due chiacchiere

Ho cambiato la semantica

I veri talebani dell’accessibilità sanno che da tempo c’è una discussione in corso tra gli esperti del mestiere: usare o no il tag H1 per il logo della pagina. C’è chi dice si, chi dice no e chi dice forse. Nel mio caso, fino a ieri, avevo adottato l’approccio del si: il logo era “marcato” con l’intestazione più importante messa a disposizione del codice HTML. In tutte le pagine. Poi ho letto questo suggerimento del W3C che mi ha aperto la mente. Il tag H1, dicono quelli della massima autorità in questo campo, deve rispecchiare il contenuto della pagina che si sta visualizzando. In altre parole, è sbagliato che sia sempre “due chiacchiere”, a prescindere. Dovrebbe essere includere la parola “cucina” se si sta visitando la stanza corrispondente del mio blog, ed il titolo del singolo articolo, quando se ne sta leggendo uno. Così ho messo mano al tema del blog, aggiungendo un paio di controlli che fanno proprio questo. Spero che Google apprezzerà 🙂

Commenti

  1. ha scritto:

    Mumble, interessante. Come hai identificato il titolo del blog a questo punto? H2? (si lo so, sono pigro per fare CMD+U e controllare…).
    Ciao,
    Emanuele

  2. camu
    ha scritto:

    @Emanuele: non potevo. Non credo infatti si possa mettere un tag H2 prima di un H1, quindi ho seguito la strada adottata da grandi siti come WebAIM ed altri, che marcano il logo con un semplice DIV (nel mio caso ho usato un tag paragrafo, più pulito di un inutile DIV), partendo poi dal titolo per le intestazioni a cascata (titolo H1, data H2, e via dicendo).

  3. Andrea@BV
    ha scritto:

    In effetti hanno proprio ragione, e grazie Camu per il post 🙂

  4. camu
    ha scritto:

    @Andrea@BV: prego 🙂 Stai meditando di adottare un approccio simile sul tuo blog?

  5. Andrea@BV
    ha scritto:

    Sul mio blog sicuramente e anche su altri siti. Però penso che abbia senso lasciare se il nome del sito è pertinente con l’argomento trattato, ma si tratta di casi limite, mi sa.

    Provvederò nei vari restyling previsti di inserire il nome del sito in un più appropriato e penso anch’io che Google ne sarà felice 🙂

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