due chiacchiere

Un posto bello e inutile, destinato a morire

Una delle trasmissioni storiche che ascolto in maniera quasi religiosa sin da quando ero in Italia è Focus Economia di Sebastiano Barisoni. Ogni venerdì il conduttore mette insieme quella che la redazione ha battezzato “La poco invidiabile classifica della settimana”, in cui vengono raccontate cinque notizie di sprechi, abusi, furberie e ruberie da parte, in genere, della pubblica amministrazione nelle sue varie incarnazioni, dall’Atac di Roma ai forestali siciliani, da chi ha abusato dei contributi sulle ristrutturazioni agli impiegati che si mettono in malattia ma poi vanno a fare i porno attori. Una carrellata variopinta delle mille realtà del Belpaese, dove fregare il prossimo sembra essere spesso l’unico modo per sopravvivere. La scorsa settimana Barisoni ha raccontato l’incredibile notizia di un liceo classico romano che ha rifiutato qualche centinaio di milioni di euro dal PNRR per ammodernare la propria dotazione tecnologica. Motivazione? Troppa tecnologia fa male, dicono in breve i responsabili di questa decisione.

Per questo sorrido con amarezza quando vedo la gente lamentarsi perché il governo (qualsiasi governo) prende tempo sull’attuazione delle linee guida per spendere questi soldi e per votare il famigerato MES. Perché la verità è che dall’Europa arrivano in Italia vagonate di soldi. Eppure, per colpa di persone che pensano soltanto alla propria pensione ed ostacolano il vento del cambiamento a beneficio delle generazioni future, il Belpaese è cronicamente fanalino di coda in spesa di questi fondi. I boomers italiani, come si chiamano adesso i sessantottini, prendendo in prestito una parola dal vocabolario americano (perché nati durante il boom economico del dopoguerra), hanno un atteggiamento egoistico e forse un po’ nichilista allo stesso tempo: “intanto pensiamo a star bene, poi quello che verrà dopo non sono cavoli nostri”. Da decenni, pare, gli italiani hanno perso ogni speranza di cambiare il corso della storia del loro Paese. Qualcuno prova a protestare (un nome per tutti, Ultima Generazione), ma sono soltanto piccoli fastidiosi ronzii in un silenzio generale.

Quando Barisoni ha raccontato di questa scelta surreale del consiglio d’istituto del liceo Albertelli di Roma, mi è venuto subito in mente il film La meglio gioventù, ed in particolare il breve scambio di battute tra il protagonista ed il professore dinosauro che gli fa passare l’esame universitario.

Un quadro amaro della realtà italiana su cui ho avuto modo di riflettere più volte, sia quando abitavo ancora lì, sia da emigrato. E come ho già detto in altri interventi, queste notizie mi fanno solamente male al cuore. Perché non vorrei certo vedere il mio Paese d’origine versare in queste condizioni. Specialmente quando poi ti volti dall’altra parte e vedi che in Inghilterra la BBC regalerà 700 mila dispositivi elettronici agli studenti delle scuole inglesi per imparare i rudimenti della programmazione. Si, proprio la BBC, mica un’aziendina da quattro soldi. Tu ce la vedi la RAI lottizzata, al centro di tantissime polemiche politiche proprio in questi giorni, a fare una cosa del genere? In via Mazzini pensano solo a cacciar via conduttori di successo e ad impossessarsi di quante più poltrone possibile. Per la cronaca, a me Fazio non è stato mai troppo simpatico come conduttore, ma ritengo che cacciarlo via, dal punto di vista meramente economico, è stato un errore madornale.

Per citare il buon Claudio di Alla Rovescia:

Il Liceo continua a propagandare la stessa manfrina per la quale è più importante imparare delle lingue morte e leggere letteratura di 2000 anni fa come strumenti con i quali si assumerebbe, per magia, la capacità di un pensiero interiore “potente” che sarebbe in grado poi di compiere mirabili gesta come la comprensione di cose che nulla hanno a che fare con ciò che si e’ studiato. Studio latino e BUM capisco meglio la biologia e la medicina. Studio greco e BUM capisco meglio la chimica e la fisica. [..] Il liceo va azzerato non perché non possa essere anche adeguato per alcuni percorsi di studio, va cancellato perché è l’essenza della cristallizzazione e della superstizione e come tale si opporrà sempre ai cambiamenti che snaturerebbero la formula magica: Wingardium Leviòsa, non Leviosaaa, leviosa o leviosà. Wingardium Leviòsa.

La rivoluzione dovrebbe proprio partire dalle scuole, guardando magari al modello americano, e fornire ai giovani degli strumenti concreti per ritagliarsi il proprio pezzetto di vita onesta, nel contesto della comunità in cui vivono. Ma invece continuiamo così, a bollire lentamente come la proverbiale rana nella pentola.

Commenti

  1. Aldo ha scritto:

    Sulla parte riguardante la tecnologia, tempo fa mi è capitata davanti una notizia che mi ha fatto cambiare un po’ opinione. In pratica, i figli e i nipoti dei vari Ceo di Apple, Microsoft, Facebook, ecc. frequentano scuole “speciali” senza tecnologia, cioè scuole come quelle che frequentavano noi. Questo perché, ad esempio, secondo l’Oms, con l’uso della tecnologia da parte dei minori “ci sarebbero correlazioni con sovrappeso, obesità, problemi di sviluppo motorio e cognitivo e di salute psico-sociale. L’eccessiva esposizione ai dispositivi rischierebbe di ledere la capacità di esprimere emozioni e comunicare”.

    Risposte al commento di Aldo

    1. camu ha scritto:

      Argomento più che valido, ci mancherebbe. Io forse sono un pizzico di parte, sulla tecnologia, vista la mia formazione informatica ed il lavoro che faccio, ed allora mi lascio prendere la mano in questo senso. Credo comunque che il problema di fondo rimanga: l’Italia è cronicamente fanalino di coda nella spesa dei fondi europei che arrivano a vagonate, evidentemente per colpa di gente ancorata a vecchi retaggi, che vuole proteggere il proprio orticello ed ha paura di rimanere indietro con i tempi. Poi ovviamente ci si mette pure la burocrazia, e la frittata è fatta…

      Risposte al commento di camu

      1. Aldo ha scritto:

        Ma anch’io sono di parte come te. Però secondo me in Italia le priorità sull’utilizzo della tecnologia dovrebbero essere altre. La tecnologia dovrebbe essere impiegata per rendere la vita più semplice alle persone. Ora, siccome l’Italia ha la popolazione più anziana del mondo (insieme al Giappone), la tecnologia dovrebbe essere impiegata per rendere più agevole la vita innanzitutto alle persone anziane. Ma basterebbe iniziare dalle cose semplici. Ad esempio, hai parlato della pubblica amministrazione. In Italia hanno pensato ad un sistema di accesso ai siti della pubblica amministrazione che faccio fatica anche io ad utilizzare figuriamoci persone come mio padre (che ha 80 anni) e che devo aiutare io nonostante se la cavi abbastanza bene.

        Risposte al commento di Aldo
        1. camu ha scritto:

          Ah, sull’inadeguatezza di tanti siti web (e relativa accessibilità) sfondi una porta aperta. Non sai quanto ho imprecato per cercare di ottenere lo SPID dall’estero, e per accedere al sito dell’INPS con tutti i passaggi per ottenere la password.

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