Che oggi viviamo in un’epoca di sovrabbondanza informativa, oramai lo sanno anche i sassi. L’altro giorno, mentre sfogliavo il mio feed Reddit prima di andare a nanna (lo so, è sconsigliatissimo stare al cellulare prima di addormentarsi, ma tant’è), mi è capitato fra le mani un articolo di Gurwinder, The Intellectual Obesity Crisis, in cui l’autore esplora l’impatto di questa infodemia (abbondanza spropositata dell’informazione) sul nostro benessere mentale. Sin dai tempi in cui facevo i corsi per imparare a comunicare meglio, ho imparato che proprio come il corpo ha bisogno di cibo per funzionare, anche la nostra mente necessita un nutrimento per rimanere attiva. Ma proprio come il cibo spazzatura ha effetti indesiderati sul fisico, l’informazione spazzatura, facile da consumare e attraente, può impoverire la nostra capacità di pensare in modo profondo e critico.
Il paragone tra l’informazione senza valore nutrizionale ed il cibo spazzatura è particolarmente calzante. Siamo esposti costantemente a notizie superficiali, video brevi di ragazzi che fanno un balletto o si avventurano nelle challange più spericolate, pur di raggranellare un “mi piace” o un follower in più, nuove monete effimere di una realtà usa e getta in cui nulla ha più davvero valore. Contenuti sensazionalistici che danno una gratificazione immediata, una dose di dopamina che ad occhio nudo non produce nessun effetto collaterale, al contrario delle droghe che tristemente stanno spopolando anche in Sicilia. Gli algoritmi sono i nuovi pusher digitali automatizzati: selezionano i contenuti per noi sui social media e sui motori di ricerca spesso premiando la quantità e l’intrattenimento a scapito della qualità e dell’approfondimento.
L’autore sottolinea come questo sovraccarico informativo crei una obesità intellettuale che ci rende vulnerabili a distrazioni e false informazioni, riducendo la nostra capacità di giudizio. Per affrontare questa crisi, Gurwinder propone una “dieta informativa”, ovvero l’abitudine di scegliere contenuti di valore che ci aiutano a crescere intellettualmente e che arricchiscono le nostre conoscenze in modo significativo. Io da tempo cerco di approfondire le notizie attraverso fonti attendibili che non hanno paura di affrontare argomenti difficili, che le grandi testate giornalistiche e televisive non vogliono neppure toccare con un palo da 10 metri.
Ma come tutte le diete, anche questa richiede lavoro ed impegno: non si può pretendere di avere la pappa pronta, gratis, e che sia anche di buona qualità. Seguire questa dieta richiede una maggiore consapevolezza di ciò che consumiamo, significa fermarsi a riflettere su cosa vale il nostro tempo e filtrare i contenuti basati su qualità e rilevanza. Per questo apprezzo, ad esempio, il lavoro fatto in Italia da canali come Nova Lectio o GeoPop (no, questo non è un post sponsorizzato): perché loro non ti dicono cosa pensare, ma ti danno gli strumenti critici per farti una tua opinione e guardare il mondo con una lente diversa. In un panorama dell’informazione in cui le distrazioni sono ovunque, l’articolo di Gurwinder ci invita dunque a diventare consumatori più critici e a fare attenzione a ciò che “mangiamo” intellettualmente.
Commenti
l’overflow di informazione in rete è voluto e mira a stancare la gente e togliergli sempre più il desiderio di capire e sapere. Inoltre oggi in re t più che e. cesso di informazione si ha sempre più un sovraccarico di immagini e video che enfatizzano ogni dramma reale, trasformando sempre più l’utente da soggetto desideroso di capire, a voyeur del dolore e della sofferenza altrui. Concordo poi con la tua considerazione finale, che purtroppo trova sempre meno proseliti in rete.
Risposte al commento di DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Come darti torto. Il dramma “vende” chiaramente, molto più delle buone notizie. Ci sono fior fiore di ricerche universitarie sull’argomento.
Risposte al commento di camu
Anche la recente vittoria di Trump è una delle conseguenze di quello che parla l’articolo.
Risposte al commento di Trap
Verissimo. E chi sa cavalcare questi nuovi mezzi d’informazione spazzatura, sarà in grado di telecomandare l’indignazione di massa e far muovere il popolo come desidera.