In genere, c’è solo una cosa peggiore della morte: pensare al dover morire. Ma a rifletterci bene, forse c’è una cosa ancora peggiore: pianificare la propria morte. O meglio, fare in modo che quando non ci saremo più tutto, chi rimarrà sarà in grado di poter gestire le cose di cui ci occupavamo. Non c’è dubbio che l’intera questione non sia certo tra le più allegre da trattare, e non è evidentemente un frequente argomento di conversazione tra amici. D’altro canto, l’evitare di prepararsi quanto più possibile può essere uno degli errori più grossi della propria vita, che rischia di mettere nei pasticci l’intera famiglia. Capisco che, una volta morto, non te ne possa fregare granché, ma ammetterai che non è bello ragionare così. Ecco allora i documenti a cui dovresti pensare prima di lasciare questo mondo.
Testamento
Beh, questo non è certo una sorpresa per nessuno. Il testamento è un documento legale che, tra le altre cose, identifica chi sarà l’esecutore delle tue ultime volontà, quali poteri e diritti avranno i tuoi conoscenti, e come disporre dei tuoi beni. La legge italiana è abbastanza chiara in merito, e rimedia ad eventuali dimenticanze testamentaria, dando specifici ruoli ai parenti più vicini, ma è bene mettere le cose in chiaro di proprio pugno.
Volontà mediche
In questo prendo spunto da come funziona qui in America, dato che la legge italiana in materia non è ancora molto chiara e definita. In genere si tratta di tre documenti che spiegano quale trattamento vorresti che ti fosse somministrato in caso tu sia più in grado di intendere e di volere, e chi è autorizzato a prendere decisioni al tuo posto in tale occasione. In genere la legge presuppone che sia il coniuge o comunque i parenti più vicini. Ecco quali sono i quattro documenti usati qui:
- Volontà per il mantenimento in vita, che si occupa del trattamento medico. In Italia, spesso crea il dibattito più acceso, perché è in questo documento che puoi dire se vuoi che “stacchino la spina”, dopo quanto tempo ed in quali circostanze
- Persona responsabile, che serve a coprire tutte le eccezioni a cui non hai pensato nel documento precedente. Una persona da te identificata si occuperà di prendere le decisioni al tuo posto, cercando di rispettare il tuo credo e le tue ideologie. Questa persona ha tutti i tuoi stessi diritti: accesso alle tue informazioni sanitarie, possibilità di accettare o rifiutare un trattamento e via dicendo
- Procura sanitaria, che fa riferimento agli aspetti legali: chi può firmare assegni al tuo posto, dare esecuzione alle volontà testamentarie, far proseguire la tua attività imprenditoriale ed altri atti che non hanno direttamente a che fare con la tua salute
- Donazione degli organi, spesso scritta sulla patente a chiare lettere. Mi pare che anche in Italia si fosse parlato di una cosa analoga, del silenzio assenso e cose del genere, che fine ha fatto quella discussione?
Procura speciale duratura
Come si diceva al punto precedente, dare a qualcuno una delega ad agire per conto nostro, non è utile solo per gli aspetti clinici: una procura speciale è il tuo modo di scegliere una persona fidata e darle l’onere e l’onore di rappresentarti per le questioni legali. Il testamento, almeno qui in America, può persino prevedere un compenso in denaro, nel caso si desideri riconoscere alla persona scelta, il suo compito come un vero e proprio lavoro. La procura deve esplicitamente indicare che la sua validità permane nel caso tu sia incapace di intendere e di volere, perché tacitamente non è così. Ovviamente la legge consente di revocare una procura in qualsiasi momento, con un’apposita procedura.
Istruzioni su dove si trovano le tue cose
Ricordo quando mio nonno ci lasciò, per giorni cercammo il suo orologio da tasca, che teneva sempre con lui in ogni occasione. Non fu mai ritrovato. Non che avesse un gran valore economico, era piuttosto il valore affettivo. Analogamente, quando se ne andò mia nonna, un paio di creditori si presentarono pretendendo mille euro a testa. Ecco, da quelle esperienze ho imparato che è bene lasciare quante più istruzioni possibile su dove si trovano i propri beni e documenti, o se qualcuno ci deve dare dei soldi o se abbiamo debiti specifici. Ad esempio, annota dov’è l’atto di proprietà della tua casa, i dati dei tuoi conti in banca, investimenti in titoli o azioni, e così via. Un buon “effetto collaterale” di questo passo è che, organizzando le tue cose, magari ritroverai un documento di cui neppure ti ricordavi.
Il tuo lato virtuale
La tua vita online, per concludere, è una cosa che oramai fa parte del tuo essere. Leggevo qualche giorno fa che gli sviluppatori di Facebook si stanno ponendo la questione di come identificare una persona deceduta e modificare opportunamente il suo profilo in una pagina “alla memoria”. Pare che sia successo che a qualcuno sia apparso il messaggino “Rimettiti in contatto con…” e che la persona in questione fosse in realtà morta. Certo deve essere un attimo scombussolante vedere un messaggio del genere sul tuo schermo.
Ecco perché è bene pensare anche a questo: scrivi in un luogo sicuro tutte le tue password, mantieni questo documento aggiornato ed aggiungilo alla lista di dove si trovano le tue cose. La tua email, i tuoi mille profili “sociali”, l’accesso al conto in banca, alla carta di credito, codici PIN del cellulare e dello smartphone, e così via. Io ad esempio ne ho uno in cassaforte, opportunamente codificato secondo una convenzione che mia moglie ed io conosciamo, così da scoraggiare eventuali terze parti che ne venissero in possesso. Per tutti gli altri documenti mi sto organizzando 🙂
Commenti
Però Camu, che argomento tabù!
Strano che all’unico evento certo della nostra esistenza (la morte, appunto) ci si arrivi piuttosto impreparati, quasi convinti di essere immortali…
Articolo interessante e originale, decisamente non propriamente “ferragostiano”.
Bel coraggio.
Da questo lato sono tutto da organizzare e il pensiero è sempre presente.
Grazie Camu per avermelo ricordato.
Ho 44 anni, single, no figli, che fare?
Le donne possono farsi un figlio (quasi) da sole, noi no.
Ne adotto uno a distanza?
E se poi è interista 🙂 ?
Scherzo, non sono tifoso e comunque non diventerebbe ricco. Però un computer e una stampante se li ritroverebbe.
Let me think.
@Patty: hai ragione, forse non è proprio un articolo da proporre sotto l’ombrellone, ma d’altro canto per questi argomenti in teoria non è mai il “momento giusto” 🙂
@Francesco: sul fatto che sia interista avrei paura anch’io, ma scriverò nel testamento che solo i milanisti avranno diritto alla mia eredità! Comunque il mio non voleva essere un post lugubre o menagramo, al contrario… un modo per discutere di certi argomenti senza dover per forza pensar male!
Ma non avevamo già parlato una volta di uno script per annunciare la propria morte sul blog? 😛
Ciao,
Emanuele
@Emanuele: si è sempre attivo 🙂 ma non ho mai trovato il tempo per rilasciarlo ufficialmente…
Per quanto ne so la dichiarazione della volontà di donare gli organi è regolamentata dalla legge n.91 del 1 aprile 1999 e dal decreto ministeriale dell’8 aprile 2000.
L’art 4 della legge n.91/99 introduce il principio del silenzio assenso, in base al quale a ogni cittadino maggiorenne viene chiesto di dichiarare la propria volontà sulla donazione dei propri organi e tessuti, dopo essere stato informato che la mancata dichiarazione di volontà è considerata quale assenso alla donazione.
Tale principio non è ancora in vigore.
Per fare la dichiarazione di donazione si può procedere:
1) una dichiarazione scritta che il cittadino porta con sé con i propri documenti.
2) la registrazione della propria volontà presso la AUSL di riferimento o il medico di famiglia
3) la compilazione del tesserino blu inviato dal Ministero della Sanità nel maggio del 2000 che deve essere conservato insieme ai documenti personali (in pratica un prestampato del punto 1)
4) la tessera dell’AIDO
Dimenticavo se qualcuno vuole leggere la legge LEGGE 1 aprile 1999, n. 91
Disposizioni in materia di prelievi e di trapianti di organi e di tessuti. Essa è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 87 del 15-4-1999
Camu,
la mia preoccupazione è reale!!!
Come risolvere il mio problema?
Vorrei meno sperequazione tra uomo e donna quanto alla possibilità di creare la propria discendenza senza vincoli: una donna può farlo (fare un bel viaggio lontano sconosciuta e tornare mamma), io no.
C’è qualche normativa in qualche altro bel paese che possa soccorrermi?
Francesco
Forse è l’occasione che completi questo post con quel plugin… “wp-scongiuri” 😀
Ciao,
Emanuele
Caro Camu,
in realtà in Italia c’è ben poco da decidere.
Se muori senza testamento esistono tutta una serie di leggi che prevedono chi debba essere l’erede tra i discendenti diretti, collaterali, di vario grado (quindi, di fatto, puoi decidere completamente solo in caso di mancanza totale di parenti, in caso tu abbia moglie e figli puoi decidere soltanto della metà del tuo patrimonio; la cosiddetta legittima dovrà comunque andare a loro).
Il testamento biologico è lungi da venire, perso in un parlamento che non si accorda su niente nelle questioni che riguardano la vita, la malattia e la morte dei cittadini (e quando se ne occupa è anche peggio vedi la legge sulla fecondazione assistita).
Per quanto riguarda la donazione degli organi, non essendoci ancora una legge, decidono i tuoi parenti/congiunti che, di fatto, possono fare quello che vogliono a prescidere da quello che avevi deciso tu (a parte se sei iscritto ad associazioni che si occupano della problematica come l’Aido).
Ti rimane giusto da decidere sul tuo profilo Facebook….
@Silvana: rispondo in ritardo, scusa. Grazie per le doverose precisazioni. In effetti avevo fatto alcune ricerche prima di scrivere l’articolo, ed avevo cercato di documentarmi. L’idea del testamento è per evitare che, sulla parte sulla quale puoi decidere, si scatenino liti tra gli eventuali eredi 🙂 In merito al testamento biologico, non pensavo le cose fossero così disastrate da quelle parti 🙁
[…] buon argomento da ombrellone, e visto che l’anno scorso di questi tempi decisi di affrontare un argomento tutt’altro che leggero, quest’anno provo con una nuova strategia. Riproponendo una barzelletta che avevo già […]
[…] il mio blog assume un tono più faceto del solito, e se un paio d’anni fa affrontavo argomenti tutt’altro che ferragostani, l’anno scorso già ero tornato sui miei passi, riscuotendo maggior […]