due chiacchiere

La ragazza che sapeva troppo

Per più di 12 anni ho fatto il pendolare tra il ridente paesino nel New Jersey dove abitiamo e la metropoli caotica che è New York. Ogni santo giorno passavo un’oretta e mezza all’andata ed una e mezza al ritorno seduto su un autobus o un treno, cercando di inventarmi tutti i modi possibili per ingannare il tempo. C’è stato il periodo dei videogiochi, il periodo della scrittura dei post sul portatile, ed il periodo degli audiolibri scaricati su Audible. Mi piaceva la possibilità di poter chiudere gli occhi, stanchi dopo una giornata passata a fissare lo schermo, e tuffarmi con la fantasia nel mondo immaginario raccontato dalla voce narrante. Uno dei libri che mi è rimasto impresso è stato La ragazza che sapeva troppo. A parte il fatto che ancora mi chiedo chi li traduce i titoli in italiano (Paperino?), dato che l’originale è The Girl with all the gifts, mi ha colpito il fatto che la storia sia ispirata ad un evento naturale che esiste davvero: un fungo parassita in grado di prendere il controllo del cervello dell’organismo infetto per farlo gironzolare a spargere più spore. Per la serie gli alieni sono tra noi e neppure lo sappiamo 😅.

Copertina del libro con il titoli a grandi caratteri ed una bambina vista di spalle con le braccia aperte

Il romanzo è chiaramente distopico, ambientato in uno scenario apocalittico infestato da zombi che hanno preso il sopravvento in giro per il mondo, e racconta la storia di questa ragazza che, inspiegabilmente, ha sviluppato una difesa immunitaria naturale contro questo fungo, insieme ad un gruppetto di altri bambini. Trasportati in una base militare segreta, i fanciulli sono studiati e tenuti sotto stretta sorveglianza da un gruppo di scienziati che cercano di capire come usare questa loro caratteristica per salvare il resto del genere umano. Non ti racconterò nessun particolare della storia, ma ti avverto che il finale non è certo quello che ti aspetti dopo aver letto l’intera storia. Vista la discreta popolarità dell’opera all’epoca, ne hanno fatto persino un film un paio d’anni dopo, ma sinceramente penso che non riesca nell’impresa di comprimere in un paio d’ore tutte le emozioni che si dipanano lungo la trama raccontata nel libro, come conferma il giudizio della critica su Rotten Tomatoes.

L’idea di scappare dagli zombi è stata sviscerata in lungo e largo dai tempi della Notte dei morti viventi, e se ti piace il genere, il libro non mancherà di soddisfarti (il film, come ho detto, non tanto). L’unicità di quest’opera è nel punto di vista del racconto, e nella soluzione finale proposta dall’autore. La meticolosa attenzione per i dettagli derivati dalla ricerca scientifica rendono l’intero racconto più credibile e verosimile, che è poi quello che apprezzo di più dei romanzi distopici: descrivere qualcosa che un giorno potrebbe accadere davvero. Un po’ come alcuni degli episodi di Black Mirror, in cui la tecnologia non è poi così lontana da quella che usiamo quotidianamente. E tu, hai qualche lettura da consigliarmi nel genere distopico?

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