminalità e degrado urbano di certe aree della città. Basta uscire dai quartieri turistici per incontrare gente quantomeno poco raccomandabile. Noi ci siamo stati un paio di volte. Il fentanyl è una piaga che tutti sembrano voler ignorare, perché nessuno sa cosa fare, politici in primis. Ma si tratta dell’espressione di un malessere sociale dei giovani schiacciati tra il politically correct estremo, che li spinge a non esprimersi per paura di offendere qualcuno, e la polarizzazione politica e sociale, che ha distrutto quegli ideali che tutti avevamo ai tempi di Obama e prima. Guardavo l’altro giorno su YouTube il discorso fatto da Bush all’indomani dell’elezione di Obama, così pacato, così collaborativo, così “da adulto”, e mi rendevo conto di quanto ci fossimo allontanati da quei tempi.

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