due chiacchiere

Sex Education ci racconta gli adolescenti inglesi

Un mio ex collega dell’università dove lavoravo prima era un grande appassionato di serie televisive nord-europee, specialmente quelle inglesi e scandinave. Così grazie a lui ho scoperto, ad esempio, The Killing, una vecchia serie danese sulla falsariga del più popolare (almeno in Italia) Ispettore Derrick o del cane più famoso della Germania, Rex. Oggi però voglio parlarti di un’altra produzione, questa volta inglese, decisamente più leggera e divertente delle storie della poliziotta Sarah Lund, in cui sbirciamo dietro le quinte della vita quotidiana di un gruppo di adolescenti delle campagne britanniche, con tutte le loro paure, incertezze e battaglie per ritagliarsi un angolino nella realtà sociale in cui sono immersi: Sex Education. Un racconto in cui l’equilibrio tra il serio ed il faceto viene raccontato con intelligenza, senza mai scadere nel volgare scontato e fine a se stesso. Certo, c’è qualche scena un po’ piccante, se così vogliamo dire, ma ogni dettaglio è raccontato con quel senso di scoperta in cui tutti possiamo riconoscere il nostro cammino interiore durante la nostra adolescenza. In Italia, da quanto leggo, le tre stagioni sono disponibili su Netflix sin dal 2019. La solita nota prima di continuare: nel seguito parlerò della trama, quindi se non vuoi rovinarti la sorpresa, puoi pure fermarti qui per oggi.

La trama ci presenta Otis, classico sedicenne intelligente ma schivo e decisamente non popolare nel liceo del paese, che cerca di guadagnarsi un briciolo di fama dispensando lezioni clandestine di terapia sessuale a pagamento ai compagni di scuola, grazie all’esperienza nell’ambito acquisita dalla madre sessuologa (Gillian Anderson) che riceve i clienti in casa, e dalla sua compagna di classe Maeve (Emma Mackey), all’apparenza disinibita e trasgressiva, che presto diventa la mente imprenditoriale dell’attività e procacciatrice di clienti. Come involontario assistente troviamo Eric, miglior amico di Otis, un ragazzo gay di colore che la comunità del paesino, per buona parte, non riesce ad accettare ed accogliere, con tutte le difficoltà del caso.

Non ci vuole molto ad immaginare come le situazioni in cui finiscono per cacciarsi i nostri protagonisti siano comicamente tragiche e piene di risvolti inaspettati. Intorno ai personaggi principali si muove un nutrito gruppo di comprimari ben caratterizzati, che sono stati resi talmente interessanti da rubare, ogni tanto, la scena ai protagonisti. In ogni puntata vi sono micro-storie o sottotrame, sempre in dosaggio molto equilibrato rispetto alla storia principale, che possono prendere spunto dalle peculiarità dei “pazienti” di Otis o da avvenimenti legati ai protagonisti, e che non disturbano mai la narrazione principale, ma anzi in molte occasioni consentono di familiarizzare di più con i personaggi, apprezzandone le varie sfaccettature del carattere.

Le puntate scorrono veloci tra intermezzi divertenti e ironici, momenti più seri quando non addirittura drammatici e, ovviamente, scene esplicite di sesso, piazzate sempre a supportare la storia, mai esagerate o inopportune, anzi, sdrammatizzate in modo divertente, imbarazzato e goffo. Proprio come nella vita reale di molti adolescenti. Il tutto condito da una regia ben calibrata, dalla bellissima fotografia che cattura in maniera impeccabile gli scorci della campagna inglese, e da una selezione di brani musicali piacevole e ben curata. Insomma, una serie che sicuramente può piacere ai coetanei dei protagonisti, ma che può risultare un gradevole modo di ricordare il passato per i più grandicelli.

Commenti

  1. Condivido appieno la recensione, hai colto tutti i dettagli che avevano colpito anche a me. Molto bello lo sviluppo psicologico del fidanzato di Eric. Questa è la serie di cui avrei avuto bisogno nell’adolescenza, ora l’ho gradita comunque ma per un 40enne è un piatto consumato freddo. Non vedo l’ora di farla scoprire a mio figlio.

    Risposte al commento di Giovanni Cappellini

    1. camu
      ha scritto:

      Ai nostri tempi abbiamo avuto film come Mary per sempre, che nella sua crudezza ed in un contesto completamente diverso, ha provato a sviscerare i temi della sessualità adolescenziale e dell’omosessualità. Oppure il sempreverde Jack Frusciante è uscito dal gruppo, che mi piacerebbe rivedere. Ti do pienamente ragione, comunque, sul fatto che di questa serie avremmo avuto bisogno anche noi all’epoca.

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