due chiacchiere

Sincronizzare Google Foto sul NAS locale

Un paio di mesi fa ti avevo fatto l’elenco delle applicazioni che uso quotidianamente, dalla posta elettronica all’archiviazione delle foto scattate con i cellulari di famiglia. In calce a quel post si è sviluppata una piccola discussione con DelfinoCurioso sull’esistenza di un backup di quelle foto. Nella mia risposta, avevo accennato al meccanismo di sincronizzazione che ho messo in piedi per salvare tutto sul mio NAS casalingo (un vecchio PC con due dischi in RAID, su cui gira Ubuntu Server). Per i più curiosi, oggi vorrei spiegare un po’ più in dettaglio cosa utilizzo e come l’ho configurato. Tutto si basa sul software gratuito Rclone, che consente di collegarsi alle principali piattaforme cloud, da Dropbox ad Azure, da Amazon S3 a Google Drive appunto, ed effettuare varie operazioni sui file presenti in quelle cartelle.

Rclone è disponibile per tutti e tre i sistemi operativi più importanti. Nel mio caso, ho eseguito questo comando per installarlo su Ubuntu Server:

sudo -v ; curl https://rclone.org/install.sh | sudo bash

Se non vuoi sporcare il tuo sistema operativo, puoi sempre scaricare il contenitore Docker ed eseguirlo in quel modo. Segui le istruzioni che ti verranno presentate, ed avrai tutto pronto nel giro di pochi minuti. A questo punto digita:

rclone config

e segui queste istruzioni per rispondere alle varie domande che il software ti farà per capire come collegarsi al tuo account Google Photos, incluso il passaggio dove dovrai autenticarti tramite browser. Nel mio caso, essendo il mio NAS casalingo headless, e quindi senza schermo, ho dovuto installare Rclone sul mio PC Windows ed ottenere la chiave di autenticazione in quel modo. Se hai difficoltà, chiedi nei commenti.

A questo punto puoi testare la tua configurazione digitando (assumendo che tu abbia chiamato il tuo Google Drive remote gdrive, durante la configurazione):

rclone lsd gphotos:

che dovrebbe restituire qualcosa di simile a:

-1 2024-02-05 20:52:05 -1 album
-1 2024-02-05 20:52:05 -1 feature
-1 2024-02-05 20:52:05 -1 media
-1 2024-02-05 20:52:05 -1 shared-album
-1 2024-02-05 20:52:05 -1 upload

Se questo è quello che vedi, allora hai completato con successo la connessione, e sei ora pronto a crearti un cron job giornaliero che esegua la copia di tutte le foto da GDrive al NAS. Quali foto copiare dipende da cosa ti interessa. Nel mio caso, ad esempio, ho tutte le foto organizzate in album (si, mi c’è voluta una settimana per fare quel lavoro, ma è stato tempo ben speso), quindi ho impostato lo script per fare una copia dell’omonima cartella:

15 2 * * * /usr/bin/rclone sync gphotos:/album /media/Photos >/dev/null 2>&1

Ovviamente la prima volta ci vorrà un po’, dovendo scaricare le tonnellate di foto che hai nel tuo account, ma una volta finita quell’operazione, nei giorni successivi Rclone copierà solo le differenze tra remoto e locale, snellendo notevolmente le operazioni, con buona pace del tuo provider a cui non ciuccerai tutta la banda.

Commenti

  1. Trap
    ha scritto:

    Ho scoperto che persino i dischi fissi non sono immuni dal degrado magnetico (viva la regola della mano destra!), grazie a questo video che analizza in dettaglio i pro e contro di ogni archivio di memorizzazione.

    TL;DR: most hard drives will last from 3 to 7 years.

    Risposte al commento di Trap

    1. ha scritto:

      Si, infatti io già ho perso un paio di dischi da 8 tera negli anni. Il mio server casalingo ne ha due in RAID-0, quindi se uno si degrada, lo sostituisco subito. Da quello che avevo letto all’epoca in cui uno dei dischi smise di funzionare, ci sono molti fattori che contribuiscono alla longevità: dalla temperatura a quante volte si accende e spegne il computer. All’inizio avevo messo un’impostazione nel Bios per far spegnere il computer la notte, e consumare meno corrente, ma poi ho letto che tutti questi “spin up – spin down” facevano male ai dischi rigidi, e così ora il server è attivo 24 ore su 24. Finora, toccando ferro, tutto bene 🙂

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