due chiacchiere

Archivio degli articoli in biblioteca, pagina 8

Compra una macchina con la teoria dei giochi

Il momento di acquistare una macchina nuova, prima o poi, arriva praticamente per tutti (a meno che tu non abiti a Manhattan). Se c’è una cosa che mi suscita un odio viscerale, è l’andare da un concessionario ed incontrare uno dei tanti venditori superpompati che ti faranno fare esattamente quello che vogliono loro, grazie all’esperienza di anni ed anni di affinamento delle loro tecniche diaboliche, praticate quotidianamente. Al contrario dell’acquirente, che varca la soglia di una concessionaria una volta ogni cinque anni o più, e quindi si trova impreparato a questa sfida all’ultimo accessorio. Una lenta danza il cui scopo è stremare il cliente e fargli mettere la firma su un pezzo di carta. La soluzione che ci propone il professor Bruce Bueno de Mesquita? Non andare a combattere questo duello a casa dell’avversario. Ecco la sua intervista in inglese, per l’appuntamento periodico con la lingua a stelle e strisce. Leggi il resto di Compra una macchina con la teoria dei giochi

Mi dia un terzo di libbra di prosciutto

La scorsa settimana sono andato a fare la spesa, e come di consueto è arrivato il momento di ordinare i salumi. Preso il numerino, inizio a dare un’occhiata alle offerte speciali, per vedere se c’è qualcosa di interessante. E mentalmente faccio le conversioni tra sistema metrico decimale e misure americane. Già, qui chili e litri non esistono: si va avanti a botte di libbre e galloni. Per rendere la vita più complicata, non esiste l’equivalente di un etto, ma bisogna dire “un quarto di una libbra”. Una libbra (ovvero un pound) equivale a 16 once, o per gli europei, a circa 450 grammi. Half a pound of Bologna (pronunciato boloni) sono quindi circa 200 grammi di mortadella. Una volta la mia pessima pronuncia di half a pound ha fatto capire al tipo al bancone a pound e quando mi sono accorto che aveva già affettato quasi mezzo chilo di formaggio, m’è preso un colpo 🙂 Leggi il resto di Mi dia un terzo di libbra di prosciutto

Pronuncia inglese per italiani

Come dicevo qualche tempo fa, i video di John Peter Sloan mi sono stati molto utili nel tempo per affinare la mia pronuncia ed evitare che i denti diventassero tette (teeth si pronuncia tif, non tit). Oggi te ne propongo uno che si concentra sui suoni più difficili per noi italiani: la TH, la R, la W e soci. Io ad esempio non riuscirò mai a pronunciare correttamente wood e wool (ma oramai mi sono rassegnato) mentre sono diventato abbastanza bravo con la H. Davvero interessante è la spiegazione su quali contorsioni far fare alla propria lingua per essere dei provetti anglofoni. Leggi il resto di Pronuncia inglese per italiani

Dare un tono alla propria automobile

Quand’ero in Italia, portavo la mia fida Yaris a fare il tagliando una volta all’anno, verso la fine di Novembre. Un po’ perché così prescriveva la garanzia, un po’ per scongiurare il pericolo di rimanere in panne in qualche sperduta località dello Stivale, in piena notte e senza copertura cellulare. In fondo lo diceva anche la pubblicità una volta: prevenire è meglio che curare. Arrivato qui in America, ho continuato questa tradizione con la macchina della moglie: un coupè con 12 anni e centomila chilometri sulle spalle, che a detta del meccanico potrebbe durare altrettanto, per come la teniamo. Così un paio di settimane fa ho preso un appuntamento per un tune up, e mentre aspettavo che cambiassero olio e filtri, mi è venuto in mente l’argomento per la lezione d’inglese di oggi. Leggi il resto di Dare un tono alla propria automobile

Caro, vai a camminare il cane

No, non c’è nessun refuso nel titolo qui sopra. Sarebbe la traduzione letterale di dear, go walk the dog. Questa cosa dei verbi che prendono il complemento diretto in Inglese ma non in Italiano, può trarre spesso in inganno, anche perché la regola si applica a seconda del contesto. Se vado a fare due passi con un amico, cammino insieme a lui, non lo sto portando al guinzaglio, quindi dirò I’m taking a walk with a friend of mine, non certo I’m walking my friend. Con l’acqua le cose possono complicarsi ancora di più: se annaffio le piante, I’m watering my plants, ma se l’acqua è per il cane di prima, I’m giving the dog some water. La pratica è l’unica vera amica, in questo caso, che consente di capire quale forma è giusto applicare. Molti sostantivi, in inglese, svolgono anche la funzione di verbo (l’azione di usare quell’oggetto), e Google suppongo ne sia il caso più eclatante: to google something è oramai parte del vocabolario quotidiano americano.

Le parole simili americane, che confusione

L’altra mattina leggevo una pubblicità in metropolitana, in cui un giovane dottore indossa un camice bianchissimo dicendo The weight is over! No, nessun refuso: il messaggio reclamizza una delle tantissime cliniche che aiutano i Newyorkesi a perdere peso, e gioca sul fatto che le parole wait e weight si pronunciano in maniera molto simile. Ecco com’è maturata l’idea per l’incursione di oggi nella lingua a stelle e strisce. In realtà è stata piuttosto la spinta decisiva, visto che questo tema era mi era già venuto in mente quando, quest’estate, avevo letto sulla fiancata del furgoncino dei gelati che passa per le vie dei sobborghi del New Jersey la frase I scream for ice cream 🙂 Leggi il resto di Le parole simili americane, che confusione

Cuocere la pasta in metà tempo

Ti propongo oggi un altro crossover, come dicono in America, tra due rubriche del mio blog: le ricette di cucina e le lezioni d’inglese. Qualche tempo fa avevo pubblicato un video su come sbucciare una testa d’aglio in dieci secondi: ho provato a replicare l’esperimento a casa, ma non ho avuto altrettanto successo. Anzi la moglie è subito corsa in cucina allarmata dal rumore degli spicchi che sbatacchiavo tra le due terrine 😉 Il trucco di oggi va più nella direzione ecologica del risparmio in cucina. In effetti, quando gli italiani “buttano” la pasta, consumano un sacco d’acqua e di energia per portare ad ebollizione una pentola piena e poi cuocervi gli spaghetti. Stando a CHOW (punto di riferimento per chi si diletta in cucina), tutto questo non è necessario: basta una padella e qualche bicchiere d’acqua per ottenere lo stesso risultato in metà tempo. Leggi il resto di Cuocere la pasta in metà tempo

Martello e chiave inglese… o americana?

Il freddo, non c’è dubbio, è arrivato sulle coste atlantiche degli Stati Uniti: nel giro di pochi giorni siamo passati dai tiepidi 20 gradi ai gelidi 7 gradi del mattino. Ecco allora che, come ogni anno, un sabato mattina mi sono armato di cacciaviti, chiavi inglesi ed attrezzi vari, e sono sceso nel seminterrato per rimettere “in moto” i riscaldamenti. Il piano d’azione è sempre lo stesso, e l’ho imparato in Italia dal tecnico che ogni anno veniva a fare la pulizia in cambio della modica cifra di 120 euro: dopo aver tolto un po’ d’aria dai radiatori (bleed the radiators, dicono qui, che letteralmente significa far sanguinare i poveri caloriferi), e spolverato gli elementi, tolgo la fuliggine dal bruciatore con il mio potente aspirapolvere, soffio il beccuccio della fiammella pilota, olio il motorino che fa circolare l’acqua calda ed infine faccio partire il tutto. Leggi il resto di Martello e chiave inglese… o americana?

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