due chiacchiere

La schiavitù del divertimento

Tra i post “a caso” che Google Reader Play mi propone la mattina, l’altro giorno ne è spuntato uno che m’ha fatto riflettere. Un confronto tra 1984 di Orwell e Il Mondo Nuovo di Huxley. Chi ha letto il primo o visto il relativo film, conosce quali siano le paure dell’autore per la nostra società: che un grande Governo imponga il proprio controllo assoluto sulla popolazione censurando le notizie, infliggendo punizioni corporali e spingendo così i cittadini all’obbedienza assoluta. Il Mondo Nuovo non lo conoscevo, ma stando al buon Wikipedia, il libro racconta una storia parallela. In cui il Governo del Mondo rende schiavi i cittadini non per la mancanza di notizie, ma al contrario perché ce ne sono troppe, e quindi il loro valore diminuisce fortemente. Il libro è stato scritto il secolo scorso, eppure pare che la sua profezia si stia avverando proprio ai nostri giorni. Volendo pensare alla guerra in Iraq, quello che dice Huxley è che per “controllare” i terroristi più che carri armati e mine, dovremmo mandare iPhone e televisori.

Commenti

  1. ha scritto:

    Se il libro è bello quanto 1984, merita sicuramente. Dalla vignetta sembra molto molto interessante… adesso lo segno, spero di trovare il tempo per leggerlo: c’è tanta verità – su cui dovremmo riflettere – in questi libri! 1984 m’è rimasto dentro.
    Ciao,
    Emanuele

  2. pibua
    ha scritto:

    “1984” è un grande libro, se “Il mondo nuovo” è almeno comparabile vale la pena di leggerlo, lo cercherò in libreria…
    Ciao 😉

  3. Francesco
    ha scritto:

    Il titolo originario rende ancora meglio l’idea del disorientamento e del candore che il libro vuole esprimere: “Brave new world” è una citazione da “La tempesta” di Shakespeare, dal monologo in cui Miranda esprime l’ingenua speranza di un mondo utopico migliore.
    Gioco e divertimento sono il naturale approccio alle cose in sostanza serie (vita, amore, morte, posterità) non altro che tende a distaccare dalle consolidate abitudini.
    Gioco e divertimento, come concepiti oggi, potrebbero essere utilizzati a fini formativi e – in genere – di crescita civile (così il cinema, la televisione, il teatro, la musica, i viaggi, Internet e persino la Playstation): ricordate il fumetto Asterix? E’ stato riconosciuto come un validissimo supporto all’insegnamento della storia romana e gallica per la precisione nel trattare costumi e ambientazioni.

    Penso che solo così potremo uscire dal giogo del divertimento fine a sè stesso che diventa poi status, distrazione dal nulla.

    Francesco (ripetitivo)

  4. palbi
    ha scritto:

    sì, brave new world è una bella lettura. Anche il ruolo che viene dato al sesso nella societa’ futuristica di Huxley per certi versi assomiglia alla realta’ di oggi

  5. Caigo
    ha scritto:

    La definizione di genere distopico mi mancava.
    Il mio genere preferito è sempre stato quello ucronico, ma forse queste “passioni” dipendono dalla casualità dell’incontro con il genere. Tanto per capirci: libri ne ho divorati tanti ma 1984 ancora non mio è capitato per mano.

Lascia un commento

Torna in cima alla pagina