due chiacchiere

Una proposta tra le lenzuola

La convivenza, ai giorni nostri, è un concetto ampiamente sdoganato dai tabù religiosi che la confinavano a stato “peccaminoso” in cui due persone decidevano di stare. Oggi due fidanzati che abitano sotto lo stesso tetto, non fanno più scalpore. Sarà per le ristrettezze economiche di questi anni, sarà per effetto dell’emarginazione sociale della donna, sarà perché troppi divorzi hanno portato a riflettere le coppie sullo stare insieme 24 ore su 24 prima di fare il grande passo. Per non avere sorprese dopo, e per vivere il rapporto di coppia anche la mattina in bagno, quando si trova il tappo del dentifricio non del tutto avvitato.

Io sono assolutamente favorevole a questa fase “preliminare” di conoscenza reciproca. Abitare insieme è molto più che mangiare un panino al pub, bere una birra e poi ognuno a casa propria. Si scoprono lati nascosti della personalità del partner che prima si ignoravano, e chi ti sta di fronte appare adesso sotto una luce differente: senza trucco la mattina appena sveglia, arrabbiata per aver dormito male, stanca la sera dopo una dura giornata di studio o di lavoro. Quando sei sposato, non hai magari più lo stimolo per migliorare questi difetti, perché oramai il rapporto ha raggiunto lo “status sociale” stabile.

Ma è in questo “microclima” quasi perfetto che maturano, con naturalezza e spontaneità, nuove idee: fermentano lentamente, come il vino buono che riposa nelle botti per anni, prima di essere assaporato. Capita così che una sera, guardando la televisione stando comodamente sdraiati a letto sotto le coperte, lui chieda “ma tu vorresti sposarmi?” . Con un fare disarmante i due si guardano, probabilmente lei aspettava quella domanda da un po’ di tempo, e sorride in maniera illuminante. Va bene, forse non è romantico come si vede nei film: lui in ginocchio con anello e brillocco davanti a lei contornata dalle amiche, ma per quello c’è sempre tempo. Vero cara?

Commenti

  1. avril
    ha scritto:

    mentre prima erano casi eccezionali che un pò facevano scalpore alle comari e la chiesa si ribellava.. ora è un fenomeno da riconoscere giuridicamente e che prende piede. Causa fondamentale l’annovererei in quegli spiccioli che ci rimangono nelle tasche, solo monetine… l’euro e la questione del lavoro e mancata coordinazione salari-prezzi lasciati a sproporzionarsi sempre più, che ci conducono per questa via. E l’anellino che riluce agli occhi di lei, la prima notte di nozze diventano fiabe e realtà per i più…

    si esagero un pò
    o forse è solo uno sguardo sul davanzale del futuro (se prodi non ci salva, ora pronobis)

    ciaoooo 😉

  2. camu
    ha scritto:

    sono d’accordo con te e lo vedo giorno dopo giorno. stare sotto lo stesso tetto vuol dire pagare un solo affitto (o un solo mutuo, a seconda dei casi), dividere i vari canoni e bollette (enel, internet, gas, spazzatura, condominio) e fare la spesa una sola volta insieme. poi, è chiaro, è anche bello stare insieme… ma concordo che il motivo del veloce sdoganamento di questo “tabù” è sicuramente la mancanza di quattrini…

  3. Trap
    ha scritto:

    Azz, lei mi ha insegnato a stirare.
    Pensavo di stirare giusto, ma sbagliavo completamente:
    # usavo la tecnica “bottom-up” anziché “top-down” (viva Levi)
    # maneggio il ferro da stiro troppo come un mouse, cioè alzandolo per muovermi di qua e là…

  4. zitello
    ha scritto:

    Iniziando da coinquilini, si inizia a scontrarsi prima di amarsi abbastanza da poter vivere insieme felicemente, e sposarsidiventa un’insulsa regolarizzazione tanto per avere le case popolari.

  5. camu
    ha scritto:

    @zitello: beh, ma in fondo molti si sposano solo perché ci sono più agevolazioni legali 🙂

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