due chiacchiere

Archivio degli articoli in corso d'inglese, pagina 8

A cena in un ristorante americano

Quando ti trovi in giro per il mondo, a tutto puoi rinunciare, tranne che a mangiare. Arriva così prima o poi il momento di affrontare le nostre lacune linguistiche in un luogo famigerato e temuto, specialmente da noi italiani: il ristorante. Abituati da sempre alla suddivisione in antipasti, primi, secondi e contorni, in America ci troveremo spiazzati a leggere un menu che elenca entrées, (main) courses, appetizers and pastas (rigorosamente con la s finale, che rende il tutto vagamente spagnoleggiante). Ci sarebbe da dedicare un’intera categoria a questo argomento, ma partiamo dalle basi per fare almeno una figura decente davanti alla cameriera.
Leggi il resto di A cena in un ristorante americano

Ascoltiamo il buon Dan Hesse

Ora che la primavera è iniziata (almeno sul calendario, da queste parti), la gente inizia a programmare i viaggi per l’estate, e spesso si tratta di mete all’estero, non di rado negli Stati Uniti. Un po’ come per la prova costume, è bene cominciare ad allenarsi sin da adesso a comprendere quello che i nostri interlocutori stranieri vorranno dirci, quando ci troveremo costretti a non poter parlare Italiano. Per aiutarti, ti propongo uno spot che sta andando in onda in queste settimane, con protagonista l’Amministratore Delegato di una compagnia telefonica mobile. Una specie di Giovanni Rana americano che mette la sua faccia in prima linea per promuovere i prodotti della sua azienda. Il suo tono di voce pacato e le parole scandite, lo rendono ideale per far pratica con l’ascolto. La trascrizione, come sempre, si trova subito sotto il video. Leggi il resto di Ascoltiamo il buon Dan Hesse

Dimentica i tuoi problemi in inglese

Il Dottor Casa ultimamente mi sta appassionando sempre di più, e non finirò mai di ringraziare abbastanza il mio amico Matteo che all’epoca mi diede la possibilità di scoprirlo prestandomi i DVD per recuperare le puntate perdute 🙂 La puntata della scorsa settimana è costruita intorno ai sogni di Lisa Cuddy, e di più non posso dirti perché non vorrei rovinare la sorpresa agli spettatori italiani che, immagino, sono un po’ indietro rispetto a noi qui in America. Uno dei sogni è questo bellissimo balletto di Gregory e Lisa, che ho deciso di sfruttare per la mia periodica lezione d’inglese (allenamento dell’ascolto). Una curiosità: i ballerini della coreografia sono tutti presi dall’equivalente americano di Amici. Chissà se in Italia fanno lo stesso. La trascrizione del testo (Get Happy di Judy Garland) è subito dopo il video. Leggi il resto di Dimentica i tuoi problemi in inglese

Ho comprato una canteen per il vino

Questo 2011 iniziato ormai da un po’, si sta rivelando fin troppo pieno d’impegni per i miei gusti. Molte cose da fare, alcune per dovere, altre per piacere, che finiscono per consumare in fretta le 24 ore che ci vengono assegnate quotidianamente. Da tempo, ad esempio, avevo in mente quest’articolo sui falsi amici, le parole inglesi che, pur assomigliando a parole italiane, hanno un significato completamente diverso. Già in passato ho avuto modo di citare fine oppure sale. Oggi torno sull’argomento con alcune nuove entrate, a partire da quella del titolo, appositamente inserita in un contesto fuorviante 🙂 Infatti, la canteen non è la cantina a cui molti potrebbero pensare, bensì la borraccia. Tipo quella che i ciclisti tengono attaccata alla bici mentre pedalano in giro per il mondo. La mia la uso durante il giorno, dopo aver letto che chi fa vita sedentaria d’ufficio, dovrebbe bere almeno un litro d’acqua al giorno per mantenere i reni in funzione. Leggi il resto di Ho comprato una canteen per il vino

La terminologia fiscale americana

Le curiosità sulla lingua inglese, stando ai miei archivi, si sono prese una bella pausa. Ma non temere, non ho abbandonato quest’appuntamento periodico, per la gioia di grandi e piccini. Lo spunto di oggi mi viene dai vari Form W-2 che ci stanno arrivando in questi giorni: un documento che potremmo considerare stretto cugino dell’italiano CUD, dove sono riassunti i compensi percepiti nell’anno appena trascorso, le tasse pagate e via dicendo. La struttura è molto simile, ed i numeri che contiene andranno trascritti sul Form 1040, che come puoi intuire è a sua volta l’equivalente americano del Modello 730. Leggi il resto di La terminologia fiscale americana

La lingua corta degli americani

Ricordo ancora quand’ho scattato quest’immagine: era l’estate del 2008, io ero da pochi mesi arrivato in questa terra di meraviglie, e già sentivo la nostalgia del mare nostrum. Così con la moglie andammo a fare un weekend sulle dorate spiagge del sud del New Jersey. Ed in un parcheggio notai un singolare cartello, che confermava una mia teoria: gli americani sono pigri, meno parole usano e meglio è per tutti. L’ovomaltina, famosa polvere al cioccolato da sciogliere nel latte, qui si chiama Ovaltine, per fare un esempio. Oppure il lunghissimo “allacciare le cinture di sicurezza” diventa un ben più corto buckle up. Leggi il resto di La lingua corta degli americani

Inglesi ed americani a confronto

Abitando in Italia, sicuramente sarà più probabile che tu vada in Inghilterra che non negli Stati Uniti. Allora ho pensato di dedicare una lezione alle tanto “chiacchierate” differenze tra l’inglese britannico e quello americano. Nulla di difficile, ma qualche incomprensione si potrebbe creare, usando la parola sbagliata nel contesto sbagliato. Per esempio, se in America suggerisci al tuo amico di take the lift and go to the third floor, ti guarderà con aria perplessa: lift è l’ascensore britannico (elevator in America) ed è la voce del verbo tirare in americano.  Oppure quando vai a fare il pieno di benzina, al distributore inglese dirai petrol, mentre qui sarà il gasoline (spesso abbreviato come gas). Ma il più divertente, che crea qualche confusione, è il verbo to hire: assumere una persona in americano, noleggiare (in genere un’automobile) per i londinesi. Quindi non dire mai I want to hire a car all’autonoleggio dell’aeroporto di New York, il tipo ti prenderebbe per matto. Leggi il resto di Inglesi ed americani a confronto

La lana, il legno, la stronza e la spiaggia

Uno dei problemi principali nell’imparare l’inglese non è tanto acquisire un discreto vocabolario di parole, quello è un compito che prende via un paio di mesi al massimo, per chi ha già una base scolastica abbastanza solida. Il vero ostacolo si chiama pronuncia, e può creare più confusione di quello che si possa pensare. Lo sapevi ad esempio che apple si pronuncia appol e non eppol come tutti dicono in Italia? All’inizio, quando parlavo dei prodotti di Cupertino, la gente non mi capiva, finché non ho scoperto il motivo. Gli accenti rientrano in questa categoria… che in inglese si dice càtegori e non catègori. Chi vuole contribuire a migliorare la propria pronuncia dovrà ricordarsi di dire contrìbiut, non còntribiut, addrèss e non àddress, ìmeg (con la g dura) e non imèg, e via dicendo. Ricorda inoltre che a differenza dell’Italiano, la h non è muta, ed aggiunge un suono aspirato o espirato alle vocali a cui si accompagna. Quindi eat ed hit potrebbero sembrare uguali per un italiano, ma la seconda, avendo la h espirata, è più hhhhit 🙂 Pensa ad avere uno specchio davanti a te ed ad alitarci sopra per appannarlo, l’effetto è lo stesso. Leggi il resto di La lana, il legno, la stronza e la spiaggia

Torna in cima alla pagina