due chiacchiere

La crociata contro Cristoforo Colombo

Oggi qui nel Paese a stelle e strisce si festeggia una giornata particolare per noi italiani emigrati da questa parte dell’oceano: il Giorno di Colombo. Una festa dedicata alla cultura ed alla tradizione italiana, che risveglia l’orgoglio e la nostalgia di coloro che hanno lasciato il Belpaese alla ricerca di miglior fortuna. Come dice Wikipedia:

Gli italoamericani sentono molto questa festività e sono particolarmente orgogliosi del fatto che sia stato Cristoforo Colombo, un navigatore italiano, il primo europeo a scoprire il continente americano. Negli Stati Uniti il Giorno di Colombo le banche, uffici postali e uffici federali sono chiusi, così come gli uffici dell’ambasciata italiana a Washington D.C. e tutti i vari consolati italiani che si trovano nel Paese. L’Empire State Building di New York da vari anni usa accendere le sue luci, riproducendo così il tricolore italiano.

Fin qua nulla di strano, no? Perché chi mai si sognerebbe di criticare una ricorrenza del genere, che celebra l’ingegno e lo spirito di avventura di noi italiani? Sfortunatamente negli ultimi anni la febbre della cancel culture ha colpito anche questa giornata. Stando ad alcuni promotori del politicamente corretto, Cristoforo Colombo sarebbe da abolire perché ha causato lo sterminio degli indigeni americani. Persino quel rincitrullito di Biden l’anno scorso ha deciso di celebrare la Festa degli Indigeni anziché Columbus Day. Cose da matti.

Una folta processione di persone con bandiere italiane ed americane

Quello che queste persone non sanno è che, ad esempio, la celebrazione fu istituita per onorare gli undici italiani linciati a New Orleans nel lontano 1891 da una folla di cittadini che credeva che quelle persone fossero più simili agli animali allo stato brado che altro. Sempre da Wikipedia:

A rendere ancora più forte il disprezzo degli americani nei confronti degli immigrati e a fornire un’immagine sempre più incivile e arretrata del popolo italiano, nello specifico dei meridionali della penisola, furono anche affermazioni di antropologi come Giuseppe Sergi e Luigi Pigorini, di criminologi come Cesare Lombroso o di sociologi come Alfredo Niceforo, che dalla stessa Italia fornivano una visione stereotipata e molto negativa del Sud. Le teorie che dipingevano l’italiano meridionale come una sorta di selvaggio si basavano su varie osservazioni, come la craniometria, utilizzata per attribuirgli un quoziente intellettivo più basso rispetto ai popoli del nord, oppure la presunta assenza nei popoli meridionali del sangue celtico, che caratterizzava le popolazioni più civili, ossia quelle settentrionali.

Non molti sanno che queste discriminazioni durarono per decenni, e sebbene noi italiani in America siamo sempre stati grandi lavoratori, spesso siamo solo ricordati per la criminalità organizzata che abbiamo importato. Ora, con la crociata contro il Giorno di Colombo, si vuole disconoscere il nostro ruolo nella costruzione della nazione americana. Ma ad essere sincero, quello che mi irrita di più è la rilettura della storia con criteri moderni: come si fa a giudicare Cristoforo Colombo secondo i parametri sociali a cui siamo abituati oggi? Allora non dovremmo forse anche disconoscere Giorgio Washington perché, pur avendo firmato una costituzione di libertà, continuò ad avere schiavi neri fino alla fine dei suoi giorni? E non dovremmo forse cambiare il nome della capitale degli Stati Uniti, dove quella “C” in Washington, D.C. si riferisce proprio al nostro concittadino? E che dire dell’America? Dovrebbe forse cambiare nome visto che si chiama così per onorare un altro esploratore italiano, Amerigo Vespucci?

I critici non si rendono conto che sebbene lo scontro tra civiltà fu certamente sanguinoso, celebrare Colombo non è un tributo alla conquista ed alla violenza, ma vuol commemorare un simbolo dell’energia che gli italiani e gli europei hanno portato nelle Americhe. A me questa cosa di buttare giù le statue non è mai piaciuta: cancellare la storia soltanto perché è brutta non è mai una buona idea. A prescindere dal fatto che nel caso di Cristoforo Colombo, se non avesse scoperto l’America, lo avrebbe fatto un altro esploratore dopo di lui (ed all’epoca ce n’erano un bel po’ attivi in giro per il mondo). Quindi quello che è successo sarebbe successo comunque, e criticare la figura specifica di quest’uomo non cambia il fatto di come sarebbero andate le cose, eventualmente. La cieca ignoranza che questa generazione sembra voler promuovere non fa bene a nessuno, e ci porterà ancora più velocemente sull’orlo di un baratro da cui non potremo più tornare indietro.

Commenti

  1. ha scritto:

    Questa cosa del “politically correct” là da voi sta un po’ cominciando a rompere… bigottismo a più non posso :-/

    Risposte al commento di kOoLiNuS

    1. camu
      ha scritto:

      Guarda, sta diventando davvero intollerabile. Il problema è che questa gente s’infiltra ovunque, anche nel nostro distretto scolastico alcuni insegnanti hanno tentato di sostituire i libri ed il programma di storia per evidenziare solo certi aspetti di come sono andati i fatti, a discapito di Colombo e della sua impresa, cose da pazzi! Il politically correct sta uccidendo la nostra società lentamente.

Lascia un commento

Torna in cima alla pagina