due chiacchiere

Tecnologia tra Italia e Stati Uniti

Già ne parlavo un anno e mezzo fa: in America nascono molte delle tecnologie che tutto il mondo usa quotidianamente, eppure gli americani ancora sono molto indietro rispetto al resto del mondo per quanto riguarda l’adozione delle suddette tecnologie. Me ne sono accorto durante il mio recente viaggio in Italia, quando ho messo alla prova le mie carte di credito a stelle e strisce con i circuiti di pagamento italiani. Non solo tutto è andato più che liscio (tant’è che non ci è neppure servito prelevare del contante al bancomat), ma ho notato come ogni esercizio commerciale, anche il più sperduto lido in spiaggia, avesse a disposizione il POS portatile abilitato RFID per pagare con il cellulare o con la carta di credito. Qui in America, al confronto, dei negozi che visito di frequente, inclusi i supermercati e le catene della grande distribuzione, circa la metà ancora richiede di infilare la carta nell’apposita fessura per leggere o la banda magnetica o il microchip, e davvero pochissimi tirano fuori il cellulare dalla tasca per pagare la pizza. Senza contare che qui il cameriere si porta la carta alla cassa, invece di venire al tavolo con il POS portatile.

E non sono solo io a dirlo. Già nel 2019, un articolo della testata giornalistica CNBC faceva notare come negli States questi metodi di pagamento stentassero a decollare da questa parte dell’oceano. Eppure qui tutti hanno un Apple Watch. Peccato che in tanti lo usino solo come status symbol o per leggere il messaggio che la zia gli ha mandato sul cellulare, e poco più. Al contrario, l’Unione Europea ci dice, in un suo rapporto, che l’uso delle carte di credito è salito al 34% nel 2022, contro un 19% del 2019. Vero è che nel Belpaese ci sono sempre mal di pancia dei commercianti per le commissioni esose che le banche e gli istituti di credito fanno pagare, ma sono rimasto positivamente colpito dal livello di adozione capillare in giro per le vie dell’angolo sperduto della Sicilia dove siamo stati per un paio di settimane.

L’altro aspetto che mi ha davvero colpito è stata l’economicità dei piani tariffari per la telefonia mobile. Qui in America devi elemosinare per avere qualche giga in più: il mio piano, tra i più economici, mi costa 20 euro al mese e mi danno, bontà loro, 15 giga di dati. Quando siamo arrivati in Italia, dato che il mio gestore offre un servizio roaming alquanto esoso, abbiamo deciso di comprare due SIM per turisti di uno degli operatori nazionali. Alla fine abbiamo preso una scheda della Vodafone, che con 20 euro (di cui 10 per la SIM stessa, a quanto ho capito), mi dava 90 giga di traffico dati e chiamate illimitate, più 300 minuti per chiamare l’America. Aggiungere altri 90 giga, se ne avessi avuto bisogno, mi sarebbe costato solo 10 euro. Non nascondo di essere rimasto a bocca aperta quando l’impiegato del negozio mi ha spiegato cosa mi avrebbe dato.

Insomma, mi fa piacere vedere che nelle piccole cose quotidiane l’Italia non è certo rimasta a guardare.

Commenti

  1. ha scritto:

    🙂
    Con 9,99€ al mese è anche possibile avere un piano con chiamate, sms e dati illimitati (certo, con delle condizioni al contorno). Ma è bello leggere queste cose!

    Risposte al commento di kOoLiNuS

    1. ha scritto:

      Non ho avuto modo di spulciare tra le tante offerte italiane, ma parenti ed amici mi hanno detto che in effetti i dieci euro al mese è la tariffa standard per molti operatori.

  2. ha scritto:

    Diciamo che è l’Europa che detta un po’ la linea e l’Italia – fortunatamente! – si è adeguata, dolente o nolente.

    Risposte al commento di Luigi

    1. ha scritto:

      Interessante punto di vista. Comunque è bello vedere che si sono adeguati persino nel più remoto degli angoli d’Italia…

      Risposte al commento di camu

      1. ha scritto:

        Confermo, è raro trovare difficoltà con il POS e RFID, e io abito in Campania e non nella locomotiva d’Italia.

  3. Trap
    ha scritto:

    Per quanto riguarda il POS ne dicono di cotte e crude. Quasi tutti a fronte di un canone mensile non fanno pagare commissioni per scontrini sotto i 10€, quindi al barista non cambia nulla

    Risposte al commento di Trap

    1. ha scritto:

      La questione è alquanto spinosa. Molti commercianti dicono che la loro banca non ha queste tariffe mensili fisse 🤔

Lascia un commento

Torna in cima alla pagina