Questa settimana visitiamo un’azienda della grande distribuzione che si piazza a metà strada tra le due viste in precedenza, dato che si rivolge ad una clientela più sofisticata di quella che frequenta Walmart, ma che non ostenta il benessere economico di coloro che comprano a Whole Foods: Target. Alcuni forse la ricorderanno per essere stata alla ribalta delle cronache una decina d’anni fa come una delle prime grandi compagnie ad aver subito un attacco hacker su larga scala, in cui vennero trafugati milioni di numeri di carte di credito ed altre informazioni sensibili. Oramai l’opinione pubblica sembra essersi abituata, almeno qui in America, dato che almeno un paio di volte all’anno si sente dire di qualche società “bucata” da questi brutti ceffi armati di terminale nero e giacchetta con cappuccio. Anche in termini di diffusione sul territorio, Target si piazza a metà strada tra i due di cui sopra, con i suoi 1800 negozi negli Stati Uniti, presenti sia nelle grandi città che nell’interland, i cosiddetti suburbs.
Per il turista occasionale in cerca di qualche pensierino da portare a parenti ed amici, Target offre un’ampia scelta di prodotti, dall’abbigliamento ai casalinghi, dal cibo ai giocattoli. Le filiali fuori porta in genere sono incastonate all’interno di centri commerciali immensi, pieni di ogni genere di negozi, che vendono letteralmente tutto ciò che ti passa per la testa. Concetto che sta lentamente prendendo piede anche in Italia, con la costruzione di centri come quello che visitai a Catania l’ultima volta che siamo venuti in Italia, che non aveva nulla da invidiare ai mega-store tipici del Paese a stelle e strisce.
Ma non sono solo le dimensioni dell’edificio che fanno impressione. Se stai cercando le bottigliette di vetro di succo di frutta come le vendono in Italia, lascia perdere: qui la confezione normale è da più di un litro e mezzo (ovvero mezzo gallone), mentre le confezioni famiglia sono grandi il doppio. Lo stesso vale per il latte, che tra l’altro è per la maggior parte fresco. Non so perché, ma qui latte UHT che non ha bisogno di stare in frigo, meglio noto come Parmalat cartonato, non ha mai preso piede. Analogamente l’acqua gassata, che qui chiamano seltzer, si trova spesso aromatizzata (al limone, al pompelmo, e via dicendo), ed è disponibile in bottiglie da un litro e mezzo o 4 litri (un gallone). Se quindi vuoi bere un po’ di Ferrarelle o San Pellegrino, ti conviene andarla a cercare a Whole Foods.
Come in altre catene, anche Target ha una sezione per i farmaci da banco, il che è molto comodo dato che molte filiali sono aperte fino alle undici di sera (o 24 ore, nelle grandi città), così non ti tocca trovare la farmacia di turno per un po’ di aspirina. A seconda dello stato in cui ti trovi, il tuo Target potrebbe avere una farmacia vera e propria, dove portare la tua ricetta medica (prescription) e parlare con il farmacista per consigli specifici. Ma è un’esigenza rara, dato che molti farmaci comuni sono liberalizzati ed acquistabili senza ricetta, dal paracetamolo alle pillole per la stitichezza.
Quando ti avvicini alla cassa per pagare i tuoi acquisti, l’addetto in genere si occupa di mettere tutto quello che hai comprato nei sacchetti di plastica. A volte ci sono addirittura due persone per ogni cassa: la cassiera e l’addetto all’imbustamento. Una cosa che non capisco è perché mettono solo pochi prodotti in ogni sacchetto: forse nel Paese delle cause per ogni minima cosa, hanno paura che se il sacchetto è troppo pesante e si rompe, tu possa fare causa all’azienda? Non so, ma io in genere chiedo di riempire i sacchetti un po’ di più, perché ancora ci tengo al rispetto dell’ambiente. Se vuoi, vendono anche buste riutilizzabili, per far contento il tuo spirito ecologico.
Per il resto, ti rimando ad una delle puntate precedenti per informazioni su taglie, pagamenti, e come fare a riportare indietro un prodotto che non vuoi più.