due chiacchiere

John Wick, un format senza esclusione di colpi

Fra qualche settimana uscirà nelle sale americane la quarta (ed ultima?) pellicola della serie che racconta le avventure del signor John Wick, con Keanu Reeves. Come ho già più volte detto su queste pagine, non sono un amante del genere sparatutto, ma mio cognato aveva caldamente consigliato la visione di questi film anni fa, e così decisi di dargli una possibilità. Ora, premetto che a me Keanu è sempre piaciuto, sin dagli esordi in Speed e Johnny Mnemonic alla trilogia di Matrix (il quarto lasciamolo perdere, va), dalla sua bella interpretazione in L’Avvocato del Diavolo accanto ad Al Pacino, al memorabile Piccolo Buddha che fece conoscere alle masse la storia di questo profeta orientale. Quindi sebbene il genere non fosse proprio il mio preferito, mi son detto che se c’era Reeves, doveva non essere tempo sprecato in fondo. Ed in effetti ne è valsa proprio la pena. Il solito avviso ai naviganti prima di continuare: nel seguito parlerò della trama del film, quindi ti prego di fermarti qui se non vuoi rovinarti la sorpresa.

Partiamo da un breve riassunto dei fatti.

John Wick è un giovane assassino professionista in pensione. La morte di sua moglie Elena per un male incurabile spinge il protagonista in uno stato di sconforto e depressione. Un regalo postumo di Elena, un cagnolino, insieme alla sua inseparabile macchina sportiva, sono le uniche due cose che sembrano dargli speranza per un futuro meno amaro. Tutto molto bello, finché non entra in scena il figlio di un boss della malavita russa, che in seguito ad una presunta mancanza di rispetto da parte di John, gli uccide il cane e demolisce l’auto. Il padre, venuto a sapere dell’accaduto, implora John di lasciarlo perdere, ma quest’ultimo non può certo far cadere la cosa senza dare una lezione allo spavaldo giovincello.

Non svegliar il Keanu che dorme

John Wick appartiene in modo inequivocabile a quel filone di revenge movie tanto di moda negli anni Ottanta e Novanta, da Kill Bill ad Old Boy, fino al più recente Io vi troverò, una pellicola ad alta tensione con Liam Neeson. La bellezza di questa produzione è nell’esagerazione delle azioni, che però appaiono verosimili e perfette: in ogni scena, la vendetta si consuma implacabilmente, come da tradizione, senza lasciare nulla al caso e senza una scena fuori posto, un guizzo, un elemento di svolta. John è un artista dell’azione, che usa la sua arte per combattere ed esprimersi, un pittore che usa i proiettili per mostrare il suo talento.

Il secondo capitolo in Italia

Da Mission Impossible 3 (ed a quanto pare il 7, in fase di completamento) a Zoolander 2, ho sempre apprezzato quando gli americani hanno scelto l’Italia come palcoscenico per i loro film d’azione. E John Wick 2 non fa eccezione, nel suo modo unico in cui usa gli antichi ruderi romani come sfondo di sparatorie ed inseguimenti mozzafiato. E la scelta di Riccardo Scamarcio per interpretare un sanguinario boss della camorra non è altro che la ciliegina sulla torta, a mio parere. Proprio come nel capitolo precedente, la trama è molto scarna, e non bisogna certo aspettarsi un’introspezione dei personaggi ed un approfondimento delle storie. No, l’unica cosa che vedrai sono scene al limite dell’inverosimile e sparatorie senza fine. Ma montate in maniera impeccabile, e che non m’hanno di certo fatto sbadigliare durante la visione, anzi.

Cosa ne pensa ChatGPT?

In generale, John Wick è un film d’azione adrenalinico e divertente che offre una trama solida e una serie di personaggi memorabili. Se sei un fan del genere d’azione o semplicemente vuoi passare una serata di intrattenimento, John Wick è sicuramente una produzione che vale la pena vedere.

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