due chiacchiere

Il fondo sanitario integrativo per le spese mediche

Trovandomi in questi giorni nel profondo sud d’Italia a combattere (quasi letteralmente) con le storture della sanità pubblica di queste terre dimenticate da Dio, non potevo che affrontare l’argomento su queste pagine. Ma non voglio annoiarti con i dettagli di una burocrazia sanitaria che probabilmente conosci molto meglio di me. Piuttosto, vorrei suggerire un’idea per migliorare le cose. Chissà che il governo non sia all’ascolto 🙂 Qualche mese fa ti parlavo di come funziona l’assicurazione sanitaria nel Paese a stelle e strisce. E spiegavo come la deducibilità di certi importi qui è applicata direttamente in busta paga, e non a fine anno quando si compilano le tasse.

Nel mio caso, ad esempio, ho chiesto al mio datore di lavoro di versare in una carta di credito sanitaria circa 200 dollari al mese, decurtati dallo stipendio prima di calcolare le tasse, così che alla fine dell’anno l’importo imponibile sia più facile da calcolare. Quei soldi non devono però necessariamente sedere in quel conto a non far nulla: si possono spostare su un fondo sanitario d’investimento, gestito dalla stessa compagnia che fornisce la carta di credito, che si preoccuperà di investirli e farli crescere secondo le mie indicazioni. Potrò scegliere se usare un approccio aggressivo, investendo in mercati ad alto rischio (ed alto beneficio) oppure uno più conservatore, acquistando titoli di stato e strumenti analoghi.

Ovviamente quei soldi, una volta investiti, non sono più immediatamente disponibili per pagare cure mediche, ma diventano una specie di salvadanaio da far crescere nel tempo. Con il vantaggio che i proventi degli investimenti non sono tassati, visto che sono vincolati ad un uso specifico. Se proprio dovessero servirmi per una spesa medica inattesa, posso far richiesta di vendere pezzi di portafogli per ottenere la liquidità necessaria entro una settimana circa. Da una rapida ricerca su Google, ho visto che anche in Italia questi strumenti stanno iniziando a diffondersi, sebbene siano strutturati in maniera diversa, e non direttamente collegati all’assicurazione sanitaria o al datore di lavoro. Vista la problematica situazione delle liste d’attesa del Belpaese, è bello vedere che il ventaglio di offerte si stia ampliando, per dare alla gente la possibilità di scegliere e di costruirsi una rete di sicurezza da sfruttare quando gli acciacchi cominceranno ad aumentare.

Commenti

  1. Trap ha scritto:

    Il problema più grosso non saranno questi fondi, ma la disponibilità di medici ed infermieri, che a causa dell’invecchiamento della popolazione, saranno sempre di meno. Concordo con te sulla burocrazia: il mio ex medico di base, prima di andare in pensione due anni fa, diceva che quarant’anni fa amava il suo lavoro, mentre negli ultimi anni deve districarsi tra carte…

    Risposte al commento di Trap

    1. camu ha scritto:

      Si, e me ne sto accorgendo in prima persona. Poi immagino la situazione sia ancora più amplificata qui in Sicilia 🙁 Le persone che continuano ad avere il coraggio di mettersi in prima linea tutti i giorni nonostante le mille storture del sistema sono davvero da lodare. Una cosa che ho notato è che il continuo tartassamento cancella dai volti delle persone anche il minimo accenno di sorriso: il sistema è così snervante che sia pazienti che personale sembrano zombi o automi che agiscono solo per inerzia.

      Riguardo alla mia proposta qui sopra, forse sarebbe un modo per dare ai pazienti un potere d’acquisto, se così vogliamo chiamarlo, più alto, in modo da consentir loro di visitare anche strutture private, quando il pubblico è così inservibile. Come ad esempio raccontano le inchieste della Gabanelli tante volte.

  2. Giovanni ha scritto:

    TU parli ad un sistema primitivo di un qualcosa che sa di fantascientifico.
    Intanto il sistema sanitaria col covid lo hanno smantellato, dal famoso PNNR alla sanità nazionale arrivvrà circa un miliardo. Dal covid dottori ospedalieri ed infermieri qualificati sono oggi spariti, ma importiamo non so da dove dottori ed infermieri pagati con soldi pubblici.
    Hanno tutti i governi lanciato la sanità privata …….
    Sono molto pochi le strutture in Sicilia che si salvano un pochino.
    Detto questo
    Tua madre come sta?

    Risposte al commento di Giovanni

    1. camu ha scritto:

      Ciao Giovanni. Parto dalla fine: la terapia che hanno dato a mia madre sembra aver stabilizzato il quadro clinico. Ora bisognerà vedere come reagisce il suo corpo già provato quando la terapia finisce.

      Confermo di aver trovato un sistema sanitario in ginocchio, qui in Sicilia. Tant’è che tutti, ma letteralmente tutti, quelli con cui ho parlato, mi hanno detto di essere stati costretti a cercare soluzioni altrove (spesso al nord) quando i medici siciliani hanno alzato le braccia. Ti faccio un esempio recentissimo. La figlia di una vicina dei miei è caduta e si è fratturata la caviglia la scorsa settimana. Qui nel ragusano le hanno detto che non c’era nulla da fare e dovevano amputarle il piede. Poi hanno mandato la cartella clinica a Torino, e le hanno detto che invece c’è la possibilità di salvare l’arto. Cose da matti!

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