due chiacchiere

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Il diritto costituzionale di avere armi

Siamo ancora sotto shock per quello che è successo la scorsa settimana in Connecticut, dove un pazzo squilibrato ha fatto irruzione in una scuola elementare ammazzando a sangue freddo una ventina di bambini e le loro maestre. Non ci sono parole per descrivere la sensazione di impotenza e di rancore che ci si sente addosso, specialmente quando la dinamica dei fatti può ricondursi ad un ragazzo autistico nel cui cervello qualcosa deve essere andato davvero storto, per fargli fare quello che ha fatto. Chiaramente subito i riflettori dell’opinione pubblica sono stati puntati sulla semplicità con cui in America è possibile ottenere un’arma da fuoco, e favorevoli e contrari hanno subito animato il solito circo dei dibattiti. Ma fintanto che la costituzione americana (nello specifico il secondo emendamento) garantirà il diritto sacrosanto di avere armi, ci sarà poco da fare. Leggi il resto di Il diritto costituzionale di avere armi

Un grattacielo in quindici giorni

La notizia è vecchia di circa un anno, ma il fatto che i cinesi siano riusciti ad inventare una tecnologia che consente loro di costruire un grattacielo di trenta piani in 360 ore, ancora adesso, per me ha dello sbalorditivo. E dimostra ancora una volta come il destino dell’occidente del mondo sia oramai inevitabilmente segnato: un declino che mi piace paragonare a quello dell’impero romano, che sparì dopo una lunga agonia nel 476, come ci ricorda Wikipedia. In quel caso l’invasione e l’infiltrazione delle culture arrivò dalle popolazioni germaniche, nel nostro caso si tratta dei cinesi. Come altro giudicare un divario che vede da un lato l’Italia che parla del ponte sullo stretto da quando io andavo alle elementari, o l’America che lascia al buio la propria gente per 15 giorni a causa di un’infrastruttura elettrica fatiscente, e dall’altro l’intraprendenza asiatica che riesce ad investire e pensare fuori dagli schemi? Leggi il resto di Un grattacielo in quindici giorni

Gli adesivi sui paraurti americani

Mancano ancora tre settimane alle vacanze, lo stress per la caccia al regalo perfetto aumenta, domani esce persino il rapporto del Censis sullo stato del Paese: insomma i motivi per essere giù di tono certo non mancano 🙂 Ecco allora il buon camu pronto a sollevarti il morale con un elenco di frasi prese dagli adesivi che la gente attacca sui paraurti qui in America. Questa è una delle poche cose che ancora il Belpaese mi pare non abbia importato dalla Nazione a stelle e strisce, ma che da queste parti è veramente popolare. Un modo simpatico per comunicare il proprio pensiero a chi ci segue mentre si guida. In questi cinque anni di permanenza sul suolo americano ne ho visti di tutti i tipi, e sono la concretizzazione di quella libertà di espressione tanto cara agli americani. Leggi il resto di Gli adesivi sui paraurti americani

Rapporto annuale sulla situazione sociale del paese

Dopo aver ascoltato il discorso di Monti al Senato sul suo piano “salva Italia”, sto leggendo il 45esimo rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese. Un appuntamento che oramai rinnovo da diversi anni, e che mi consente di vedere in chiaroscuro come vanno le cose da quelle parti, senza tutte le incrostazioni aggiunte da quotidiani ed opinionisti vari. Anche per il 2011, l’Italia viene rappresentata di fatto come un’ameba, un’entità informe e senza spina dorsale che stenta a prendere coscienza del proprio potenziale e a compiere quello scatto di orgoglio che le consentirebbe di riprendere forza e di guardare avanti. Non posso che essere d’accordo: i giovani d’oggi non hanno interessi, sprecano il loro tempo su Facebook e sono viziati all’inverosimile dai genitori. Leggi il resto di Rapporto annuale sulla situazione sociale del paese

Anche Apple contro Wikileaks

Se segui questo blog da tempo, sai che in genere non affronto argomenti di attualità, fatta eccezione per alcuni casi specifici (vedi il Rapporto del Censis di qualche settimana fa). Però dopo aver letto che anche Apple s’è messa contro quel “sant’uomo” di Assange (il capoccia di WikiLeaks), mi chiedo come mai nessuno si stia strappando i capelli per questa notizia, in giro per la blogosfera. Quando furono Amazon ed altri a dare un calcio nel popò all’organizzazione che sta rilasciando un sacco di indiscrezioni (utili?) sui vari governi del mondo, tutti a gridare allo scandalo, mentre ora che Steve Jobs si mette di traverso, tutti fanno finta di nulla? C’è qualcosa che non mi torna in questo mondo globalizzato ed informatizzato. La teoria dell’agenda setting colpisce ancora, e tutti siamo vittime.

La cooperazione e lo sport

Leggevo l’altro giorno sul giornale un bellissimo editoriale su come la società americana, da quando è iniziata la crisi economica un paio d’anni fa, si sia ulteriormente “compattata”. Ad esempio, molte persone senza lavoro hanno avviato varie iniziative di volontariato, dando persino vita ad un sito governativo che coordina il tutto. Allora l’articolo finiva per analizzare da dove “nasce” questo spirito positivo e solidale, e m’è venuto in mente un pezzo che avevo scritto un paio d’anni fa in merito. Come forse saprai, lavoro in un campus universitario. Sin dal primo giorno in cui misi piede qui, mi accorsi che, in confronto agli atenei Italiani, si respira uno spirito diverso. Dal gruppo di ragazze, tutte con la stessa maglietta, che si allenano per il prossimo torneo di pallavolo al gruppo di ragazzi nel campo di baseball, incitato dalle cheerleaderLeggi il resto di La cooperazione e lo sport

Il Censis giudica l’Italia anche nel 2010

Credo che uno degli appuntamenti annuali più “antichi” di questo blog sia quello con il Rapporto sull’Italia pubblicato ogni anno in questo periodo dal Censis. Forse perché m’è sempre rimasta in mente la frase riassuntiva del documento del 2007, secondo cui l’Italia è un “Paese in putrefazione”, che spiega perfettamente la mia personale percezione dell’andamento delle cose nel Belpaese. A quanto pare, dopo un 2009 giudicato in tiepida ripresa, anche quest’anno ci vanno giù pesante:

Anche se le difficoltà contingenti sono state in parte superate, non c’è di che essere ottimisti. Anche se ripartisse la marcia dello sviluppo, la nostra società non avrebbe lo spessore e il vigore adeguati alle sfide che dobbiamo affrontare. Nel Paese sono evidenti manifestazioni di fragilità sia personali sia di massa, comportamenti e atteggiamenti spaesati, indifferenti, cinici, passivamente adattivi, prigionieri delle influenze mediatiche, condannati al presente senza profondità di memoria e di futuro.

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Il rapporto del Censis per il 2009

Viviamo in apnea, ma siamo sempre gli stessi. Leader prigionieri dell’opinionismo, tornano gli interessi agiti “in presa diretta”. La società italiana è una società testardamente replicante. Quel “non saremo più come prima” che un anno fa dominava la psicologia collettiva è mutato in un “siamo sempre gli stessi”. Cosa verrà dopo? Nella psicologia collettiva c’è nel profondo un dolente mix di stanchezza e vergogna per i tanti fenomeni di degrado valoriale, o almeno comportamentale, che caratterizzano la vita del Paese. E c’è di conseguenza la speranza di uscirne, con una propensione a pensare al dopo, a una società capace di migliorarsi. Ma le discussioni in corso “guardano indietro”, sono cioè condizionate dalla inerziale permanenza dei cicli precedenti, oppure “fuggono in avanti, rincorrendo una fantasmatica ipotesi di nuova ontologia”, individuata talvolta nel fondamentalismo dei valori e della loro radice religiosa, talvolta nel fondamentalismo della scienza. Leggi il resto di Il rapporto del Censis per il 2009

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