Riprendo dal sito di Paolo Subioli una notizia che, secondo me, ha davvero dell’incredibile: soltanto tre siti su cento, in giro per la rete, risultano utilizzabili da persone con disabilità. E a dirlo non è il primo sprovveduto improvvisato, ma Nomensa, un’agenzia con sedi in varie parti del mondo, alla quale è stata commissionata una ricerca in proposito dalle Nazioni Unite. Usando una combinazione di controlli manuali ed automatici, costruiti seguendo le indicazioni dettate dalle WCAG, sono stati esaminati i principali siti di 20 Paesi. Siti governativi, compagnie aeree, quotidiani e rivenditori: in tutto sono stati passati al setaccio un centinaio di portali di rilevanza strategica.
Gli unici tre siti che hanno superato l’esame, superando gli standard minimi richiesti dalla normativa in vigore, sono quello del Cancelliere tedesco, del Governo spagnolo e del Primo Ministro inglese. L’Italia non è stata inclusa tra i 20 Paesi censiti: a dispetto della Legge Stanca e di tutte le indicazioni fornite nel Codice dell’Amministrazione Digitale, molte amministrazioni ad oggi non si pongono neppure il problema di aggiornare il proprio portale. Ennesimo segnale dalla noncuranza con cui governanti e dirigenti pensano più spesso alla pagnotta che a servire il cittadino o l’utente. Ecco perché mi piace molto il modo in cui viene chiamato in Inghilterra l’impiegato pubblico: civil servant, ovvero messo al servizio della comunità. Non “grattapanza” come molto spesso succede nel Bel Paese. Non sono mie illazioni: i risultati parlano chiaro.
Attingendo alle informazioni pubblicate da Nomensa, vediamo allora quali analisi sono state condotte da questa indagine:
- il 93% non fornisce descrizioni testuali adeguate ai contenuti grafici
- il 73% basa su Javascript importanti funzionalità di navigazione, rendendo impossibile per uno stimato 10% di utenti la fruizione delle informazioni
- il 78% non ha tenuto conto del corretto contrasto tra colore delle scritte e quello dello sfondo, creando una difficoltà di lettura per gli ipovedenti
- un incredibile 98% non segue gli standard consolidati di progettazione del codice (fogli di stile, indentazione del sorgente), non creandosi quindi basi solide per la ristrutturazione in chiave accessibile del sito
- il 97% usa unità di misura fisse, impedendo agli utenti di regolare la dimensione del testo in base alle proprie esigenze
- l’89% non usa correttamente i marcatori di intestazione, per descrivere la struttura del documento
- l’87% fa uso di finestre pop-up che si aprono senza un qualsiasi avviso preventivo, causando disorientamento a coloro che usano un programma di ingrandimento dello schermo
Commenti
Lo so che è molto OT…sono tra le tue letture?
Ma grazie!!!
Scusa il commento…giuro che mi conterrò in futuro…
eh eh figurati 🙂 comunque anche se sei off-topic va bene lo stesso, non c’è bisogno mica di scusarsi, se proprio volessi, potrei “riassegnare” il tuo commento al giusto post, ma va bene così… sarò talebano dell’accessibilità, ma si sa che… a Natale anche i talebani sono più buoni, no?
Meno male…
Avevo paura di fare una figuraccia… 😉