due chiacchiere

Un buco nella posta di Google

Accidenti come passa in fretta il tempo. Sono già praticamente due mesi che ho tradotto la seconda parte di un interessante articolo, il cui autore è stato vittima di una truffa grazie ad un problema di Google. Riassunto delle puntate precedenti: David un bel giorno, mentre è in vacanza, si accorge che il suo sito (che gli serve da vetrina per il suo lavoro di grafico) è stato sostituito da un altro. Forse avrà dimenticato di rinnovarlo, pensa ingenuamente. Finché non scopre che tutto era stato premeditato fin nei minimi particolari. Ora il punto è: come fare a riappropriarsi di ciò che in teoria dovrebbe essere ancora suo?

Vai, papà (al secolo, GoDaddy)

Ho inviato una email al fornitore di servizi GoDaddy, presso il quale il mio dominio era stato trasferito illegalmente, chiedendo loro di evitare ulteriori trasferimenti. Volevo evitare ulteriori movimenti per far perdere le proprie tracce, mentre investigavo sull’accaduto.Ecco cosa mi ha risposto, dopo una breve attesa, GoDaddy:

Purtroppo se una richiesta di trasferimento è stata completata, o verrà inviata dall’attuale intestatario del dominio, saremo in grado di impedire questa operazione solo avendo ricevuto apposita comunicazione ufficiale da un tribunale o dalla commissione sui domini per la risoluzione amichevole delle dispute. Ci scusiamo per gli eventuali disagi causati da questo problema.

Le buone maniere non funzionano mai

E va bene, le vie tranquille sembravano non portare a nulla: secondo il provider, sarebbe sempre valso quanto richiesto dall’attuale detentore del dominio, che ovviamente non ero io. Il quale poteva fare il bello ed il cattivo tempo. A questo punto, il 19 dicembre, quattro giorni dopo il mio primo messaggio al pirata ‘Peyam’, ho pensato di mandargliene un altro:

Ciao Peyam,

Ebbene, congratulazioni per la tua bravata. Sarei curioso di sapere come avete fatto. Prima di avviare le pratiche legali attraverso un tribunale, al fine di risolvere la questione, non è che sareste così gentili di restituirmi il mio dominio? Siete stati bravi, ma adesso lo scherzo può anche finire. Per evitare un sacco di problemi a tutti. Ma se questo è ciò che volete, così sia.

Figuriamoci se il tipo accettava

Mi sembra di aver proposto la cosa in maniera gentile, senza mostrare in maniera aggressiva il sentimento che provavo dentro di me. In fondo cosa ci avrei guadagnato ad insultarlo? Però sembra che questa tecnica abbia funzionato ben poco. Infatti, nel giro di poche ore, ho ricevuto una sua risposta:

Mi dispiace dirti che non è così semplice riottenere il tuo dominio, o serve circa un mese per venirmi incontro, mentre tu perdi i tuoi visitatori… ah ah ah. Te lo offro per 650 dollari, mi sembra una proposta ragionevole. Usando un servizio come Escrow, ci vorranno meno di due giorni per concludere l’affare.

Dico io, pagare per qualcosa che già mi appartiene. Per evitarmi il triste spettacolo di vederlo inutilizzato, mentre il pirata cerca di taglieggiarmi come meglio crede. Il duro lavoro di un anno, i soldi spesi per costruire un’immagine in rete, sono in ginocchio per via di uno stupido problema della posta elettronica.

Commenti

  1. ha scritto:

    Che schifezza. Sembra che il mondo sia pieno di gente prepotente. Che gusto c’è nel dar fastidio?
    Ciao,
    Emanuele

  2. chicca
    ha scritto:

    incredibile…

  3. Antonio
    ha scritto:

    Ma come fa certa gente a guardarsi allo specchio la mattina?
    CAMU voglio sapere come va a finire!!!

  4. camu
    ha scritto:

    Antonio, il finale è stato positivo: dopo tutto il clamore suscitato sul suo blog e nella comunità, lo sfortunato grafico ha attirato l’attenzione dei provider, grazie anche ad alcuni suoi lettori che avevano conoscenze all’interno dell’azienda, e che si sono attivati per risolvere il problema. Nel giro di due giorni gli hanno restituito il dominio “rubato”, con tante scuse per l’accaduto. Nel frattempo Google ha segnalato di aver tappato la falla che aveva afflitto la sua posta elettronica. Insomma, è tutto bene quel che finisce bene 🙂

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