due chiacchiere

La terminologia fiscale americana

Le curiosità sulla lingua inglese, stando ai miei archivi, si sono prese una bella pausa. Ma non temere, non ho abbandonato quest’appuntamento periodico, per la gioia di grandi e piccini. Lo spunto di oggi mi viene dai vari Form W-2 che ci stanno arrivando in questi giorni: un documento che potremmo considerare stretto cugino dell’italiano CUD, dove sono riassunti i compensi percepiti nell’anno appena trascorso, le tasse pagate e via dicendo. La struttura è molto simile, ed i numeri che contiene andranno trascritti sul Form 1040, che come puoi intuire è a sua volta l’equivalente americano del Modello 730.

Qui ci sono un sacco di caselline da spuntare, codici da trascrivere, somme da calcolare. In Italia avevo ormai imparato a “fami le tasse” da solo, anche perché la mia era una situazione molto semplice: casa in affitto, niente investimenti, niente ristrutturazioni, lavoro dipendente e conto corrente. Qui le cose sono un pelino più complicate, sia per il mutuo, che per il fatto di lavorare in uno stato e risiedere in un altro. Ma dopo un paio d’anni ad osservare il ragioniere che c’ha assistito, ho capito che molte cose sono di fatto simili alle corrispondenti italiane, e così quest’anno mi lancerò nell’impresa di far da solo. Se ad Aprile (scadenza per la consegna) non vedete più post sul blog, vuol dire che l’IRS (Internal Revenue Service), l’equivalente dell’Agenzia delle Entrate, m’ha beccato.

Per fortuna m’assiste un software online, uno dei tanti disponibili sul mercato, che per la modica cifra di 12 dollari, mi guida passo passo nella compilazione della dichiarazione dei redditi. E poi le regole sono davvero simili: anche qui ci sono deduzioni (itemized deductions) e detrazioni (pre-tax income). Tra quelle che mi vengono in mente, posso citare gli interessi sul mutuo, i bonus bebè, le tasse universitarie, l’uso dell’abitazione come luogo di lavoro (viva Google Analytics), i biglietti dell’autobus per andare al lavoro (fino a 3,000 dollari all’anno), le spese mediche ed oculistiche e tanto altro. Certo, per chi è proprio a digiuno di materia fiscale, è bene non avventurarsi in questa giungla di leggi e normative, ma per tutti gli altri basta semplicemente un po’ di buona volontà e pazienza a sommare tutti gli scontrini del farmacista. E tu, fai da solo o preferisci il ragioniere?

Commenti

  1. elfonora
    ha scritto:

    Io l’anno scorso ho avuto un’esperienza terribile con le tasse.
    Quest’anno me le dovrebbero fare dei volontari all’università, le fanno solo per gli studenti stranieri. Già le avevo fatte così il primo anno ed era andato tutto bene, quest’anno però ho cambiato lavoro, cambiato stato e forse prima di fare le tasse cambierò anche ‘status’ civile.
    Facci sapere come va questa avventura in solitario..in bocca al lupo!

    Risposte al commento di elfonora

    1. camu
      ha scritto:

      @elfonora: mi spiace per la tua disavventura con l’IRS, ma quando sei nuova per il sistema è sempre un po’ un casino! Comunque in bocca al lupo anche a te per tutti i cambiamenti 🙂

  2. Federica
    ha scritto:

    Che forza di volontà.

    Risposte al commento di Federica

    1. camu
      ha scritto:

      @Federica: non solo, facendomi le tasse da solo risparmio ben 100 dollari da dare al ragioniere 🙂

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