due chiacchiere

Finalmente anch’io ho guardato Breaking Bad

Da mesi, se non addirittura anni, il mio fido amico Josè, che è meglio di IMDB quando si tratta di suggerirmi quali produzioni televisive americane vale la pena guardare in TV, mi consigliava di dare un’occhiata ad una serie di una decina d’anni fa, Breaking Bad. Stando al suo imperscrutabile giudizio, sebbene lui sappia che il genere drammatico noir non sia proprio il mio preferito, mi sarebbe piaciuta. Così un mesetto fa ho finalmente deciso di dargli retta e mi sono tuffato in una maratona durata alcuni fine settimane, tra una camicia da stirare e l’altra. E come volevasi dimostrare, ancora una volta Josè aveva perfettamente ragione. Visto che la serie ruota intorno allo spaccio di droghe, è proprio il caso di dire che si tratta di una produzione addictive, che causa dipendenza 😉 Ed ha avuto talmente tanto successo che hanno fatto un sequel, in cui si da una chiusura alla storia di uno dei due protagonisti. Il solito avviso ai naviganti prima di proseguire: nel seguito parlerò della trama e di particolari sui personaggi, quindi se non vuoi rovinarti la sorpresa fermati pure qui.

La serie narra la storia del signor Walter White, un professore squattrinato di chimica di Albuquerque, nel New Mexico. A Walter non ne va bene una nella vita: dopo aver rinunciato ad essere socio di un’azienda di prodotti chimici con i suoi amici dei tempi dell’università (che finisce per fare miliardi di fatturato), scopre di avere un tumore ai polmoni, che sembra lasciargli solo pochi mesi di vita. Insegnante di chimica nel locale liceo del paese, si trova costretto a lavorare in un autolavaggio, dove viene sottopagato, per mettere da parte qualche soldo per la famiglia. La situazione finanziaria non è delle più rosee, con le bollette mediche che s’accumulano. Così capita che un giorno Walter s’imbatte in un suo ex studente, Jesse Pinkman, che sbarca il lunario tramite lo spaccio di droga, producendo metanfetamina di qualità appena passabile. Avendo sentito in TV di quanti soldi fanno questi distributori, decide di fare un patto con Jesse per produrre una droga di qualità superiore, e di immetterla sul mercato locale.

Da qui comincia il cammino di quest’improbabile coppia in un mondo molto difficile, quello dello spaccio, fatto di povertà, di mafia e di tossicodipendenza. Nulla è lasciato al caso nel dipanare la trama lungo le cinque stagioni che compongono la serie. Anzi, proprio lo stile narrativo è quello che mi è piaciuto di più, facendo iniziare la maggior parte degli episodi con la scena finale della storia che sta per essere raccontata, e poi passando i successivi 40 minuti a capire come si è arrivati al punto intravisto in principio. Un espediente che il regista riesce ad usare per catturare l’attenzione dello spettatore, assicurandosi di includere tutti i particolari, anche i più insignificanti all’occhio dello spettatore inconsapevole. Ad esempio la scena dell’occhio di plastica che galleggia in piscina, che viene diluita su vari episodi, è una di quelle che mi è rimasta più impressa. La regia è un punto forte ed ha dei momenti altissimi, alcune sequenze sono strutturate come momenti chiave e restano impresse, quasi a dirti “hai notato anche tu che tra poco ci sarà il finimondo?” Come dimenticare, ad esempio, la scena in cui Walter se la ride restando nel sotterraneo quando scopre che sua moglie ha sperperato i loro soldi per il suo amante?

Ed a proposito, i personaggi di supporto sono tutt’altro che secondari: da Skyler, la moglie di Walter, colonna portante della famiglia a cui il chimico pazzo tiene così tanto, all’avvocato Saul Goodman (Buonuomo, se si potesse tradurre in italiano), sempre all’opera per rimediare ai pasticci che i due cuochi continuano a combinare nelle loro avventure con boss mafiosi ed altri cattivi di turno, tutto il cast contribuisce ad un prodotto finale che lascia il segno per la sua crudezza e le emozioni da montagne russe che riesce a suscitare nello spettatore. Proprio intorno al personaggio dell’avvocato di Walter e Jesse è stato creato un prequel, Better Call Saul, che racconta come Jimmy McGill finisca per diventare Saul Goodman. Mi sa che dovrò chiedere a Josè se vale la pena guardare pure questa serie TV. La sottile ironia della trama è che il cognato di Walter è un poliziotto che lavora proprio nella divisione per i servizi antidroga, e per quattro stagioni non sospetta che l’uomo a cui continua a dare la caccia è seduto proprio accanto a lui.

In conclusione, in Breaking Bad ogni cosa ha il suo tempo, e si va da situazioni surreali raccontate in fretta e furia, a scene piene di emozioni altalenanti che durano quasi un’intera puntata. Ma è chiaro che il regista non ha sentito l’esigenza di correre e giungere a conclusioni affrettate nemmeno nella stagione finale, dove i tempi si dilatano ed i protagonisti sembrano non voler avviarsi verso i titoli di coda.

Commenti

  1. Trap
    ha scritto:

    Interessante, me lo segno!
    Intanto sto seguendo Twin Peaks, serie molto in voga nei nostri ruggenti anni ’90, ma che non avevo mai avuto la possibilità di seguirla per via della mancanza di sottotitoli…

    Risposte al commento di Trap

    1. ha scritto:

      Suggeriresti di guardarla? Ricordo che all’epoca suscitò un gran scalpore…

      Risposte al commento di camu

      1. Trap
        ha scritto:

        Certamente, è considerata una delle serie più belle. Intanto ho scaricato Breaking Bad 😃 ti farò sapere

      2. ha scritto:

        Non è male, devi considerare i tempi cinematografici dell’epoca, alle volte un po’ lento e con alcune situazioni che oggi sembrano strane o recitate come si faceva negli anni 80. Solo la musica vale la serie.

        Risposte al commento di Piero_TM_R
        1. ha scritto:

          Vabbè, m’avete convinto 😉 Però prima devo finire Rocco Schiavone, sono all’inizio della seconda stagione. Una cosa alla volta…

        2. ha scritto:

          Non l’ho apprezzato, diciamo che non amo molto film e serie tv italiane

        3. ha scritto:

          Ammetto di non essere mai stato un appassionato di polizieschi, sarà perché mia nonna mi faceva guardare tutti gli episodi dell’ispettore Derrick che non erano proprio il massimo (per me all’epoca adolescente) della televisione. Schiavone l’ho guardato più per la curiosità dopo l’ennesima polemica che ho letto sui giornali sul fatto che metta in cattiva luce il corpo della Polizia di Stato, per capire se era davvero così oppure no. Certo, rispetto a Montalbano, è tutt’altra faccenda… ne farò un post.

  2. ha scritto:

    non capiro’ mai l’amore per Twin Peaks…

    Risposte al commento di claudio

    1. ha scritto:

      In America è pieno di fan incalliti…

  3. ha scritto:

    Lo spin-off sull’avvocato purtroppo non ha avuto il mio favore, colpa del fatto che dalla serie originale in Italia ha perso il doppiatore che gli dava un certo stile.

    La serie Breaking Bad è stata grandiosa, forse un po’ noiosa quella finale, geniali i personaggi e le situazioni.

    Risposte al commento di Piero_TM_R

    1. ha scritto:

      Interessante… in effetti ho letto un po’ di recensioni miste su Better Call Saul. Alcuni colleghi mi dicono che è assolutamente da guardare (incluso Josè), mentre altri dicono … meh. Non mi rimane che guardarla per vedere chi ha ragione. Ma come dicevo qua sopra, prima devo finire Rocco Schiavone.

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