C’è stata una notizia che non sembra aver ricevuto molta attenzione nelle scorse settimane: sarà che con l’estate la gente vuole solo parlare di cose leggere che non richiedano nessuno sforzo mentale, sarà che siamo troppo distratti dalle mille altre notizie che competono per la nostra attenzione. La notizia riguarda uno dei più grossi attacchi hacker di sempre al sistema sanitario americano. In cui i malfattori sono riusciti a portarsi via dati medici di un terzo della popolazione americana, ovvero circa 100 milioni di persone. Il problema è che, a parte lo sdegno iniziale, sembra che gli interessati siano tornati a condurre le proprie mansioni come se nulla fosse. Ora, non so come funzioni il sistema sanitario nelle varie regioni italiane, ma qui in America, a dispetto di una spesa pro capite molto superiore al resto del mondo, la situazione è fortemente frammentata, e la tecnologia usata per la gestione dei dati del paziente è incredibilmente ancora basata sui fax. Almeno in Italia c’è il fascicolo sanitario unico, qui ce lo sogniamo.
E non possiamo consolarci neppure pensando che nel Paese a stelle e strisce la sanità ci faccia vivere più a lungo, anzi: negli ultimi anni l’aspettativa di vita, già più bassa di tante altre nazioni industrializzate, è calata ulteriormente, anche grazie agli effetti del Covid e di come è stato gestito. Il problema è che, in percentuale rispetto al budget, gli Stati Uniti spendono meno di altri Paesi per le cure di base e per la prevenzione, e queste scelte hanno un impatto, sulla salute delle persone e, in ultima analisi, sull’aspettativa di vita. Nulla di nuovo sotto il sole, sia ben chiaro: la qualità della sanità americana è buona, ma il sistema sul quale è costruita è molto fragile e pieno di falle, e nessuno sembra voler guardare oltre il proprio orticello per migliorare le cose. Ci aveva provato Obama, con la riforma che aveva messo in campo durante la sua presidenza, ma è rimasta una riforma incompiuta, che anzi gli avversari stanno pian piano smantellando.
E così, mentre io sogno un futuro dove l’intelligenza artificiale possa affiancare i medici nel formulare diagnosi, avendo a disposizione un quadro clinico completo del paziente da quando è nato, la realtà dei fatti è molto più prosaica e fatta di mille orticelli che si guardano bene dal condividere con gli altri i dati che hanno sui propri pazienti. Pensa, qualche settimana fa ho dovuto fare una risonanza magnetica per un controllo, e per mostrarla al mio medico di base avevo chiesto se fosse disponibile online da qualche parte. L’impiegato del centro radiologico mi ha guardato quasi come se avessi due teste e tre braccia, e mi ha dato un CD con tutte le immagini. Che io dovrò fisicamente portare al dottore. In contrasto, per i più distratti, in Cina il piano per implementare quella che loro chiamano Internet Plus Healthcare, sta già riscuotendo parecchi successi:
The combination of the internet and healthcare has excellent benefits and far-reaching positive effects in improving service efficiency and promoting social equity. The role of the “internet plus healthcare” (IPHC) has been recognized, especially during the COVID-19 pandemic. This new healthcare model is also familiar to people and shows a bright prospect.
Ed hai letto di come vanno le cose a Singapore?
According to the 2023 Legatum Prosperity Index, Singapore ranked first among 104 countries, in the “health component” category which measures the extent to which people are healthy and have access to the services needed to maintain good health. In the 2023 Global Hospital Rating conducted by Newsweek and Statista, the Singapore General Hospital was ranked ninth among the 250 hospitals rated. Singapore provides universal coverage for its citizens with multiple layers of care and among its ASEAN peers.
Giusto per dire, io qui pago tremila dollari all’anno solo per avere un’assicurazione sanitaria (i ticket si pagano a parte), e c’è chi paga molto di più. Mandiamo sonde su Marte, ma non siamo capaci di avere un sistema sanitario al passo con la tecnologia. Con buona pace di una popolazione che continua ad invecchiare, ed invecchiare male. Come il nostro beneamato Presidente Biden (che è completamente sparito).
Commenti
Qui la sanità pubblica è ancora gratuita ma se vuoi esami accurati e rapidi devi spesso rivolgerti ai privati e pagarti tutto.Abbiamo ancora delle eccellenze ma sono sempre più mosche bianche.
Risposte al commento di DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Si, ne sono consapevole. I miei genitori, abitando in Sicilia, mi raccontano spesso delle loro disavventure con la sanità pubblica dell’isola, e delle lunghe liste d’attesa anche per esami semplici. Molto sembra essere legato alla burocrazia, ed al fatto che il medico debba spesso preoccuparsi di scartoffie, piuttosto che di visitare i pazienti. In Italia si dovrebbe prendere esempio dalla Francia, dove esiste un mix tra pubblico e privato (le mutuelles, mi pare si chiamino), e dove esiste una figura apposita per le scartoffie, liberando tutti, anche i medici di base, da quelle incombenze.
Rimanendo in tema del titolo, qui in Europa abbiamo il GDPR che da degli obblighi specifici, sia alle aziende private che pubbliche, in tema di privacy e sicurezza. Ci sono delle multe e c’è anche l’obbligo di comunicare qualsiasi data breach entro 72 ore alla specifica autorità.
Risposte al commento di Trap
Si, qui l’equivalente, che è solo nell’ambito sanitario, si chiama HIPAA. Sfortunatamente, l’industria sanitaria lo utilizza come scusa per continuare ad usare i fax per gestire i dati del paziente, invece che ammodernarsi (in maniera sicura, s’intende) come accade in tante altre nazioni nel mondo.