Dopo aver ascoltato il discorso di Monti al Senato sul suo piano “salva Italia”, sto leggendo il 45esimo rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese. Un appuntamento che oramai rinnovo da diversi anni, e che mi consente di vedere in chiaroscuro come vanno le cose da quelle parti, senza tutte le incrostazioni aggiunte da quotidiani ed opinionisti vari. Anche per il 2011, l’Italia viene rappresentata di fatto come un’ameba, un’entità informe e senza spina dorsale che stenta a prendere coscienza del proprio potenziale e a compiere quello scatto di orgoglio che le consentirebbe di riprendere forza e di guardare avanti. Non posso che essere d’accordo: i giovani d’oggi non hanno interessi, sprecano il loro tempo su Facebook e sono viziati all’inverosimile dai genitori.
(dal Rapporto del Censis 2011) La società italiana si è in questi ultimi mesi rivelata fragile, isolata, in parte eterodiretta. È fragile, forse per la prima volta da decenni, con una crisi che viene dall’esterno, cioè dal non governo della finanza globalizzata; ma si esprime anche sul piano interno un sentimento di stanchezza collettiva, di non reazione alla fenomenologia domestica della crisi (la caduta dell’occupazione e dei consumi), di inerte fatalismo rispetto alla insolubilità del problema del debito pubblico.
Un sistema che, ancora nel picco della crisi 2008-2009, aveva dimostrato una tenuta superiore a tutti gli altri, acquisendo una chiara good reputation internazionale, si ritrova inaspettatamente fragile: annaspando sulla difesa dei meccanismi che supportavano tale good reputation, e ancor più annaspando sulle decisioni che dovrebbero e potrebbero rilanciare lo sviluppo.
In questo complessivo affanno, non ci aiuta l’isolamento. Una società che aveva realizzato la sua ricostruzione post-bellica, il suo boom economico, la sua industrializzazione (di massa come di qualità) nell’alveo di una riconquistata appartenenza occidentale, di un primigenio protagonismo europeista e di una presenza planetaria del suo made in Italy, sembra oggi fuori dai grandi processi internazionali; al massimo, li rincorre faticosamente. Non ha più la potenza da socio fondatore della costruzione europea; non ha la forza di stare con pienezza di responsabilità nelle alleanze occidentali; non è partecipe di quanto sta avvenendo nell’Africa settentrionale, praticamente alle porte di casa; non ha rapporti sistemici con i rampanti free rider dell’economia mondiale (al massimo, li hanno i tanti imprenditori medi e piccoli presenti in quelle aree lontane); sta perdendo l’occasione di essere presente sull’asse di penetrazione verso l’Europa sudorientale (con il ritardo sulla Lione-Torino e con le difficoltà di fare del Nord-Est la piattaforma logistica di tale penetrazione).
Forse non ci siamo ancora adattati alla fine di quella bipolarità fra Occidente e Unione Sovietica che ci ha dato per decenni una centralità e una rendita geopolitiche assolute; ma intanto l’isolamento è diventato crescente e non vi ha ovviato la propensione degli ultimi anni a personalizzare al vertice i rapporti internazionali, anzi è verosimile che l’abbia ulteriormente accentuato.
Commenti
Tendo ad essere d’accordo sul fatto che l’itGlia e gli itagliani in quanto aggregato sociale siano delle amebe… praticamente in luogo del tessuto civile si e’ venuta a creare una sorta di brodo primordiale, limaccioso, maleodorante e torbido una mucillagine sociale sfilacciata, priva di consistenza.
Vedi il caso ad esempio del nostro amico Cyber che difatti incarna l’archetipo fondamentale della ameba italica. Piu’ ameba di cosí… non so.
Risposte al commento di isaak
@isaak: il problema, come spiega il rapporto nelle sue 300 e passa pagine, è che dopo aver camminato a testa alta nel 2008, quando la crisi ha mostrato il suo lato cattivo, l’Italia si è poi presentata impreparata al secondo round. Andando in ordine sparso, senza un senso di unità nazionale. Al contrario, la cattiva abitudine di tentare di essere più “furbi” del prossimo si è accentuata: dai commercianti che evadono le tasse non dando lo scontrino, ai grandi dirigenti che prendono tangenti a destra e manca, ognuno accaparra quel che può, tanto… paga Pantalone!
@isaak: Visto che mi hai tirato in ballo mi toccherà leggere anche questo post e i relativi commenti…
@isaak: Diciamo che è tardi e non voglio interpretare nel modo sbagliato quello che hai scritto, quindi ti chiedo gentilmente di spiegarmi chi o cosa incarnerei io. Grazie
Risposte al commento di CyberAngel
Lungi da me essere un arbitro di parte, però ricorda che anche tu hai dato a Isaak dell’impasticcato, quindi direi che ora siete pari… Però davvero vogliamo ridurci a bimbi che si fanno le scaramucce ed i dispetti? Mi sembra di essere il maestro Perboni a dover disciplinare Franti e Garrone 🙂
Risposte al commento di camu
@camu: Io non ho mai definito isaak un impasticcato e se l’hai dedotto dopo che tu e io di conseguenza l’abbiamo associato a Dr. House ok.
Se l’ho offeso di certo non era una cosa voluta, anzi. Nemmeno io me la sono presa, solo vorrei che mi spiegasse cosa intendeva con le sue parole.
That’s all! 😉
Risposte al commento di CyberAngel
@CyberAngel: allora ho interpretato male il commento sulla riabilitazione 😉 Chiedo venia e grazie per aver chiarito..
Risposte al commento di camu
@camu: Sì probabilmente non mi sono espresso molto chiaramente e per riabilitazione mi riferito al fatto che fossero un po’ giorni che non leggevo suoi commenti, ma di certo non centrava nulla con le dipendenze del noto dottore. 😛
Risposte al commento di CyberAngel
@CyberAngel: fatti regalare una tastiera nuova per natale, ne hai bisogno!
Carissimo Camu, io da quel punto di vista tendo a pensare che un “senso di unitá nazionale” in itaglia non sia mai esistito al di la’ della retorica, gli italiani sono uniti solamente dall’ignoranza, dal menefreghismo, dall’approssimazione, dall’incompetenza, da una certa arroganza furbonesca della serie.. “chi fa a fregarsi per primo”… ma al di la’ di questo il paese realmente non esiste… non e’ mai esistito diciamocelo chiaramente .. e pacatamente.
Cio’ premesso per quel che mi riguarda gli italioti possono ed anzi debbono andarsene a quel paese .. sono dannosi non solo a se stessi .. ma anche al resto d’europa.. all’eurozona… ed anche all’immagine ed alla coesione politica dell’unione in quanto entita’ sovranazionale.
Non so cosa succedera’ e se debbo dirla tutta, non me ne frega piu’ di tanto dei “destini italici” … l’unica cosa rilevante e’ che nell’affondare…. l’itaGlia non rechi danno al resto d’europa alla parte sana dell’unione soprattutto da un punto di vista monetario-finanziario. Nessuno ne sentira’ la mancanza… anzi. Good riddance… freeloading fellows!
Risposte al commento di isaak
@isaak: ad una lettura superficiale del tuo commento (che ho dovuto moderare) sembrerebbe che il tuo sia solo menefreghismo. Invece, guardando tra le righe si scopre esattamente il contrario: la tua rabbia viene proprio dal fatto che di quello Stivale, in fondo in fondo, te ne frega molto, ed il fatto che un pugno d’idioti abbia mandato il Paese in malora ti fa dar di matto. Io la vedo così…
Risposte al commento di camu
@camu: ho letto il commento non moderato, un po’ pesante, spero sia come dici te camu perche’ la penso anche io cosi’.
E poi e’ inutile pensare di cambiare chissa’ cosa nel proprio piccolo, se il resto della massa e’ addormentata arriva il punto in cui te ne frega meno di niente e cerchi di staccarti per lasciarli al loro destino
Risposte al commento di Jack
@Jack: se ti legge Emanuele, ti fa di sicuro la sua predica 😀
@camu: Carissimo, e’ una chiave di lettura… magari si. Diciamo che l’incazzatura e’ pur sempre una forma che si distingue dal disinteresse. Probabilmente quando si arriva ad un certo punto, si valuta che il paese non abbia piu’ reali possibilita’ di recupero.. diciamolo pure…e a quel punto vadano pure a farsi un foxtrot. Io debbo dirti la verita’ ( spero di non chokkarti ) se leggessi chesso io tra qualche mese che l’itaGlia e’ fallita ed e’ costretta a dichiarare il default del debito pubblico, me la godrei. Poi chiamami “cattivo” se vuoi… chiamami “insensibile” rispetto alle persone oneste anche se minoritarie che ancora abitano quelle lande desolate… pero’ e’ quello che penso. Ne piu’ .. ne meno.
Per il resto procedi pure con l’edit, non mi da’ alcuna noia, anzi a dire la verita’ trovo che i post “calmierati” siano persino migliori della versione iniziale, perche’ in effetti io tendo ad andar giu’ un po’ pesante lo so. Quindi procedi tranquillamente, piuttosto, anche per una questione estetica mi da un po’ noia la scritta iniziale che indica il tuo passaggio, ecco se puoi evita quella, sono un purista della forma anche io.
Salutoni
passeggiando per la rete mi sono soffermato…. non credo nel menefreghismo, almeno non per tutti… è semplice, pura ed estenuante rassegnazione. l’andamento europeo è destinato (e non per colpa dell’italia) a collassare. non può essereci unione economica e monetaria senza un’unione legislativa e tributaria. senza considerare che parlando di economia, ancorpiù se globalizzata, nulla è lasciato al caso ed anche la cosa più insignificante ha dei risvolti che in pochi possono afferrare… gli “idioti” la sanno lunga.
“fortunatamente sono ignorante, almeno sono felice. mio fratello che ha studiato piange la sorte di tutti noi”
Risposte al commento di iroki
@iroki: prima di tutto benvenuto nella mia umile dimora virtuale 🙂 Condivido il tuo pensiero sull’unione tributaria, hanno tentato di creare gli Stati Uniti d’Europa, ma ne è venuto fuori un mostro zoppo da più parti, che consuma un sacco di risorse (l’Italia paga una cosa come 10 miliardi all’anno, per il semplice diritto di appartenere al club) e cerca di mettere insieme persone che (i referendum popolari l’hanno dimostrato) insieme non vogliono stare.
Riguardo all’economia “non a caso”, è meglio che non tiro fuori le mie tesi complottistiche, altrimenti qui si fa notte 🙂
@isaak, parto dalla fine del tuo commento: ho tolto quella nota, che avevo inserito solo perché sennò magari poi dici che faccio censura “silenziosa” 😀
Riguardo al tuo essere felice, ti stupirai più tu se ti dico che capirei la tua goduria, e la condividerei. Sarebbe una specie di tabula rasa, una bomba atomica “non materiale” che spazzerebbe via il marciume sociale che il Censis ha evidenziato negli ultimi anni.
Sarebbe, in altre parole, come appiccare il fuoco alla paglia che rimane dopo che il grano è stato raccolto. La cenere aiuta a fertilizzare il terreno nuovo (vedessi che peperoncini mi sono venuti nell’orto, dopo aver sparso un po’ di cenere alla base) e prepara alla semina dell’anno successivo. L’Italia (l’Europa?) di oggi è ad un punto morto, oramai è arida e senza prospettive. Qualcuno dice che ancora c’è tanto da salvare, che ci invidiano all’estero per la nostra innovazione, ma la disillusione si è ormai impossessata di tutti, s’è formata quella massa critica che rappresenta il punto di non ritorno.
Anche io ho temuto (sperato?) lo scoppio di una guerra civile, in cui gli onesti e i tartassati si ribellano, perché non ne possono più di vedere questo sfacelo in cui versa quella che una volta era il cuore dell’Impero Romano. In quell’epoca la lingua mondiale era il Latino, come oggi lo è l’inglese, io stento a crederci, guardando come abbiamo ridotto tutta l’abbondanza di risorse che abbiamo tra le mani.
Ti capisco, mio caro, fin troppo bene. E’ quel nodo al cuore che abbiamo tutti noi emigrati, te l’assicuro.
Risposte al commento di camu
@camu: D’accordo sulla tabula rasa o su una guerra civile che magari potrebbe portare davvero una ventata di cambiamento. Vero anche che è più facile dirlo vivendo in una situazione ben diversa da quella italiana!
Sono totalmente consapevole che respirare un’aria di legalità, onestà e senso civico faccia diventare una persona migliore, l’ho provo anch’io tutti i giorni andando oltre confine, però in questa situazione di merda non ci siete voi, fortunatamente. Quindi chi è rimasto qui o non è ancora scappato dovrà trovare una soluzione e/o pigliarlo in culo per tutti.
Le premesse non sono certo delle migliori, ma davvero vorremmo che il nostro paese natale vada allo scatafascio? Anch’io vorrei scappare lontano, ma il mio Paese seppur con molti difetti rimarrebbe comunque con me per tutta la vita.
Caro Camu, grazie per la comprensione. Ed e’ interessante anche la tua osservazione sulla tabula rasa. Magari fosse cosi’.
Sull’ultimo punto direi che io onestamente mi considero uno step piu’ avanti, sempre che la cosa non turbi i lettori italioti del blog. Vale a dire io NON MI CONSIDERO PIU’ ITALIANO DA LUNGO TEMPO ORAMAI.
La situazione di sfacelo che abbiamo descritto ( e che non sappiamo ancora in che direzione evolvera) va avanti da molto tempo .. ed una volta che le scatole son piene, stracolme, trabordanti ed esplose .. non se ne puo’ piu. Io gia’ da diversi anni, anche prima di prendere la cittadinanza finnica, non mi consideravo italiano, se mi presentavo a qualcuno dicevo che ero di cittadinanza elvetica ( canton ticino ) tanto per dirti.
Ora come ora mi considero FINLANDESE.
Se mai vedessi un italiano commettere un reato nella mia patria, quella dove vivo e che amo, la FINLANDIA.. non esiterei un attimo a denunciarlo alle autorita’ compententi.
Se mai dovessimo un giorno essere in guerra con l’italia ( questa e’ una cosa solo teorica perche’ naturlamente all’interno della Unione non vi e’ questa possibilita ) STAI BEN SICURO CHE INDOSSEREI FIERAMENTE LA DIVISA FINLANDESE ED A COSTO DELLA VITA UCCIDEREI QUANTI PIU’ NEMICI ITALIANI POSSO perche’ li odio profondamente e se debbo morire preferisco farlo da FINLANDESE con la coscienza di aver difeso il mio paese contro la barbarie.
Meglio vivere da persona onesta in un paese onesto.
Oi maamme, Suomi, synnyinmaa,
soi, sana kultainen!
Ei laaksoa, ei kukkulaa,
ei vettä rantaa rakkaampaa,
kuin kotimaa tää pohjoinen,
maa kallis isien!
Risposte al commento di isaak
@isaak: non riesco a condividere il tuo approccio, forse perché sono sempre stato una persona molto (troppo?) pacifica per natura. Ma mi trovi pienamente d’accordo sulla frase finale, quando dici che è meglio vivere da persona onesta in paese onesto. In fondo è lo stesso motivo per cui io sono andato via (uno dei tanti), e cioè che non voglio che i miei figli crescano in un posto dove te la mettono nel popò appena ti distrai un attimo. E dove tronisti e ballerine guadagnano più di un ricercatore universitario.
Volevo rileggerla. E magari permetterti di rileggerla mentre guardi l’America da una finestra.
[però vado via qui stavolta o non ce ne usciamo più]. 😛
Ciao,
Emanuele
Risposte al commento di Emanuele
@Emanuele: mah, in America i ricercatori sono pagati profumatamente (e non parlo per sentito dire, vorrei ricordarti) e le veline non sculettano su tutti i canali televisivi per anestetizzare il popolo bue.
Risposte al commento di camu
Ed MTV (leggasi nascita della tv spazzatura) è nato in India. E l’usa e getta (…) è nato in Africa. E… si, hai proprio ragione.
Ciao,
Emanuele
Risposte al commento di Emanuele
Come direbbero gli americani, you are missing the point. L’accento del mio commento era sui ricercatori, non sullo showbiz 🙂 Oppure sei proprio un esperto di agenda setting.
E poi, se proprio vuoi tirar fuori questo tema, in America abbiamo anche una sfilza di canali dedicati alla scienza (Discovery? Science Channel? History Channel) Com’è che l’Italia ha copiato solo la parte “spazzatura” mentre Piero Angela non se lo fila nessuno? (dati auditel alla mano)
Sull’usa e getta, quando e se avrai figli, benedirai chi ha inventato i pannolini monouso 🙂