due chiacchiere

Archivio degli articoli in corso d'inglese, pagina 7

Caro, vai a camminare il cane

No, non c’è nessun refuso nel titolo qui sopra. Sarebbe la traduzione letterale di dear, go walk the dog. Questa cosa dei verbi che prendono il complemento diretto in Inglese ma non in Italiano, può trarre spesso in inganno, anche perché la regola si applica a seconda del contesto. Se vado a fare due passi con un amico, cammino insieme a lui, non lo sto portando al guinzaglio, quindi dirò I’m taking a walk with a friend of mine, non certo I’m walking my friend. Con l’acqua le cose possono complicarsi ancora di più: se annaffio le piante, I’m watering my plants, ma se l’acqua è per il cane di prima, I’m giving the dog some water. La pratica è l’unica vera amica, in questo caso, che consente di capire quale forma è giusto applicare. Molti sostantivi, in inglese, svolgono anche la funzione di verbo (l’azione di usare quell’oggetto), e Google suppongo ne sia il caso più eclatante: to google something è oramai parte del vocabolario quotidiano americano.

Le parole simili americane, che confusione

L’altra mattina leggevo una pubblicità in metropolitana, in cui un giovane dottore indossa un camice bianchissimo dicendo The weight is over! No, nessun refuso: il messaggio reclamizza una delle tantissime cliniche che aiutano i Newyorkesi a perdere peso, e gioca sul fatto che le parole wait e weight si pronunciano in maniera molto simile. Ecco com’è maturata l’idea per l’incursione di oggi nella lingua a stelle e strisce. In realtà è stata piuttosto la spinta decisiva, visto che questo tema era mi era già venuto in mente quando, quest’estate, avevo letto sulla fiancata del furgoncino dei gelati che passa per le vie dei sobborghi del New Jersey la frase I scream for ice cream 🙂 Leggi il resto di Le parole simili americane, che confusione

Cuocere la pasta in metà tempo

Ti propongo oggi un altro crossover, come dicono in America, tra due rubriche del mio blog: le ricette di cucina e le lezioni d’inglese. Qualche tempo fa avevo pubblicato un video su come sbucciare una testa d’aglio in dieci secondi: ho provato a replicare l’esperimento a casa, ma non ho avuto altrettanto successo. Anzi la moglie è subito corsa in cucina allarmata dal rumore degli spicchi che sbatacchiavo tra le due terrine 😉 Il trucco di oggi va più nella direzione ecologica del risparmio in cucina. In effetti, quando gli italiani “buttano” la pasta, consumano un sacco d’acqua e di energia per portare ad ebollizione una pentola piena e poi cuocervi gli spaghetti. Stando a CHOW (punto di riferimento per chi si diletta in cucina), tutto questo non è necessario: basta una padella e qualche bicchiere d’acqua per ottenere lo stesso risultato in metà tempo. Leggi il resto di Cuocere la pasta in metà tempo

Martello e chiave inglese… o americana?

Il freddo, non c’è dubbio, è arrivato sulle coste atlantiche degli Stati Uniti: nel giro di pochi giorni siamo passati dai tiepidi 20 gradi ai gelidi 7 gradi del mattino. Ecco allora che, come ogni anno, un sabato mattina mi sono armato di cacciaviti, chiavi inglesi ed attrezzi vari, e sono sceso nel seminterrato per rimettere “in moto” i riscaldamenti. Il piano d’azione è sempre lo stesso, e l’ho imparato in Italia dal tecnico che ogni anno veniva a fare la pulizia in cambio della modica cifra di 120 euro: dopo aver tolto un po’ d’aria dai radiatori (bleed the radiators, dicono qui, che letteralmente significa far sanguinare i poveri caloriferi), e spolverato gli elementi, tolgo la fuliggine dal bruciatore con il mio potente aspirapolvere, soffio il beccuccio della fiammella pilota, olio il motorino che fa circolare l’acqua calda ed infine faccio partire il tutto. Leggi il resto di Martello e chiave inglese… o americana?

Farsela addosso dalla paura, in inglese

Non so come, non so perché, ma l’altro giorno mi è venuta l’ispirazione per parlarti, nell’appuntamento periodico con la lingua inglese, della parola crap. Se la pupù ed i suoi derivati urtano la tua sensibilità, ed il solo sentirne parlare ti fa venire il voltastomaco, ti consiglio di non proseguire la lettura di quest’articolo 🙂 Un po’ come in Italiano abbiamo varie sfumatura per indicare il prodotto principale della defecazione (dal volgare merda all’infantile cacca, passando per la stronzata), e la lista dei contesti “metaforici” è abbastanza nutrita, anche in inglese americano esistono vari appellativi e modi di dire che ne fanno uso. Se ad esempio hai mai visto un episodio in lingua originale di Tutti Amano Raymond, avrai probabilmente sentito Frank esclamare holy crap!, un modo per manifestare stupore o grande timore, equivalente, suppongo, al nostro porca miseria. Leggi il resto di Farsela addosso dalla paura, in inglese

Parole americane non comuni

L’anno scorso di questi tempi, prendendo spunto da una discussione con alcuni amici che m’erano venuti a trovare dall’Italia, avevo scritto un articolo elencando alcune parole che a scuola non s’imparano, ma che in caso di viaggio nella Nazione a stelle e strisce possono sempre tornare utili. Come ad esempio sap, che per molti è un famoso programma gestionale usato da grandi aziende internazionali, mentre qui è più umilmente la linfa prodotta dagli alberi, quella sostanza appiccicosa che ogni tanto ti sarà capitato di toccare andando in campagna. Oppure gunk (slime, sludge, goo, gook), in genere riferito ad un qualche liquido viscoso, melmoso o appiccicoso che fa abbastanza schifo. Leggi il resto di Parole americane non comuni

Le espressioni americane… irregolari

L’altro giorno avevo due riunioni che si accavallavano, al lavoro. Non essendo ancora riuscito a clonarmi, ho chiesto ad un collega di sostituirmi, per raccogliere comunque le informazioni che mi interessavano. Don’t worry, I’ll fill you in as soon as the meeting is over, m’ha rassicurato. Da quella sua risposta mi è venuto in mente l’argomento per l’incursione di oggi nella lingua a stelle e strisce: alcuni modi di dire che non trovano un corrispondente diretto in italiano. To fill somebody in, letteralmente “riempire” qualcuno, vuol dire in realtà informare, tenere al corrente, dare a qualcuno un riassunto su qualcosa. Una volta, volendo fare quello che ha padronanza della lingua, per sbaglio ho sostituito in con out, dicendo in pratica che volevo essere letteralmente rabboccato, riempito come un bicchiere: il mio interlocutore prima m’ha guardato perplesso e poi è scoppiato in una grassa risata (il famoso LOL tanto usato nelle chat). Leggi il resto di Le espressioni americane… irregolari

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