due chiacchiere

Archivio degli articoli in corso d'inglese, pagina 5

Le espressioni gergali in inglese

Guardavo l’altra sera un film con Edoardo Leo (che recensirò nei prossimi giorni), e mi sono reso conto come nell’italiano parlato abbiamo la tendenza ad usare espressioni gergali per esprimere quello che ci passa per la testa: dai malati a bizzeffe alla pioggia a catinelle, dall’essere in un mare di guai al dover stirare una montagna di panni. Tutte espressioni che il mio amico Josè, che sta cercando di imparare l’italiano su Duolingo, non potrebbe certo capire. Ed allora mi è venuta la curiosità di andare a cercare l’equivalente opposto, e di condividere i risultati di questa ricerca con i miei piccoli lettori. Così quando verrai in vacanza a New York e ti diranno che hai una big mouth, saprai che vogliono semplicemente dire che stai parlando troppo, mentre se ti consigliano di don’t blow all your money at the casino, non stanno letteralmente dicendo di soffiare sui soldi, ma piuttosto di non sperperarli. Leggi il resto : Le espressioni gergali in inglese

Non perdere il treno per New York

Sebbene ancora mi stiano dando la possibilità di lavorare da casa, un paio di mesi fa sono andato in ufficio per prendere alcune cose che mi servivano. Era da parecchio tempo che non mi recavo in stazione, e tutto sembrava così strano, quasi surreale. Prima di avviarmi, avevo diligentemente controllato sul sito quali fossero i nuovi orari: di questi tempi non si capisce più nulla, e non volevo rimanere su una panchina ad aspettare per ore. Un treno sarebbe dovuto essere lì alle 7.20 del mattino, per giungere alle 8.10 alla Penn Station sulla Trentatreesima strada. Verso le 7.10, una voce gracchiante ci comunica dagli altoparlanti che the 7.20 train to Manhattan has been cancelled. Essendo una persona positiva per natura, invece che inveire contro la situazione, mi son messo a pensare a questa lezione d’inglese. D’altro canto, come dicono gli americani, se la vita ti manda limoni (l’equivalente delle nostre “ciofeche”, facendo una traduzione non letterale), tu facci una bella limonata, ovvero fai del tuo meglio con quello che la vita ti offre. Leggi il resto : Non perdere il treno per New York

Occhio alla lingua

Per la lezione d’inglese di oggi, ho trovato un video dove un povero insegnante cerca di insegnare la lingua anglosassone ad una classe di persone provenienti da varie parti del mondo, incluso il tipico italiano con il suo modo di fare spavaldo. Si tratta di un siparietto estratto dalla sitcom inglese Mind your language andata in onda negli anni ’70, ma più che attuale ancora oggi. Per facilitare la comprensione, ho aggiunto la trascrizione sotto. Buona visione.

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Questa macchina qua devi metterla là…

Come sappiamo, le reti social dei nostri tempi hanno di fatto dato un megafono ai tanti tipi strani che popolano questo pianeta, che fino a quel momento non avevo altro pubblico che i loro compagni di classe ed amici del quartiere. E dato che la stragrande maggioranza della comunicazione, almeno fino all’avvento di Instagram e TikTok, è avvenuta dando forma scritta ai propri pensieri, si è alzato il velo sul basso livello culturale di queste persone, principalmente nel corretto uso della sintassi e della grammatica nella propria lingua madre. E se in itaGliano si vedono spesso verbi possessivi senz’acca, in inglese è principalmente la pronuncia di parole simili, anche note come omofone, a trarre in inganno i poveri analfabeti digitali. Sfortunatamente, queste parole a volte mettono il bastone tra le ruote anche a quelli come me che hanno un accento. Ricordo sempre quella volta quando con i miei colleghi si parlava dei fratelli Koch (pronunciato più o meno co-uq), miliardari americani che da sempre sovvenzionano il partito repubblicano. Beh, ti lascio immaginare come ho pronunciato il loro cognome (un po’ come se uno straniero sbagliasse a pronunciare una vocale nominando il Signor Cozzo 😯), e le risate di tutti intorno al tavolo. Leggi il resto : Questa macchina qua devi metterla là…

I falsi amici di cui non fidarsi

In quasi 14 anni di permanenza sul suolo americano, ho avuto modo di esplorare in lungo e largo le magagne che si nascondono tra le pieghe inesplorate della lingua inglese. Sebbene non abbia perso il mio accento, molti mi dicono oggi che è quasi impercettibile e sono stupiti dalla mia padronanza del vocabolario. Tutto merito, non c’è dubbio, delle solide basi acquisite ai tempi del liceo scientifico in Italia, dove i professori d’inglese prendevano il loro mestiere seriamente. Questo per dirti che se stai imparando una lingua straniera a scuola, prendila sul serio: un giorno potrebbe aprirti un sacco di opportunità. Oggi voglio parlarti dei cosiddetti false friends, parole inglesi che assomigliano spudoratamente a parole italiane, ma che hanno un significato completamente diverso, e sibillinamente traggono in inganno chi le vede in un certo contesto. Per esempio, se a scuola il tuo compagno di classe ha un problema di addiction, non vuol dire che non è bravo a fare le addizioni, ma che ha sviluppato una qualche dipendenza, tipo tv addiction. Leggi il resto : I falsi amici di cui non fidarsi

L’arancia petulante c’insegna l’inglese

Da qualche tempo sono diventato un grande appassionato di una serie che va in onda solo su YouTube ed ha come protagonista un’arancia parlante. Una annoying orange, il cui passatempo preferito è quello di prendere in giro il legume o la frutta di turno sul ripiano della cucina. Una serie che certamente non propone nulla di culturalmente valido, ma interessante dal punto di vista di chi vuole spingersi nei meandri dell’inglese che i libri di scuola non insegneranno mai: i vicoli oscuri delle frasi gergali, dello slang spesso copiato persino in Italia. L’ispirazione per l’intervento di oggi mi è venuta dai commenti a margine della precedente lezione, in cui Francesco evidenziava alcuni strafalcioni di chi l’inglese lo mastica appena eppure pretende di sentirsi un madrelingua (Volunia, anyone?). Leggi il resto : L’arancia petulante c’insegna l’inglese

Gli errori comuni in inglese

Questa lezione ce l’ho tra le bozze da inizio Dicembre dell’anno scorso, ed il povero Linguandre che con tanto entusiasmo aveva accettato di contribuire in qualità di esperto dell’argomento, deve aver probabilmente perso ogni speranza di vedere le sue sudate carte apparire su queste pagine 🙂 Ma come dico sempre a tutti quelli che mi scrivono, con me basta solo avere pazienza (a volta davvero tanta), sono lento come un bradipo ma prima o poi rispondo.

Il buon Linguandre mi ha aiutato ad elaborare l’argomento dei tipici errori che noi italiani facciamo quando cerchiamo, in tutta fretta, di abbozzare una frase in inglese di fronte alla turista belloccia che ci chiede informazioni. Perché la differenza tra un presente ed un futuro usato al posto giusto, può radicalmente cambiare l’impressione che il nostro interlocutore si farà di noi. Leggi il resto : Gli errori comuni in inglese

I nomi inglesi da barzelletta

Ricordo sempre quando da piccolo si scherzava con i miei compagni di classe durante la ricreazione, inventando canzoncine e barzellette che poi diventavano un tormentone per settimane. Uno degli sport più popolari era trovare scioglilingua o nomi di persone divertenti, come i classici Guido La Vespa, Nello Stradone, Dario Lampa o Gustavo La Pasta. A volte ci si avventurava persino nel campo tabù della sessualità, e lascio a te immaginare i nomi ridicoli che ci facevano sbellicare dalle risate per ore. L’altro giorno, chiacchierando con un collega, ho scoperto che anche gli americani hanno un analogo elenco, così ho deciso di condividerlo con te per l’angolo dell’inglese divertente del venerdì pomeriggio. Leggi il resto : I nomi inglesi da barzelletta

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