Più volte ho letto le critiche fatte agli Stati Uniti per aver rifiutato di firmare il protocollo di Kyoto. Peccato che critiche simili non si levino contro la Cina o l’Italia stessa. Quest’ultima pur avendo sottoscritto l’accordo, mi pare essere ancora oggi nel grave ritardo evidenziato dal Presidente della repubblica l’anno scorso. Insomma, alla fine si è capito che gli Stati Uniti, come sempre, sono stati semplicemente realisti: era impossibile rispettare i parametri fissati dall’accordo, sebbene siano quelli più giusti per riportare il mondo sulla retta via. Molto però dipende da tutti noi in prima persona: nell’usare i mezzi pubblici, nel ridurre il termostato del riscaldamento, nello spegnere le luci quando abbiamo finito. Su questo, va ammesso, qui tengono molto all’educazione della gente. La prossima settimana, ad esempio, si svolge proprio a New York il Giorno della Terra 2008.
Spero di potervi partecipare, per toccare con mano l’impegno che questa Nazione mette nel far capire alle persone quanto sia importante il contributo di tutti: dalle scuole ai lavoratori che ogni giorno “affollano” il cuore pulsante della City. Come dicono gli stessi organizzatori, il Giorno della Terra è più che un evento sporadico per risvegliare la consapevolezza delle persone a rispettare il Pianeta. È un catalizzatore per una formazione continua, e per cambiare le cose. La posizione strategica dell’evento è importante per coinvolgere il pubblico nelle campagne educative. Serve per mostrare a tutti l’immagine positiva del movimento per la tutela dell’ambiente.