due chiacchiere

L’obiettività dell’agenzia europea per il farmaco

Vorrei condividere oggi alcuni passaggi di un articolo apparso qualche mese fa sull’autorevole giornale europeo Investigate Europe (che sfortunatamente pubblica i propri articoli in varie lingue, ma non in italiano). Stando alle indagini che hanno condotto, hanno concluso che l’influenza delle grandi aziende farmaceutiche incombe sull’autorità di regolamentazione dei medicinali europea. Insomma, sembra che il proverbio “tutto il mondo è paese” in questo caso calzi proprio a pennello. Già, perché spesso si criticano gli Stati Uniti, io in primis, per come la sanità sia nelle mani delle multinazionali il cui solo obiettivo è quello di spremere i poveri disperati pazienti il più possibile. Ed ora scopriamo che anche l’Europa dei regolamenti e delle cose fatte per bene, non è immune dalle grinfie di chi pensa solo al portafogli.

Sede centrale dell'Agenzia europea per i medicinali ad Amsterdam.

Investigate Europe ha scoperto che l’Agenzia Europea per i farmaci è alle prese con diversi conflitti d’interesse sui legami professionali e finanziari con l’industria che è preposta a regolamentare. Sta inoltre affrontando crescenti critiche per aver accelerato la procedura per i farmaci che potrebbero rappresentare gravi rischi per i pazienti.

Alla fine del 2019, due consulenti farmaceutici si registrano in un hotel di Amsterdam. È una delle centinaia di opzioni in città. Casualmente è anche il luogo in cui gli esperti dell’Agenzia europea per i farmaci (EMA) alloggiano per il loro incontro mensile, incluso Guido Rasi, il direttore dell’agenzia. Molti, in realtà, sono loro ex colleghi. I vertici del Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’agenzia, il suo organo più influente, si sono riuniti presso la sede centrale nella capitale olandese. Erano lì per discutere le richieste delle aziende farmaceutiche che desideravano commercializzare i loro farmaci in Europa. Sono questi esperti, scelti in base alle proprie mansioni presso le rispettive agenzie nazionali o autorità sanitarie, a cui l’EMA fa affidamento per valutare i meriti dei farmaci che potrebbero essere utilizzati da milioni di persone.

I consulenti, Tomas Salmonson, svedese, e il britannico Robert Hemmings, in precedenza avevano un posto al tavolo. Per anni hanno fatto parte della cerchia ristretta dell’EMA, del CHMP e dei comitati di esperti. Ora, tramite la loro impresa comune Consilium Salmonson & Hemmings, consigliano le grandi aziende farmaceutiche su come ottenere le ambite autorizzazioni che un tempo avevano approvato.

Dopo aver fondato Consilium, secondo Rasi, la coppia avrebbe messo all’angolo gli esperti nei corridoi degli hotel. La loro presenza negli hotel ha fatto alzare qualche sopracciglio, ma la coppia nega ogni illecito. Salmonson ha detto che “hanno ripetutamente cercato di evitare” di soggiornare nello stesso posto, ma non è stato sempre possibile. “Abbiamo cercato di evitare di incontrare i membri del CHMP, ad esempio facendo colazione dopo l’inizio della riunione”. Ma non è stato “un successo al 100%, perché in alcune occasioni abbiamo incontrato accidentalmente i membri del CHMP nella hall”.

Tomas Salmonson è stato presidente del CHMP per sei anni fino a settembre 2018. Tre mesi dopo ha lanciato la sua società di consulenza (Consilium Sweden AB). Il suo amico Robert Hemmings, che è stato membro del CHMP per 11 anni, ha costituito nello stesso periodo la Consilium Hemmings (UK) Ltd. “Il nostro miglior lavoro è stato in partnership”, si legge sul sito web della loro nuova impresa, Consilium Salmonson & Hemmings. Investigate Europe ha scoperto che l’ente regolatore è alle prese con diversi conflitti di interesse, con preoccupazioni sui legami professionali e finanziari con l’industria. Sta inoltre affrontando crescenti critiche per aver accelerato la procedura per i farmaci che potrebbero rappresentare gravi rischi per i pazienti.

Il resto, che già puoi immaginare dove va a parare, lo puoi leggere sul sito del giornale.

Commenti

  1. Mondo in Frantumi ha scritto:

    Tutto il Mondo è paese, d’altronde la ruota girevole fra pubblico e privato è difficile da fermare, soprattutto in campi specialistici.

    Risposte al commento di Mondo in Frantumi

    1. camu ha scritto:

      Eh già, ne so qualcosa avendo lavorato nel pubblico quand’ero in Italia 🙁 Vedevo i consulenti entrare ed uscire senza che nessuno si facesse molti problemi.

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