due chiacchiere

Come corre la benzina

Il problema del caro carburanti accomuna Europa e Stati Uniti, in questo momento. Ma mi sembra che in Italia, come al solito, si stia un po’ esagerando. Mentre qui il costo è di circa 65 centesimi di euro al litro (cambio alla mano), nel Belpaese si paga più del doppio, con un potere d’acquisto delle famiglie praticamente dimezzato. Eh già, perché lo stipendio medio è circa il doppio, da questa parte dell’Oceano: riproporzionando tutto, sarebbe come dire che un americano paga circa 65 centesimi ed un italiano 3 euro al litro. Circa cinque volte di più, il che vuol dire, anche agli occhi di chi non capisce un tubo d’economia come me, che qualcuno da quelle parti ci sta marciando sopra alla grande. Senza considerare la lievitazione del prezzo del diesel, che ha finito per raggiungere quello della benzina: come mai, se il greggio cresce di un tot, i due prodotti hanno velocità diverse?

L’associazione dei petrolieri si difende: la domanda di gasolio è aumentata notevolmente negli ultimi anni, e gli impianti di produzione non sono dimensionati adeguatamente per soddisfarla. Questo spinge i prezzi in alto, secondo le più elementari norme del mercato. Come dicevano i Trettrè una trentina d’anni fa, “a me, me pare na strunzata”, nel senso che sotto questa bella giustificazione si nasconde l’ipocrisia dei produttori che vogliono avere sempre e comunque il portafoglio pieno, anche quando il dollaro vale poco. Ma attenzione, perché a tirare troppo la corda, si finisce per spezzarla.

C’è da dire però che questo rincaro (che molti analisti prevedono arrivare ai 200 dollari entro qualche anno) non è un male venuto per nuocere. Se da un lato crea difficoltà economiche a chi deve muoversi in auto, dall’altro spinge la ricerca e le imprese verso lo sfruttamento di fonti energetiche alternative, per il trasporto. Personalmente ritengo che sia una fase di transizione a cui, per forza di cose, ci tocca andare incontro: il petrolio prima o poi finirà, è inutile nascondere la testa sotto il terreno. Sarà un cambiamento doloroso, ma necessario. Del quale anche l’ecosistema potrà beneficiare.

Commenti

  1. FulviaLeopardi
    ha scritto:

    ma noi c’abbiamo da pagà la tassa sulla guerra d’abissinia, mica ca**i!

  2. Trap
    ha scritto:

    @FulviaLeopardi, non solo abbiamo pure l’IVA su quella!

  3. jgor
    ha scritto:

    Fossero questi i problemi andrebbe anche bene. Il problema fondamentale, a parte la dipendenza dal petrolio del Bel Paese è la mancata concorrenza fra i benzinai, il listino che a salire ci mette un paio d’ore, ma a scendere un paio di giorni. Di questi tempi che la benzina verde costi come il gasolio!!!! E’ incomprensibile. Come pagare la verdura lavata identica a quella sporca. L’Italia è da sempre una lobby di interessi, il guaio è che nessuno si muove … speriamo in un anti-trust…

    Ovviamente l’Italia poi deve liberarsi dal petrolio. Io personalmente sono favorevole al nucleare E alle energie pulite. Pensare di risolvere il problema solo in un modo è da folli. Infine, per terminare lo sfogo, basterebbe ridurre gli sprechi … vedi lampadine a basso consumo energetico … ma qui sono già nel ramo dell’utopia 😀

  4. camu
    ha scritto:

    Sul nucleare sento le due campane, e non capisco chi ha ragione: da un lato ci sono i favorevoli secondo cui ci libereremmo dal giogo del petrolio, dall’altro i contrari stando ai quali anche il nucleare non dura più di 30 anni e che comunque è troppo tardi per entrare in ballo. Forse bisognerebbe più investire su fonti di prossima generazione, come idrogeno e rinnovabili. E soprattutto iniziare a cambiare il nostro modo di vivere, per renderlo un minimo più sostenibile.

  5. jgor
    ha scritto:

    Concordo, del nucleare in Italia mi preoccupo di più del funzionamento delle cose non “all’italiana” … una critica sovente mi viene in mente. Se non riusciamo a smaltire i rifiuti normali … beh …
    E’ anche vero che qualcosa si deve fare.
    Le fonte alternative coprono solamente il 40% di fabbisogno italiano, sentivo questo per Radio 24, ma il 40% è meglio di 0.
    L’Italia non ha una politica energetica, e sono per il NO non costruttivo. Facciamo una centrale nucleare? No, perché esplodiamo. Facciamo un impianto eolico? No, perché non è bello. Usiamo il petrolio? No perché inquina.
    Ci vorrebbe uno stato che decide, forte nelle decisioni … senza “lobbies” 🙂 Vedremo cosa combinano chi governa … poi si deciderà

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