due chiacchiere

Gli specchi ed i riflessi di Jgor

Già la seconda persona nel giro di pochi mesi mi chiede di recensire una sua opera, di esprimere un parere e condividerlo con i miei lettori. Questa cosa mi rende molto onorato: non credo di meritare tanta stima, ma sono contento di questi legami che si creano. Oggi, come avrai intuito dal titolo, è il turno di Jgor Buzziol, un lettore di questo blog di “vecchia data” che, se la memoria non m’inganna, scoprì il mio sito in un podcast. Affermato scrittore, la sua ultima opera è stata premiata al Premio Internazionale di Poesia “Trabia Giuseppe Sunseri”, e così ha deciso di renderla scaricabile ai miei e suoi lettori per un po’ di tempo. Un gentile omaggio (disponibile solo in tiratura limitata!) che, visto che l’approssimarsi delle festività natalizie, non può che far piacere ricevere.

Come un vino d’annata

Lo ammetto, anche in questo caso non è stato per me semplice procedere nella lettura di questa raccolta di poesie. Il linguaggio necessita di un certo livello culturale per essere assaggiato al meglio. Un po’ come i buon vini d’annata: molti non sono in grado di distinguere un Tavernello da un Cabernet del 1974 (me compreso), e solo dopo aver affinato le proprie papille gustative, è possibile assaporare il retrogusto di castagno e l’aroma muschiato delle terre d’oltralpe (mi diverte sempre ascoltare i sommelier elencare le caratteristiche di  un buon vino, ed allo stesso tempo la trovo una cosa stupefacente). La stessa cosa accade per questa raccolta: anche se non tutti potranno assaporarne il retrogusto complesso e speziato, l’assaggio va fatto di sicuro.

Una doppia anima

Il verdetto della giuria recita “Icone ed ombre giocano tra loro e specchi infiniti ne dilatano le immagini, proiettandole sul palcoscenico della post-modernità. Si sovrappongono gli schermi, ed in essi la vita degli uomini sembra oramai soccombere alla dittatura delle immagini, alla loro natura essenzialmente effimera”. In effetti si intravede il percorso di Jgor e la sua evoluzione, man mano che si prosegue con la lettura di queste poesie. Si parte “al di là” dello specchio, per finire da questa parte. Che poi “finire” è probabilmente il verbo sbagliato, dato che lo stesso autore vi pone un bel punto interrogativo subito dopo, nelle ultime pagine. Ci sarà un seguito? Speriamo di sì, ma che possa spiegare alcuni dei misteri che si celano nell’opera.

Tipo chi sono le donne a cui molte poesie sono dedicate, quale rapporto hanno avuto con l’autore? Un indizio è sicuramente celato nei versi delle rispettive odi, ma è davvero difficile venire a capo del mistero. Anche quando Jgor stesso dice “Ora vi vedo, nei vostri volti, i miei amori, nella vostra vita, la mia vita. Ecco, ora lentamente mi svelo, cala il sipario, scendono le maschere e resto qui.” Mentre lo leggevo, in più occasioni mi è venuto da pensare al mio volto riflesso dallo specchio: la mattina mentre mi faccio la barba, la sera mentre tolgo le lenti a contatto. Mi osservo, noto le piccole rughe farsi largo sulla pelle, un brufolo spuntare impunito nell’angolino della fronte, una nuova piega vicino alla bocca quando sorrido. Dall’altra parte di quest’oggetto di vetro ed argento, c’è un me stesso parallelo che mi osserva. E che mi fa pensare alle poesie di Jgor.

Commenti

  1. jgor ha scritto:

    Intanto ti ringrazio. ^_^ Devo dire che il parere “a bruciapelo” di chi mi legge senza conoscere la mia storia mi interessa. Senza le sovrastrutture personali resta solo lo scritto e quello che per me è ovvio, per altri non può sembrare cosi’.
    Ecco che sono restato sorpreso di esser paragonato ad un vino, sorpreso ma non dispiaciuto. Ringrazio per l’assaggio.
    Mi è piaciuto come “le mie donne” per me volto preciso non trapelino tanto, ma questa ovviamente è la normalità.
    Direi che ci sei andato molto vicino, che in fondo era proprio quello che volevo scrivere e, porre l’accento su maschere e specchi era il mio modo per far pensare alla gente di questa mia particolare “ossessione”.
    Grazie mille Camu.

  2. Ithilien ha scritto:

    Da lettrice del libro di Jgor, devo dire che effettivamente avvicinarsi alla poesia non è sempre facile, richiede un pizzico di impegno in più rispetto alla lettura di un romanzo. Ho avuto modo di leggere anche i precedenti libri di Jgor e il suo percorso, la sua crescita in questo libro è palese. E’ curioso leggere come ogni lettore dia la propria interpretazione di cio’ che legge 🙂

  3. camu ha scritto:

    @jgor: che dire, sono contento che la mia recensione ti sia piaciuta, e ti ringrazio per il regalo in “tiratura limitata” del tuo libro 😉 La lettura delle poesie, come dice anche ithilien, è più difficile, perché richiede di riempire “gli spazi vuoti” tra una poesia e l’altra con la propria immaginazione, mentre un romanzo ti porta dove vuole lui in maniera più esplicita.

  4. jgor ha scritto:

    Sto preparando il romanzo 😛 provo a cambiare genere! ^_^

  5. Piero_TM_R ha scritto:

    Complimenti ad Jgor per il libro ed il premio, io di poesie ne capisco tanto quanto un maiale ne può capire di macchine!
    Ancora complimenti.

  6. Ithilien ha scritto:

    Si può sempre provare ad avvicinarsi a nuovi generi di lettura… 🙂 Mai precludersi nulla 🙂

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