Parafrasando quello che cantava Jovanotti qualche anno fa, “non mi basta mai” di aggiungere nuove funzioni al mio piccolo spazio in rete. Dopo i colori che cambiano ogni mese, dopo l’avviso che consiglia di usare una risoluzione più adatta al proprio schermo, dopo la traduzione in inglese di alcuni articoli (rigorosamente fatta a mano), negli scorsi giorni ho attivato il monitoraggio dei link in uscita. Per te che non parli tecnicese, mi spiego meglio: sappiamo tutti che Google Analytics consente di conoscere ogni più segreto dettaglio di come i visitatori usano un sito web. Tutto bene, finché questi rimangono all’interno del recinto: possiamo sapere dove sono andati, quale pagina hanno cliccato maggiormente, con quali parole chiave sono arrivati. Sfortunatamente non era possibile sapere dove cliccavano per uscire dal sito. Un piccolo trucco mi ha aiutato a risolvere il problema.
Infatti, per capire meglio se il mio blogroll è efficace (altrimenti che lo tengo a fare?) o quali commentatori ricevono più attenzione dai miei visitatori, mi serviva qualcosa che aggirasse la limitazione di Google Analytics. Ti avverto: da ora in avanti sarò costretto ad usare un linguaggio più tecnico, quindi se l’argomento non ti interessa, puoi benissimo fermarti qui. Oppure puoi contattarmi per sapere come avere anche sul tuo blog una cosa simile. Sfruttando la potenza di Javascript, le tecniche di manipolazione del DOM e le funzioni messe a disposizione da Google, ho semplicemente associato a tutti i collegamenti “esterni” un evento per l’onclick
.
Usando un metodo analogo a quello che consente di far apparire quei fastidiosi popup per l’anteprima del sito di destinazione (ad esempio con il servizio di Snap), un piccolo codice Javascript (che puoi vedere in questo codice sorgente) trova tutte le ancore (così si chiamano in gergo) della pagina, scarta quelle interne, e per le altre definisce l’evento onclick
. La cosa positiva è che si tratta di un metodo non invasivo: nessuna modifica è richiesta al proprio codice HTML per renderlo immediatamente funzionante.
Come si usa: basta aggiungere il codice al proprio sito, prima del tag di chiusura del BODY, in fondo alla pagina, e personalizzare l’indirizzo in cima. Dopo qualche tempo, in Google Analytics troverai, tra le pagine visitate, alcune il cui indirizzo inizia con “monitoraggio” (puoi personalizzare anche questo, nel codice che ti propongo), e che continua con l’indirizzo del collegamento cliccato per uscire. Semplice, no? Per i più curiosi ecco il risultato (PDF da 47kb) dopo un solo giorno: si vede molto la coda lunga, e forse ci sei anche tu!
Commenti
e’ cosi facile anche per la piattaforma blogger ?
Non ho conoscenze specifiche della piattaforma, ma in linea di principio dovrebbe funzionare senza problemi. Non so se loro in qualche modo “sovrascrivono” gli eventi associati all’onclick. Se non lo fanno, funzionerà quasi sicuramente 🙂
L’importanza dei link in uscita non è solo per il tuo blogroll, ma anche per il posizionamento nelle SERP dei motori di ricerca. Il tuo script mi sembra veramente utile per controllare cosa fanno i lettori. Se ne vuoi uno che ti offre i dati analytics degli ultimi 2 giorni, ne avevo scoperto uno
The Dandy, prima di tutto grazie per avermi segnalato l’articolo ed il tuo blog. Il segnalibro sembra abbastanza utile, anche se io in genere vado a spulciare parole chiave ed altre cose, ma non così di frequente. Però non mi è chiaro come il mio script possa essere utile per il posizionamento nei risultati dei motori di ricerca: non sono un esperto in materia 🙂
Ecco.. questa cosa è decisamente interessante! La vera utilità sta nella possibilità di avere i dati all’interno di google analytics.
La tua è una soluzione piuttosto snella, un javascript e via.. Però qualcuno ha pensato allo stesso problema con un plugin di wordpress, che mi ero segnato ma che non ho mai provato (sono prossimo a farlo).
Stando a ciò che viene dichiarato nella pagine di presentazione del plugin si possono monitorare i soli domini piuttosto che i link (ma questo vedo che lo fai anche tu..) oppure i files scaricati.
Davide, soluzione interessante quella del plugin. Avevo guardato in giro, per vedere se trovavo qualcosa di pronto, ma non l’avevo trovato e allora me lo sono costruito da solo. I file scaricati si possono monitorare, cambiando un po’ il codice sorgente, anche con questo mio script. Ma in effetti la soluzione del plugin è molto più flessibile! Magari ne faccio uno anch’io… quando mi passa la pigrizia.