due chiacchiere

Dolci freschi, mercatino ed autovelox

Il post di oggi è una raccolta di appunti sparsi ispirati dal mio recente viaggio in Sicilia, un modo per ridare al blog quella funzione di diario personale, dove conservare ricordi e momenti speciali. Volevo raccontarti di un piccolo esperimento per portare in America un vassoio di mini cassate siciliane, cannoli ed altri dolci alla ricotta tipici della mia zona. Finora avevo sempre portato le classiche paste di mandorla, qualche formella di marmellata di mele cotogne, e dolcetti secchi vari. Ma stavolta ho ricevuto un’esplicita richiesta dalla figlia piccola, follemente innamorata di quelle deliziose cassate ricoperte di pasta di zucchero verde, di portargliene un po’. Una sfida alla quale non potevo sottrarmi, e che aveva nel tempo il suo principale nemico: dalla partenza alle 10.30 del mattino all’arrivo a casa qui negli States a mezzanotte (ora locale) sarebbero passate circa 20 ore. Come conservare la ricotta per così tanto tempo senza frigo?

Per prima cosa ho chiamato sia la dogana all’aeroporto di Roma che il centralino della TSA americana, ed ho consultato vari siti, per accertarmi che la ricotta fresca si potesse portare e che non mi venisse sequestrato il carico prezioso prima ancora di giungere a destinazione. Quando tutti mi hanno confermato che non avrei avuto problemi, ho messo in atto il mio piano: ho acquistato una piccola scatola di polistirolo per alimenti ed alcune mattonelle blu da freezer, e mi sono recato dal pasticciere a spiegargli il mio piano folle. Ovvero che sarei passato la mattina della partenza a ritirare il vassoio, da mettere in valigia dentro la scatola insieme alle mattonelle, ricoperto con carta assorbente e plastica con le bollicine per mantenere la catena del freddo il più a lungo possibile.

Dovendo la valigia viaggiare in stiva, sarebbe poi stata mantenuta al freddo per le 9 ore di volo, rendendo le condizioni di trasporto praticamente ideali. La signora in pasticceria è stata gentilissima ed effettivamente incuriosita da quest’inusuale richiesta. Finora, mi ha confessato, avevano spedito dolci in Francia e Germania, ma mai negli Stati Uniti. E nel tipico spirito siciliano, ha subito tirato fuori una soluzione: mi ha detto che avrebbero abbattuto (surgelato?) i dolci, per farli durare più a lungo. Beh, ad un paio di settimane di distanza, sono felice di confermare che l’esperimento è perfettamente riuscito, per la gioia della figlia piccola, che a mezzanotte ha potuto addentare la sua mini cassata con la soddisfazione di chi riceve una piacevole sorpresa nel dormiveglia 😅 Anzi, è riuscito così bene che le mattonelle di ghiaccio erano ancora fredde e mezze congelate, quando siamo arrivati a casa.

Per far spazio alla scatola di polistirolo in valigia, ho dovuto acquistare uno zaino dove infilare i miei indumenti, e quelli che non ci andavano li ho lasciati in Sicilia, così la prossima volta che andrò non dovrò portarmi troppa roba da qui. Lo zaino l’ho acquistato al mercatino che ogni sabato viene religiosamente allestito alle porte del paese. Un evento che attrae centinaia di venditori di merce di ogni tipo (principalmente abbigliamento ed articoli per la casa) e migliaia di persone a caccia di un buon affare. Io erano anni che non ci andavo, e così ho colto l’occasione per questo piacevole bagno di folla in una calda giornata di novembre.

Come tutti i mercatini rionali che si rispettino, anche qui era possibile assaporare la veracità del nostro Belpaese: il profumo dei panini alla piastra che veniva dal camioncino in fondo, faceva da palcoscenico a personaggi che sembravano usciti da un racconto di Pirandello, mentre in sottofondo la gente mercanteggiava per qualche euro il prezzo di un vestitino da indossare quella sera in discoteca. Le parole, non c’è nulla da fare, non possono rendere giustizia ad un’esperienza così bella e piacevole, che conserverò in un cassettino particolare della mia memoria.

“E gli autovelox del titolo?” si chiederanno i miei piccoli lettori. Beh, è stata una di quelle cose che non ho potuto fare a meno di non notare: nel ragusano queste macchinette sono spuntate come funghi, ne avrò contati almeno una quindicina diversi solo nel circondario della zona dove ho trascorso quelle settimane. Ora capisco perché poi spuntano i vari Fleximan a farsi giustizia da soli. Va bene incoraggiare la gente a rispettare i limiti di velocità, ma non si può pretendere di mettere un autovelox con limite a 30 km/h in una strada all’uscita del paese che consentirebbe di andare almeno a 50 senza grossi pericoli, con il solo obiettivo di battere cassa. E poi ci si stupisce se quasi il 50% delle multe rimangono non pagate al Sud. Quando capiranno che la tattica dello Stato contro il cittadino non funziona, ma anzi è controproducente?

Commenti

  1. lasciare qualche indumento a casa in Italia ha un forte valore simbolico di legame che resiste nel tempo. E complimenti per le soluzioni ingegnose a portare le cassatine in America ( e anche questo ha un valore simbolico!)
    massimolegnani

    Risposte al commento di Carlo Calati (massimolegnani)

    1. camu ha scritto:

      Si, è un po’ come la famosa monetina gettata nella Fontana di Trevi, un gesto propiziatorio che racchiude la speranza di tornare a percorrere quelle strade. Ed anche un gesto pratico, per viaggiare più leggeri, ed avere più spazio in valigia per portare qualche “schifezza” americana ad amici e parenti 🙂

  2. Trap ha scritto:

    Adesso hai capito dove vorrebbe fare l’università la figlia piccola 😀

    Riguardo all’autovelox, mi sembra che via del recente codice stradale non si possa usarlo per velocità inferiori a 50 km/h.

    Risposte al commento di Trap

    1. camu ha scritto:

      Si si, lei vuole diventare bibliotecaria della biblioteca comunale della frazione marittima del paesino dove abitano i miei parenti 🙂 E come darle torto: quelle persone sembrano uscite da un romanzo di Camilleri…

      Sull’autovelox non so, ma quello all’uscita del paese a 30 km/h è una cosa da criminali.

  3. Katrina Uragano ha scritto:

    La cassata non riesco ad amarla, i cannoli invece sono una piccola opera d’arte.

    Risposte al commento di Katrina Uragano

    1. camu ha scritto:

      Assolutamente d’accordo. De gustibus non disputandum est, diceva qualcuno. Anche per me la cassata è troppo dolce, preferisco un bel cannolo con le gocce di cioccolata.

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