due chiacchiere

Asfalto antismog in centro

Qualche tempo fa mi ero lamentato della scarsa manutenzione riservata ad alcune grandi vie di comunicazione qui dove abito. Devo parzialmente ricredermi e dare atto al comune di star spendendo i soldi dei contribuenti nella maniera migliore. Nelle scorse settimane sono iniziati i lavori (anche notturni per creare meno disagi alla circolazione) per rifare una tra le più trafficate vie della zona: 30 chilometri di strada riasfaltata in maniera impeccabile, tanto è piatta e livellata. E fin qui nulla di strano: anche in Italia rifanno le vie di tanto in tanto. Ma con quale materiale?

Per essere una nazione che non ha firmato il tanto celebrato Protocollo di Kyoto, l’America fa fin troppo rispetto a quelli che l’hanno firmato: apprendo dai giornali locali, infatti, che i comuni interessati a questi lavori hanno deciso di sperimentare un nuovo asfalto “assorbismog” di cui tanto si era parlato non molto tempo fa. Non mi è chiaro quanto sia dimostrata l’efficacia di questo materiale, ma già il semplice fatto di voler sperimentare, dimostra quanto qui ci tengano al problema. Ed alla manutenzione delle strade.

D’altro canto l’America è una nazione fondata sull’automobile, ancor prima che sulla libertà e sul lavoro. I famosi drive-thru che timidamente abbiamo importato nei McDonald italiani, qui si estendono alle poste (per imbucare le lettere senza dover parcheggiare “un attimino” in doppia fila), ai bancomat, al Blockbuster ed alle farmacie. Mi chiedo se mai qualcuno ha provato a fare uno di quei bizzarri esperimenti del tipo “vivere una settimana senza mai scendere dalla macchina” usando i tanti drive-thru disponibili ed una carta di credito.

Commenti

  1. ha scritto:

    Ne avevo sentito parlare in tivì di questo nuovo tipo di asfalto (avevano anche parlato di un tipo di intonaco per gli edifici), sulla carta dovrebbe “assorbire” ed eliminare le polveri sottili e cose simili.
    Non so se lo fanno sempre, in alcuni film si vede, ma le lavano sempre le strade? Anche questo è un ottimo sistema per abbattere le polveri sottili, cosa che in alcuni stati europei fanno, in Italia no, se non con quei veicoli che dovrebbero raccogliere le cartacce!
    Per poi non parlare di asfaltare di notte, a Genova vengono solo fatte le righe in terra di alcune strade di notte, per il resto che regni il caos!
    Credo che impazzirei a stare una settimana in auto senza scendere per fare le compere! 😯

  2. (Lady).Chobin
    ha scritto:

    Bello allora poi ci fari sapere se funziona davvero.
    L avedo dura non scendere mai dalla macchina, come vai in bagno? come ti lavi? Mah!

  3. Trap
    ha scritto:

    Al momento questo asfalto “mangia-smog” è solamente una sperimentazione e non sempre funziona. Stanno ancora facendo ricerca su questo. Comunque di riasfaltare tutte le strade ne passa…

  4. camu
    ha scritto:

    Piero, staremo a vedere come va… però già l’autobus la mattina sballonzola molto meno con l’asfalto nuovo di zecca, e questo è sicuramente un vantaggio! Lavare le strade? Lo fanno solo in paese qui, non per le strade di comunicazione, e neppure tanto spesso. Ma qui non ci sono tanti che buttano le cartacce, quindi anche per questo non c’è bisogno 😛
    LadyChobin, beh intendevo escluso il bagno e la notte 🙂

  5. ha scritto:

    In Italia siamo un po’ indietro ma almeno si stan diffondendo gli asfalti “anti-rumore”… e con l’inquinamento acustico delle nostre città, la riduzione di quello può rappresentare un benessere da non sottovalutare.
    Impressionante invece ciò che dici nel finale… ecco perché gli americani son sempre più sovrappeso. Non si muovono più neanche per imbucare una cartolina!
    Ciao,
    Emanuele

  6. camu
    ha scritto:

    Emanuele la buca delle lettere io la guardo dal lato positivo: in Italia ti tocca sempre parcheggiare in doppia fila o chissà dove, per imbucare una lettera, qui almeno evitano i problemi di questo tipo. Sporgi il braccio e via. Sono d’accordo comunque che qui siano pigri, ma non è una novità… anche se ultimamente non si vedono più tanti “ciccioni” come alla fine degli anni 80.

  7. Paolo
    ha scritto:

    Se funzionasse sarebbe una mano santa, ma non credo possa risolvere il problema…

  8. camu
    ha scritto:

    Paolo l’unico modo per risolvere il problema è lasciare a casa la macchina 🙂 E tornare a lavorare l’orto dietro casa propria.

  9. Paolo
    ha scritto:

    Beh no anche l’auto a idrogeno o trasporti pubblici funzionanti potrebbero andare! (Mi sa che in Italia le due cose hanno la stessa probabilità di avvenire) 🙂

  10. camu
    ha scritto:

    Ecco appunto. Il trasporto pubblico andrebbe incentivato molto di più: qui ti scontano dalle tasse le spese sostenute per acquistare i biglietti di autobus e treni, quando servono per recarsi al lavoro. E dovresti vedere il fiume di bus che si riversa ogni mattina a New York. Dove come a Milano si pagano 8 dollari per entrare in auto, ma solo 2 dollari per girare in lungo e largo con la metropolitana.

  11. LaCapa
    ha scritto:

    Non parliamo di strade e d’asfalto, ché nelle carreggiate della mia città ci sono certi crateri che neanche l’Etna ha bocche così grandi.

  12. camu
    ha scritto:

    Grazie Clicky, per il tuo commento, non conoscevo quel sito con l’elenco delle città, mi sembra un’ottima iniziativa. I dati sono incoraggianti: quello che hanno usato sulla Morris Avenue qui da me, non so quanto sia efficace già adesso. Ma sicuramente anche se non risolve del tutto il problema, aiuta molto (stando a quei dati). In fondo, dico io, sempre meglio che non averlo. Anche se togliesse solo il 10%, è pur sempre il 10% in meno di smog nell’aria.

  13. Roberta
    ha scritto:

    sono nuova del tuo blog (devo dartene atto, è davvero fatto bene). Per ora ho letto solo gli ultimi due post, ma mi sembra molto bella l’idea di tenere un filo diretto tra Italia e America, perché se non ho capito male è lì che vivi adesso? Sono molto attratta, come molti, dall’America, è un “bisogno” nato praticamente con me. Pensa ho trovato oggi una foto di quando avevo dodici anni in cui mi ero tutta avvolta nella bandiera a stelle e strisce che i miei, esasperati mi avevano regalato. Confessarlo di questi tempi questo “amore”, ha i suoi rischi. Ma non ha nulla a che fare con guerra, mc donald’s o hollywood.
    Tornerò spesso a farti visita. Ancora bravo.

  14. camu
    ha scritto:

    Sba, basta fare un paio d’ore di macchina da dove abito io per arrivare in Pennsylvania (da non confondere con l’europea Transilvania, come facevo io da piccolo). Lì ci troverai mucche, amish, fattorie e gente che va ancora in giro con il carretto. Vita sana, cibo genuino, poco inquinamento. E le tasse della Pennsylvania sono pure più basse che negli Stati limitrofi. Ultimo, ma non meno importante, fanno il famosissimo Philly Cheesteak (cerca in rete) che è una cosa squisita! Nota: in quello Stato cercano anche un sacco di programmatori, se t’interessa. Ma ora ti toccherà aspettare il prossimo Aprile perché per quest’anno i permessi di soggiorno li hanno finiti tutti 🙂

  15. Sba
    ha scritto:

    Io voglio una fattoria nel Kentucky perché adoro prendere a calci nel sedere le mucche 🙂 Scherzo, ma tu che ci stai a fare in Merica? Hai bisogno di un programmatore? Di un cameriere? Di un buttafuori? Ne ho le balle piene delli Taglia.

    *ogni errore ortografico è volutamento voluto.

  16. camu
    ha scritto:

    Sba, accidenti, sei uno che ha le idee chiarissime, vedo. Beh, le donne della Pennsylvania sono molto carine, e se guardi su Google Maps, vedrai che ci sono distese sterminate di terra dedicata esclusivamente alle coltivazioni, con minuscole casette di tanto in tanto. Per quello che ne so, sono in genere autosufficienti perché non ci sono molti supermercati, da quelle parti… Il tuo sogno è già realtà, qui!

  17. Sba
    ha scritto:

    Ehm, e degli amish che me ne faccio? Ah beh, siccome amo gli animali potrei prendere loro a calci nel … invece delle vacche. Uffa, che cattivo che sono stasera. Comunque la mia idea di fattoria è: 600 ettari di terreno distribuiti in modo circocentrico rispetto alla fattoria, animali e quanto necessario a vivere in modo del tutto autosufficiente, pannelli solari ed eoliane per produrre energia, connettività a banda stra-larga, impianto a biomassa per il gas (con relativa conversione di tutti i motori dei mezzi d’opera per poter marciare con tale carburante), due o tre lavoranti donne (carine, servizievoli e anche un po’ crine), uno stereo da 180 KWatt per poter sdrenare i muri come un tornado senza che i vicini rompano, un rifugio anti-tornado e una buona assicurazione contro la grandine. E, oltre alla piantagione di tabacco, tutto l’occorrente per fabbricarsi birra e whisky, of course.

    Ovvero: ZERO contatti col resto del mondo umano, se non via email. Sono un cinico misantropo erotomane tabagista ed etilista, del resto. 🙂

  18. Sba
    ha scritto:

    Ok, vada per la Pennsylvania, il nome mi piace. Per le donne, ahimé, sono dotato di tale attrezzo da 20 anni (compiuti ieri): consuma, inquina e non ricevi contributi di stato se la dai indietro. Però tiene compagnia e non la cambierei per niente al mondo (certo che le lavoranti carine, insomma, pianto la meliga e poi posso nascondermici dentro 🙂 ). Vabbé, me la sognerò stanotte la mia fattoria ecologica. Tu, da parte tua, sei un passo avanti rispetto a me. In Merica già ci sei. Io sono qui a mantenere con le tasse il tricologo di Berl’Utri e il dietologo di Fassino….

  19. FulviaLeopardi
    ha scritto:

    puoi sempre provarci, a fare un esperimento 😉

  20. baseball bettie
    ha scritto:

    e quindi, a tre anni di distanza, c’è qualcuno che sa darci un’opinione su questo tanto discusso “asfalto antismog”? 🙂

    Risposte al commento di baseball bettie

    1. camu
      ha scritto:

      Mah, io nel frattempo mi sono trasferito in un altro paesino, quindi non saprei dare indicazioni precise. Però effettivamente non si trovano dati ufficiali in merito!

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