No, tranquillizzati, non è che appena arrivato già ho deciso di fare i bagagli. Semplicemente, ieri sera sono stato a casa di un amico, per aiutarlo nelle manovre di trasloco. Avendo (lui) deciso di volare verso lidi migliori, gli serviva una mano a caricare sul furgone i suoi “effetti personali”. A guardare l’appartamento prima dell’inizio dei lavori, sembrava che in un paio d’ore avremmo smantellato tutto. E invece…
… quella casa sembrava un pozzo senza fondo, ma al contrario: continuava ad uscire roba da ogni angolino, da ogni cassetto, da ogni scaffale della credenza. Ma è stato anche un modo per farsi due risate, su e giù per le scale. Ricordando i “vecchi tempi” e tutte le avventure passate insieme. Come quella volta, tanti anni fa, quando traslocammo da un appartamento ad un altro a poche centinaia di metri. E sprovvisti di mezzi motorizzati, non ci rimase altro che arrangiarci con un carrello della spesa, furtivamente sottratto alla locale filiale del supermercato cittadino.
Facemmo tutta la notte avanti e indietro caricando e scaricando quel carrello della spesa: televisore, coperte, libri dell’università, ecc ecc. Attraversando la città silenziosa di mezzanotte, e rompendo con il rumore delle rotelle del carrello, quella quiete quasi “magica”. Come direbbe un mio amico in questo frangente: “bei tempi”. Già, ma non siamo in questo mondo per guardare solo indietro: anzi, ogni nuovo evento che da un lato rappresenta un pezzo di ricordi che se ne va, dall’altro deve rappresentare un incentivo a spingersi verso nuove mete. Mi viene giusto in mente una poesia di Pablo Neruda, in cui si legge un passaggio che dice
Muore lentamente chi si rende schiavo delle sue abitudini, chi ripete ogni giorno un tragitto sempre uguale, chi non cambia marchio, chi non osa indossare colori nuovi e non parla con chi non conosce. […]
Muore lentamente chi non rivolta il tavolo se infelice nel lavoro, chi non rischia il certo per l’incerto per inseguire un sogno, chi non sceglie, almeno una volta, la fuga dai consigli sensati.
Muore lentamente chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non si trova buffo.
Commenti
Io ci ho impiegato una sera intera (per intenderci, dalle 20 alle 1 di notte!) a scegliere cosa portare via e cosa buttare, perché alla fine è impossibile portare tutto… anche se quello che ho buttato via erano quasi tutte “ciansufraglie” 🙂 ogni volta che trovavo una cosa, la mia mente faceva un bel “rewind” momentaneo per ricordare un fatto o uno spezzone della vita passata… ogni trasloco deriva sempre da una grande decisione…
Dopo aver letto l’articolo e il mio commento… che dire, quanti ricordi! Mai dimenticheremo il momento in cui abbiamo lasciato Pisa, è stata proprio la fine di un’epoca irripetibile!
Risposte al commento di Trap
Rimarranno dei bellissimi ricordi che ci accompagneranno per sempre 😉 Anche se ora non ricordo chi fosse l’amico che aiutai a traslocare, Giuseppe forse?
Risposte al commento di camu
Quasi sicuramente era lui, perché me lo raccontasti una volta.
Lui sì che ha fatto carriera, anche politica 😀
Risposte al commento di Trap
Beh, il ragazzo ha stoffa, non c’è dubbio.