due chiacchiere

WordPress ed accessibilità, prova sul campo

Quando si parla di accessibilità di un sito web, generalmente si fa riferimento al lato visibile al pubblico, affrontando quindi il problema dal punto di vista dell’utente finale, del consumatore a cui quel contenuto è destinato. Ma prima di apparire sui migliori schermi per computer, quella pagina è stata prodotta da qualcuno e da qualcosa dietro le quinte, un sistema per la gestione dei contenuti ed un redattore. Che come utente finale del CMS ha diritto ad avere a sua volta a disposizione un’interfaccia usabile, semplice da comprendere ed accessibile, mentre come redattore ha bisogno di strumenti che agevolino la produzione di contenuti accessibili, senza dover leggersi ed imparare a memoria l’intero manuale delle WCAG. Seguendo queste considerazioni, sono andato a vedere come si comporta WordPress in tal senso, dato che molte fonti lo identificano come il sistema di gestione al momento più popolare in assoluto: si dice che 1 sito su 6 nel mondo è basato su questa piattaforma, e che la migrazione da Joomla! si fa sempre più evidente.

Rendiamo WordPress Accessibile

Il punto di partenza della mia indagine è ovviamente il sito ufficiale che WordPress dedica a coloro che vogliono approfondire tali tematiche. Qui ho letto alcune impressioni sul livello di accessibilità dell’interfaccia, ed ho raccolto una manciata di riferimenti ad altri siti ed articoli. In linea di massima mi sembra di percepire un ragionevole grado di soddisfazione: come spesso accade in questi casi, chi deve criticare fa presto a lasciare un messaggio, mentre chi vuole complimentarsi non trova mai il tempo per farlo, quindi le proporzioni tra contenti e scontenti potrebbero sembrare sfalsate.

Una misura più attendibile la si può trovare sul Trac di WordPress, il sito dove vengono segnalati tutti i difetti e suggeriti i miglioramenti: la versione 3.5, a cui stanno lavorando adesso, ha associati una trentina di richieste che mirano ad implementare nuove soluzioni più accessibili un po’ ovunque, dalla costruzione dei menù ai tabindex nella barra di amministrazione. Gli sviluppatori, come si può notare, sono molto attivi e contribuiscono al codice con cadenza quotidiana, mostrando che il progetto è più vivo che mai.  Un’introduzione all’accessibilità curata dai redattori di WordPress rappresenta, infine, la ciliegina sulla torta di quest’iniziativa.

Le considerazioni di un non vedente

Rian Rietveld ha voluto approfondire la questione analizzando la facilità d’uso di WordPress tramite lettori vocali ed altri ausili informatici. Ha così deciso di condurre un esperimento, mettendo un suo amico non vedente di fronte al pannello di amministrazione e chiedendogli di svolgere alcune operazioni tipiche: orientarsi tra i vari menù, caricare un’immagine e scrivere un nuovo articolo. Il voto finale, riassumendo le impressioni descritte nel suo articolo, potrebbe essere una sufficienza risicata. Con l’aggravante di aver peggiorato le cose in questi ultimi due anni: l’uso sempre più massiccio di popup virtuali (quelli che, in gergo, io chiamo lightbox) rappresenta un ostacolo insormontabile per il software che legge lo schermo, che tendenzialmente ignora queste finestre di dialogo.

Sono convinto che sarà difficile conciliare i due mondi in maniera trasparente ed armoniosa: la ricchezza di funzionalità spinge coloro che progettano le interfacce a nascondere quelle meno indispensabili, associandole con tendine (tipo Impostazioni Schermo o Aiuto) o finestrelle di dialogo virtuali. Da quest’approccio traggono beneficio le persone normodotate che non amano la confusione, e preferiscono una schermata pulita e senza fronzoli. Allo stesso tempo, se ne svantaggiano i disabili (specialmente i non vedenti) e coloro che hanno poca dimestichezza con i sistemi di gestione dei contenuti. Questi ultimi noteranno una certa difficoltà iniziale a scovare queste funzioni nascoste ed a capirne l’utilizzo (prova a far allegare una foto ad un articolo ad una persona che non ha mai visto WordPress).

Il rischio in tal senso è di perdere il vantaggio rispetto a sistemi più complicati come Drupal e Joomla!, i cui utenti evidenziano spesso la bassa curva di apprendimento, e la scarsa usabilità ed intuitività.

Produrre contenuti accessibili

L’altra faccia della medaglia è la disponibilità di strumenti o estensioni per WordPress che semplifichino la produzione di contenuti nel rispetto della normativa vigente. Il mio blog, più o meno da quando è nato nel lontano 2005, è la prova vivente che ciò è possibile con poco sforzo. Basta procurarsi un vestito accessibile (o farselo su misura) ed installare TinyMCE Advanced, un plugin agli steroidi che trasforma l’editor in dotazione in uno strumento completo per marcare ogni genere di contenuto, dagli acronimi ai cambi di lingua. Siti con esigenze particolari dovranno ricorrere a soluzioni personalizzate, non c’è dubbio, ma in tal senso l’estensibilità di WordPress non è seconda a nessuno, e con le conoscenze giuste è possibile fare praticamente di tutto.

In conclusione

Il quadro generale che risulta da questa mia piccola indagine è quello di un sistema che vuole crescere, pur senza dimenticare le proprie radici ed i valori di semplicità d’uso e flessibilità su cui ha costruito la sua fortuna. La chiave del successo, ancora una volta, è ascoltare i propri utenti (vedi siti menzionati sopra) e coinvolgerli attivamente nello sviluppo della piattaforma. Ognuno nel suo piccolo può contribuire con un’idea, un pezzo di codice, un plugin o una critica: tutti questi piccoli tasselli non potranno che rendere migliore il prodotto finale.

Ulteriori riferimenti

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