due chiacchiere

La ristorazione veloce a stelle e strisce

Quando decisi di intraprendere questo viaggio tra i negozi americani in una notte buia e tempestosa di Febbraio (vabbè, lo sai che mi piace essere drammatico di tanto in tanto), non immaginavo di poter scovare così tanti spunti da condividere con i miei piccoli lettori. E così quella che era nata come una miniserie di pochi post si è trasformata in una nuova categoria del blog, che d’ora in avanti userò come scatola dei ricordi per tener traccia di curiosità sull’America in cui mi imbatto durante le mie perenigrazioni quotidiane. La volta scorsa abbiamo messo piede in un Olive Garden, che nell’immaginario americano rappresenta l’incarnazione della ristorazione italiana per eccellenza. Ma non tutti i turisti hanno la possibilità di sedersi a cena tranquillamente, nel ritmo frenetico imposto dalla tabella di marcia. Allora non rimane che entrare in una catena di fast food, sempre presenti nell’immaginario collettivo di come si alimentano gli americani.

  • McDonalds. Non penso ci sia molto da aggiungere su questa catena che tu già non sappia, considerando che oramai è molto diffusa anche nel Belpaese, con buona pace di coloro che continuano a sostenere i benefici del cosiddetto slow food. La differenza tra USA ed Europa è che le regole alimentari del vecchio continente sono più stringenti, e la qualità dei cibi serviti nella catena dagli archi d’oro sembra essere migliore dalle vostre parti, come dimostrai in maniera del tutto empirica in un mio esperimento prima di venire in America.
  • Burger King. Nell’informarmi per scrivere questo post, ho appena scoperto che anche questa catena è approdata sulle coste italiane, ma non so quanto sia diffusa sul territorio nazionale. Qui rappresenta la diretta concorrente di McDonalds, e spesso si distingue per l’enfasi che pone sulla qualità del cibo servito, e sull’offerta di più insalate e verdure del diretto avversario. Nelle grandi città è spesso presente in ogni quartiere, quindi non avrai problemi a trovare un punto vendita, a meno che tu non stia visitando le terre sperdute degli Stati Uniti centrali.
  • Boston Market. A differenza delle due precedenti catene, questa si concentra quasi esclusivamente su pietanze a base di pollo. Tant’è che quand’è nata si chiamava Boston Chicken. Cosce di pollo fritto, petti di pollo panati al forno, venduti nei tipici “secchielli” di carta, sono la loro specialità. L’azienda annunciò una bancarotta nel 1998, e da allora non si è mai totalmente ripresa, ma è riuscita a rimanere a galla negli anni, ritagliandosi la sua piccola fetta di consumatori affezionati a cui hamburger e patatine non piacciono.
  • Popeye. La diretta concorrente di Boston Market, quando si parla di pollo fritto. Molti sostengono che le pietanze di questa catena sia più gustose e la scelta più variegata, ma personalmente sono convinto del contrario. La loro specialità sono le ricette tipiche del sud degli Stati Uniti: quindi anche se ti trovi a Chicago, avrai l’occasione di assaggiare il pollo come lo cucinano in Luisiana e Kentucky. I più colti sapranno che Popeye non è altro che Braccio di Ferro, in inglese. Ma il nome di questa catena ha un’altra origine non legata al forzuto marinaio.
  • KFC. A proposito di Kentucky e di pollo, come non ricordare Kentucky Fried Chicken, la catena con il logo del colonnello Sanders, l’originale fondatore. Una curiosità che ho scoperto dalle mie ricerche in preparazione per questo post è che in Giappone è tradizione andare a mangiare da KFC per Natale, a quanto pare, forse anche per il fatto che nel Paese del Sol Levante questa catena offre un buffet in cui puoi mangiare quanto ti pare, pagando un prezzo fisso a persona. Certo, pensando a quanto sono magri i Giapponesi, mi sono stupito anch’io di questa tradizione.
  • Subway. Se hamburger e pollo fritto non fanno al caso tuo, puoi sempre addentare un bel panino con affettati ed insalata. L’ultima volta che siamo venuti in Italia prima della pandemia, ricordo che ne vedemmo uno in Toscana, quindi immagino che pure questa catena abbia deciso di conquistare i cuori e le pance degli italiano. Una loro specialità (non ricordo se anche in Italia era così) sono i panini al metro, o più che altro al “piede”. Nel lontano 2008 la loro promozione per acquistare il loro footlong a 5 dollari era molto popolare. Entrando nel locale, vedrai un bancone dove “costruisci” il panino come in una catena di montaggio: prima scegli il tipo di pane, poi gli affettati, poi l’insalata o i pomodori, ed infine il condimento.
  • Domino. Se neppure i panini ti soddisfano, e sei convinto di voler provare l’ebbrezza di addentare una pizza americana (un’esperienza non proprio piacevole, per noi italiani), allora non c’è nulla di meglio (o peggio?) che quella di Domino. Qui troverai pizze condite nei modi più americani che esistono: con il pollo arrosto marinato nella salsina Barbeque, con la maionese, con pezzi di ananas, e persino con la pasta (evviva l’overdose di carboidrati). Io l’ho assaggiata giusto per dire di aver fatto quest’esperienza, ma tra le varie scelte elencate, questa sarebbe di certo l’ultima in ordine di importanza.
  • Papa John’s. Ogni mercato aperto che si rispetti ha un concorrente per ogni categoria di prodotti. Questa catena, come Domino, offre pizze veloci e cerca di distinguersi per la qualità migliore degli ingredienti, e per una scelta meno estrosa dei gusti disponibili, se così possiamo dire. Pur non essendo un grande fan della pizza “veloce”, se proprio fossi costretto a scegliere, mangerei una pizza di Papa John’s e non una di Domino.

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